Guardare attraverso gli occhi di un cavallo
Un articolo di Roberto Lambruschi
E’ largamente riconosciuto quanto faccia bene la presenza e l’interazione di un animale da compagnia per il benessere e salute umana.
I riscontri scientificamente provati del valore beneficiale dello stare in compagnia con un “pet” sono inconfutabili: la relazione con un amico a “quattro zampe” abbassa infatti i livelli di stress, l’ansia e sindromi depressive, oltre ad alleviare la solitudine.
Sul fronte fisiologico l’interazione con un animale contribuisce ad abbassare i livelli della pressione sanguigna, a beneficio di una riduzione della probabilità di sviluppare patologie cardiache.
Non solo: stimola la produzione dei cosiddetti ormoni della felicità che favoriscono lo sviluppo di un umore positivo che è alla base del benessere personale e delle interazioni sociali efficaci.
Prendersi cura di un animale contribuisce a sviluppare il senso di responsabilità derivante delle routine quotidiane del dargli da mangiare, pulirlo, provvedere ai suoi bisogni… Da qui -a cascata- favorisce l’auto-attivazione e proattività.
Non solo: prendersi carico di un “pet” aiuta ad acquisire una maggior consapevolezza e centratura sul “qui ed ora”, quel vivere il momento che libera dall’eccessiva produzione di pensieri per un reale e positivo benessere psicofisico.
Sebbene sia molto comune far riferimento ai piccoli animali da compagnia come cani, gatti, conigli ecc.., anche un grande animale può stimolare intense emozioni e incentivare il benessere.
Il cavallo, ad esempio, può essere uno straordinario “oggetto” di attenzioni e cure come i suoi piccoli colleghi ma, a differenza dei cosiddetti “pet” ha la marcia in più di poter essere cavalcato, quindi di “portare”.
Nell’immaginario comune al Nobile Animale è associata un’immagine di potenza e libertà: questo permette al suo “cavaliere” di sviluppare autostima ed una serie di competenze trasversali utili alla vita di tutti i giorni.
Il supporto ai soggetti più fragili
Tutti gli aspetti sopra menzionati acquisiscono un valore molto più importante se il protagonista dell’interazione con il cavallo è un soggetto caratterizzato da debolezze, disagi o vere e proprie forme di disabilità.
Il cavallo è infatti un magnifico facilitatore per la costruzione di un legame affettivo basato sull’empatia e sulle forti emozioni che si mettono in gioco nell’incontro tra uomo ed animale.
Molti sono i benefici dell’ippoterapia e dell’equitazione integrata® sia durante la pratica in sella che nella pratica delle cosiddette attività “a terra”, ovvero di cura e gestione del cavallo.
La stimolazione cognitiva dell’attività equestre favorisce la concentrazione, la memoria e lo spirito di osservazione. Non solo: l’interazione con il cavallo stimola la sensorialità, così importante per la propriocezione ed il vissuto personale.
Sul fronte motorio, inoltre, favorisce l’equilibrio, il tono muscolare e la coordinazione motoria.
Anche nella sfera del comportamento l’attività equestre può offrire molto: la comprensione ed il rispetto delle regole di maneggio favoriscono l’acquisizione di abitudini tipiche di altri contesti, quali ad esempio quello della strada, della convivenza in classe, in famiglia, ecc…
Il tutto con lo scopo di generalizzare le competenze acquisite in maneggio a favore della vita di tutti i giorni!
Deficit visivi o cecità in sella: una sfida all’insegna dell’inclusione!
Sebbene il grande pubblico fruitore delle attività assistite con i cavalli sia caratterizzato da altre forme di disabilità, una certa percentuale praticanti caratterizzati da deficit visivi (ipovedenti o totalmente non vedenti) si avvicinano all’equitazione integrata® presso la nostra associazione Incontro a Cavallo di Milano (www.incontroacavallo.it).
E’ bello vedere come l’incertezza iniziale dei nostri allievi ciechi o caratterizzati da un minimo residuo visivo -derivante dalla necessità di percepire la mole e le dimensioni del cavallo, unita alle strategie esperite per orientarsi nel campo di lavoro- divengano nel tempo opportunità per superare gli iniziali impacci e vivere l’attività equestre in modo tanto “normale” quanto efficace ed armonico.
E’ emozionante per chi assistere a come questi nostri “cavalieri speciali” siano in grado di orientarsi in maneggio non solo per recuperare i materiali di selleria, ma anche come manifestino una normale naturalezza nel preparare e montare a cavallo senza difficoltà, spesso percependo alla perfezione l’esatto punto del campo nel quale sta procedendo il loro cavallo o la direzione che viene lor data all’animale per affrontare un ostacolo.
Sono allievi che ci insegnano ogni giorno quanto sia importante non dar nulla per scontato e quanta tenacia sia necessaria per superare i propri limiti pur nel bisogno di dimostrare a se stessi, quanto agli altri, il loro valore e la loro necessità di partecipare alla pari alle attività del quotidiano senza sentirsi compatiti ma accolti senza discriminazione alcuna.
Nel nostro piccolo supportiamo queste aspettative ed aspirazioni, creando occasioni di normalizzazione e inclusione in chiave informale grazie allo sport ed alla potente facilitazione empatica del cavallo.
Perché non sono un mondo a parte ma parte del mondo!
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