Social Media: chi risponde celermente è etico o senza lavoro?

Un articolo di Pasquale Di Matteo

Negli ultimi anni, l’etica sui social media è diventata un argomento cruciale, specialmente quando si tratta della percezione pubblica dei professionisti.

I guru dei social sostengono che rispondere prontamente a commenti e messaggi sia una pratica etica, ma questo non è sempre sinonimo di una comunicazione efficace, anzi, tutt’altro.

Un professionista sempre pronto sui social, infatti, potrebbe comunicare di non aver tanto lavoro, perciò molto tempo a disposizione per la gestione dei suoi profili.

Immagina di aver prenotato un appuntamento medico e che la prima data disponibile sia stata molto in là nel tempo. Una condizione che, in Italia, conosciamo piuttosto bene in tanti, purtroppo.

Ora immagina di scoprire che il professionista è costantemente connesso ai social media.

Cosa penseresti di quel medico?

Non avresti il sospetto che si tratti di una persona che non sa organizzarsi? Di un professionista poco professionale o di un tizio dall’agenda più vuota di quanto voglia far credere?

Avresti ancora fiducia in lui?

Allo stesso modo, considera un avvocato che ti faccia perdere una causa e successivamente venisse notato come attivo sui social per gran parte della giornata. Non ti verrebbe il sospetto che la sua sconfitta derivi dal troppo tempo buttato via sui social?

Non avresti timore di esserti affidato a un ciarlatano?

È innegabile che i social media siano diventati una parte integrante della vita quotidiana e che possano essere strumenti potenti per la comunicazione e per la creazione di una rete professionale, tuttavia, la chiave sta nell’equilibrio e nella gestione oculata di queste piattaforme.

I professionisti con competenze elevate e una dimostrata capacità di lavoro sono spesso molto richiesti e non hanno tempo da buttare via sulla Web.

La loro reputazione si basa sulla qualità del loro operato e sulla dedizione alla propria professione.

Perciò non è necessario essere costantemente presenti sui social per dimostrare le proprie abilità e le competenze. Al contrario, una presenza eccessiva su questi canali potrebbe far trasparire una mancanza di impegno nel proprio lavoro o, peggio, che non abbiate clienti perché non siete poi così competenti come, invece, traspare dai vostri post autocelebrativi.

Gli utenti tendono a valutare la qualità del servizio e la professionalità in base ai risultati ottenuti e alla reputazione costruita nel tempo. Rispondere prontamente sui social può essere apprezzato, ma ciò non dovrebbe compromettere l’attenzione e la dedizione verso gli impegni professionali, che devono restare al primo posto.

Anche perché, un cliente esigente e che conosce la materia del vostro lavoro, apprezzerà certamente di più una persona impegnata, che gli risponderà dopo qualche tempo, piuttosto di un tizio pronto a rispondere dopo un minuto, proprio perché chi conosce il mondo del lavoro sa bene che i professionisti capaci sono anche quelli più ambiti e, di conseguenza, più impegnati.

Perciò, invece di abbandonarti alla tanta fuffa dei guru di Internet, pensa con la testa di un vero esperto di comunicazione e tieni a mente che per avere successo devi tendere all’equilibrio. Il successo e la reputazione di un professionista non dipendono solo dalla sua presenza sui social media o dalla velocità con cui risponde ai commenti o ai messaggi, ma è la combinazione di competenze, dedizione e risultati a definire l’etica e la professionalità di un individuo nel suo campo di lavoro.

La gestione equilibrata dei social media è necessaria, perché chi non esiste sul web non esiste a prescindere, ma il focus deve restare prioritario sulle competenze e sul servizio offerto.

E, se proprio si deve scegliere tra un contratto in più e una risposta più celere a un commento, ovviamente il contratto ha la precedenza.

Un cliente sarà felice di aspettare una risposta, perché saprà che, quando farete il suo lavoro, sarete impegnati a concluderlo nel migliore dei modi e con rapidità, senza perdere più tempo del dovuto su Internet.

A meno che il tuo unico lavoro non sia “postare sui social”, naturalmente.

Ma tieni sempre a mente che il successo si costruisce attraverso l’eccellenza nel proprio lavoro, non nel suo racconto.

Perciò, è fondamentale raccontare la tua attività, ma tutto ciò verrà sempre in secondo piano proprio rispetto a ciò che sai fare realmente e a ciò che fai.

Perché la comunicazione più potente che puoi veicolare di te è il lavoro che fai.

 

Pasquale Di Matteo

 

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