COME “INGANNARE” LA TUA AUTOSTIMA

Un articolo di Alessandro Carli

 

Prima di addentrarci nei meandri di questo aspetto fondamentale della nostra vita che è l’autostima, partiamo dal significato della parola.

Molto semplicemente, l’autostima è una stima, appunto – cioè una valutazione, una perizia, una quotazione – di se stessi. Pertanto, non sarebbe opportuno parlare di persona che “hanno” autostima, bensì che “fanno” un’autostima con esito favorevole.

E sulla base di cosa la fanno?

Ecco, questa è la domanda giusta.

Quando si fa una stima di qualsiasi “cosa” (una casa, un gioiello, un’opera d’arte, ecc.) si usano dei parametri oggettivi più o meno condivisi da tutti gli esperti in un determinato settore e si arriva ad una valutazione, in termini pecuniari, abbastanza allineata.

Con le persone, invece, i parametri di valutazione usati sono del tutto soggettivi, sostanzialmente in base al proprio sistema di valori, a ciò che consideriamo essere i nostri successi o i fallimenti in questione e al modo in cui intendiamo e viviamo l’etica.

Questo vale per tutti, che si tratti di peritare gli altri o se stessi. Naturalmente, tutto questo processo di valutazione avviene inconsciamente e continuamente, generando un grafico interno simile a quello della borsa, con alti e bassi, rialzi e crolli che, sebbene razionalmente non avvertiti, a livello emozionale producono un fortissimo impatto.

Diversamente dalla stima delle cose, quando si valuta una persona entra in ballo un altro fattore importante. Oltre al voto che diamo ai diversi aspetti della nostra od altrui vita, infatti, ce n’è un altro che diamo a latere: quanto è per me importante questo specifico aspetto?

Questo è totalmente legato al nostro sistema di valori ed è il fattore che di fatto incide su di noi forse più di quanto non lo faccia la valutazione primaria, chiamiamola così.

Prendiamo un parametro qualsiasi, diciamo: “Mi ritengo una persona molto capace e competente nel mio lavoro”. Ora, supponiamo che assegni un “9” a questo parametro (valutazione primaria), quindi un voto alto che dovrebbe contribuire a rendere più forte la mia autostima. Se, però, alla domanda “quanto è per me importante questo specifico aspetto?” (valutazione secondaria) assegno un “4”, il “9” che mi ero dato perde di forza e andrà a togliere dalla mia autostima.

E il contrario è anche peggio: se all’affermazione “Mi ritengo una persona di cui gli altri apprezzano la compagnia” assegno  un “4”, quindi ritengo di non essere proprio un compagnone e poi assegno un “9” all’importanza che questo ha per me… ma io andrò a nascondermi in una caverna!

Il sistema di valori ha una fortissima influenza sulla valutazione che facciamo di noi stessi, ma se si diventa consapevoli delle dinamiche che alla fine determinano la nostra autostima, si può “giocare” un po’ con questo sistema per girarlo a nostro favore.

In pratica, si tratta di truccare le carte per ingannare tutto il processo di autostima.

Come abbiamo visto, il problema si presenta quando c’è un forte divario tra la valutazione che facciamo su un parametro e l’importanza che gli diamo. Ad esempio, se nella prima situazione (quella della competenza sul lavoro) a cui si è assegnato un “9” avessimo portato da “4” a – diciamo – “8”, l’importanza di quel fattore, il divario si sarebbe appiattito e la persona si sarebbe sentita un leone perché avrebbe cominciato ad apprezzare molto di più quella sua capacità.

Al contrario, se nel secondo esempio, portassimo da “9” a “5” l’importanza del valore di apprezzamento, pur lasciando la valutazione a “4”, la situazione non solo diventa più sostenibile, ma la maggiore tranquillità che ne deriverebbe può aiutare ad aumentare poi la valutazione primaria.

Che sia alta o bassa la valutazione primaria, l’importante è che quella secondaria sia abbastanza allineata in modo tale da agevolare il rafforzamento della valutazione primaria.

Possiamo controllare la nostra autostima in modo del tutto sostenibile!

Ti chiederai come sia possibile “giocare” coi nostri valori, rafforzandoli o indebolendoli a piacere.

Va ricordato che non siamo nati coi nostri valori e le nostre convinzioni. La stragrande maggioranza di essi sono stati acquisiti dall’ambiente in cui viviamo (o abbiamo vissuto) ed i rimanenti pochi sono spesso stati costruiti su riferimenti farlocchi e, in quanto tali, modificabili: non è quello il problema. Il problema è che non è facile farlo da soli ed è necessario l’intervento di professionisti esperti (e credimi, l’investimento che faresti lo varrebbe tutto!)

Qualcosa puoi, però, cominciare a fare per conto tuo:

Non farti trascinare da considerazioni moralistiche – Quando si entra nell’ambito del sistema di valori, è difficile non pensare in termini di “giusto” o “sbagliato”. È invece fondamentale restare ancorati su considerazioni legate a ciò che “funziona” o “non funziona”. Se la vita che stai facendo non ti soddisfa, non ti appaga, non la senti veramente tua… vuol dire che qualunque cosa pensi o fai non funziona, anche se sei stato indotto a pensare che sia giusto. Una vita può anche essere difficilissima, piena di problemi, ma se ciò che stai facendo risuona con te, allora funziona e, prima o poi, comincerà a girare nel verso giusto.

Focalizzati su come vuoi veramente sentirti – Una persona con una forte autostima è una che, semplicemente, sta bene nelle sue vesti, con se stessa. Prima di cambiare qualcosa di te, devi sapere cosa vuoi diventare, altrimenti non puoi sapere quale direzione prendere. Chiediti, invece, cosa dovrebbe cambiare nella tua vita affinché tu possa sentirti allineato con te stesso.

Non temere il disagio: anzi, aumentalo – Il disagio che potresti provare nell’essere chi sei in questo momento è una cosa positiva perché significa che sei pronto a cambiare. Non combatterlo, ma anzi, rendilo ancora più forte per motivarti ad agire.

Se vuoi saperne di più sull’autostima e come puoi lavorare su di essa, puoi acquistare anche online il mio libro, “E la borsa e la vita” edito da Franco Angeli, che riporta peraltro il semplice test completo sulla valutazione primaria e secondaria, con relativo “responso”.

 

Alessandro Carli