Emozione ed Emotività di un’Interprete
Un articolo di Cecilia Di Pierro
“L’Emozione non ha voce”
Canta Adriano Celentano
L’Emozione di un’Interprete canta con la voce del Boss
L’anno scorso il Boss ha perso la voce.
L’Interprete non ha perso l’emozione; l’ha mantenuta per l’anno dopo.
Si è espressa rumorosamente il 30 giugno
PREMESSA o PREAMBOLO
Come si dice talvolta nei testi giuridici
Perché questa premessa?
Rimando a tale proposito a un Articolo precedentemente scritto, nel quale ho sviscerato abbondantemente la questione dell’Emozione a lavoro.
Ci torno sopra con una variante.
Nello specifico
L’interprete può correggere l’oratore?
Anche qui entrano in gioco le emozioni, perché avere il coraggio di rilevare un errore, lieve o grave, dell’Oratore non è da tutti.
VANTAGGI PER UN’INTERPRETE
L’Interprete ha la parola dalla parte della competenza linguistica.
Ha studiato per padroneggiare una o più lingue ed essere in grado di controbattere anche l’Oratore più convinto della sua infallibilità in una lingua straniera, in particolare l’inglese – Che tutti masticano, ma che altrettanti non digeriscono.
Uno dei privilegi di un’interprete è incontrare personaggi di spicco che hanno qualcosa di importante da dire agli altri. Mi è capitato spesso di incontrare personalità e personaggi incredibili e ammetto di avere interpretato con una certa nota di orgoglio professionale, perché mi sono resa conto che la mia voce ha permesso la comunicazione tra più persone di lingua e cultura diversa. In queste circostanze ho avvertito forte la necessità di frenare la fantasia per essere “fedele” sia all’oratore che al pubblico.
Di pari importanza…
Le criticità dell’interpretazione e come affrontarle nella collaborazione tra cliente e interprete
L’interpretazione, che sia per una trattativa commerciale o per una conferenza, è sempre irta di ostacoli e trabocchetti, pronti a fare lo sgambetto alla prima pausa.
Organizzazione, tecnicismi, accenti, costumi sociali, capacità oratoria dello speaker, acustica, e ansia sono tutti elementi potenzialmente insidiosi per un’interprete.
Agli occhi del pubblico, o dei clienti, l’interprete può sembrare una creatura fantastica, la quale, senza sforzo, traduce tutto ciò che viene detto. Vi assicuro che non è così.
Proprio come quei visitatori che, a Palazzo Vecchio, Firenze, sentendomi parlare rapidamente nelle mie tre lingue di competenza, senza pausa, mi chiedevano:
“Signora, ma lei parla tutte le lingue”’
“Vorrei, ma non posso”: la mia risposta.
Il colore delle criticità in un rapporto professionale è, a mio avviso, paragonabile ai colori del cielo in una calda serata d’estate, cangiante dal blu profondo al rosa antico.
Ma che cosa c’entra con le emozioni?
C’entra, perché quando ci si trova davanti a un percorso potenzialmente difficoltoso, scatta, a mio avviso, un meccanismo di difesa che ci induce a metterci sulla difensiva.
Di qui, alle criticità il percorso è breve.
Da che cosa scaturiscono le criticità, come si possono affrontare e, soprattutto, in che modo il Cliente può collaborare con l’Interprete per aggirare queste problematiche e organizzare un evento di successo?
Organizzazione
Organizzare un evento con degli interpreti non è semplice, soprattutto quando non si conosce bene la dinamica dell’interpretazione. Per questo motivo Interprete e organizzatore devono collaborare al meglio per gestire le tempistiche, il materiale e il personale.
Cosa può fare l’interprete
Don’t panic but don’t delay
L’interprete non deve avere paura di chiedere informazioni al cliente e, se necessario, condurlo lungo il percorso organizzativo del servizio di interpretazione.
Un cliente che non ha spesso a che fare con interpreti potrebbe infatti non conoscere le varie tecniche, o modalità, di interpretazione e non sapere quindi di che cosa ha bisogno nello specifico.
La Musica canta in cabina
T’ha dato di barta il cervello!
Potrebbe dirmi qualcuno….
Siete autorizzati, ma…
La ragione è presto spiegata.
Come in una Band [vi dice qualcosa la E Street Band?], tra colleghi dev’esserci sintonia.
Inoltre, qualora servano due interpreti, bisognerebbe sempre cercare di prepararsi insieme all’evento e di assicurarsi che il collega scelto dal cliente sia effettivamente un professionista con cui si può collaborare. Non c’è nulla di peggio di ritrovarsi in cabina di Simultanea con un compagno di cabina che non ha mai fatto una simultanea in vita sua.
Sarebbe come dire che ti piace la cioccolata, ma temi di mangiarne un quadratino in più per timore di rovinare la Prova Costume.
Sarebbe come andare a vedere “Profondo Rosso”, e coprirsi gli occhi davanti alle scene più importanti.
Cosa può fare il cliente
Il cliente si deve fidare dell’interprete o degli interpreti reclutati e assunti ad hoc; i professionisti sanno di cosa hanno bisogno, quindi possono sicuramente guidare il cliente nell’organizzazione del servizio.
Il cliente deve cercare di impegnare gli interpreti con largo anticipo (tenendo conto che potrebbero essere necessari vari giorni per prepararsi all’evento), fornire tutto il materiale utile per la preparazione e, soprattutto, si deve assicurare che gli interpreti siano dei Professionisti.
DALLA PREPARAZIONE ALLA FIDUCIA
FEDELTÁ RETORICA
Possiamo parlare di Fedeltà in un rapporto tra Interprete e Committente?
Assolutamente sì!
Il problema, però, è che in alcuni casi queste due forme di fedeltà sono in conflitto, come quello generato in una coppia da pareri divergenti.
Un esempio lampante è quando l’oratore dice una scorrettezza durante un discorso da tradurre in interpretazione simultanea (bè, sì, capita anche alle menti più acute di sbagliare!). Diversamente dall’interpretazione consecutiva, ovviamente in simultanea l’interprete non ha tempo di chiedere chiarimenti o conferme, quindi è costretto a prendere una decisione in velocità. Dunque: se l’interprete coglie l’errore e lo corregge, pur cercando di essere fedele all’oratore, lo stesso farà del suo meglio per evitare che il suo errore sia trasmesso al pubblico, mentre, se pur percependo l’errore, l’interprete decide di mantenerlo, sceglie di essere più fedele al pubblico “non filtrando” l’errore dell’oratore. Quindi che fare?
A mio avviso a questa domanda non si può rispondere con un’unica ricetta valida per tutti i casi, perché molto dipende dalla situazione e dal tipo di errore.
Per descrivere i colori della fedeltà, meglio forse ricorrere alla Pratica.
DUE ESEMPI PRATICI
Propongo due esempi molto diversi. Se l’oratore commette un banale errore di forma, come pronunciare il nome di una persona in maniera errata, l’interprete non ha motivo di pronunciare a sua volta quel nome in maniera consapevolmente scorretta: nella sua traduzione utilizzerà la pronuncia giusta. In altri termini: ricorre all’inventiva.
Se, invece, l’oratore commette un evidente errore di contenuto nel discorso, ad esempio dicendo “nel mio libro mi sono molto ispirato ai Promessi Sposi di Dante Alighieri”, cosa deve fare l’interprete?
Io intravedo, e propongo, tre possibilità:
- riproporre l’errore (“nel mio libro mi sono molto ispirato ai Promessi Sposi di Dante Alighieri”), ma l’oratore farà una figuraccia
- correggere l’errore (“nel mio libro mi sono molto ispirato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni”) salviamo la faccia all’oratore ma siamo “infedeli” verso il pubblico;
- mantenere la neutralità (“nel mio libro mi sono molto ispirato ai Promessi Sposi”), una soluzione di compromesso.
Se il Committente sbaglia, l’Interprete canta…
E se non è intonato, sono stecche, o sfondoni.
Alla stregua delle emozioni provate sul Palco a San Siro,
Con Singing and Dancing non sbaglia mai.
Cantare e ballare sul Palco delle Emozioni si rivelerà sempre la nota migliore per cantare un capolavoro.
Cecilia Di Pierro
Interprete e Traduttrice Certificata e Qualificata