Criticità dell’interpretazione 

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

La differenza tra Alexa e un essere umano

 

Alexa: come si dice Interprete in Inglese?

Interprete: che differenza c’è tra Alexa e te?

 

Le criticità dell’interpretazione e come affrontarle con la collaborazione tra cliente e interprete

 

Un titolo “curioso”, avrebbe detto mia Madre, per dire che è una cosa strana, buffa.

“Te tu sei tutta grulla”, direbbero a Firenze.

Sono “particolare” per dirlo alla maniera di Ana, non sono matta.

Ne consegue: un titolo mirato.

Di seguito il perché.

 

Cosa fa Alexa?

 

Prepara ricette, riproduce canzoni, imposta sveglie, promemoria e tanto altro… Alexa svolge con precisione il vero e proprio ruolo di assistente. Basta chiedere a voce. Una volta acquistato facilmente il prodotto, sarà necessario però configurarlo.

L’essere umano ordina, Alexa esegue.

 

L’Interprete no.

Chi non conosce il mondo dell’interpretazione è portato a credere che interpretare sia semplicemente una questione di esercizio, un’attività quasi naturale tanto quanto il respirare.

Così non è.

L’interpretazione, che sia per una trattativa commerciale o per una conferenza, nasconde sempre molte difficoltà.

Organizzazione, tecnicismi, accenti, costumi sociali, capacità oratoria dello speaker, acustica, e ansia sono tutti elementi di criticità per un interprete.

Agli occhi del pubblico o dei clienti l’interprete può sembrare una creatura onnisciente che, senza sforzo, traduce tutto ciò che viene detto. Vi assicuro che non è così.

 

In questo articolo vorrei analizzare in modo schematico le criticità dell’interpretazione, spiegando da cosa derivano, come si possono affrontare e soprattutto come il cliente può collaborare con l’interprete per aggirare queste problematiche e organizzare un evento di successo.

 

Il successo di un incarico di interpretazione presuppone un’ottima interazione tra Committente e Interprete.

Il Gioco delle Parti per così dire.

 

OGNI CRITICITÁ PUÓ DIVENTARE UN’OPPORTUNITÁ

 

L’organizzazione

 

Organizzare un evento con degli interpreti non è semplice, soprattutto quando non si conosce bene la dinamica dell’interpretazione. Per questo motivo interprete e organizzatore devono collaborare al meglio per gestire le tempistiche, il materiale e il personale.

 

Cosa può fare l’interprete 

 

L’interprete non deve avere paura di chiedere informazioni al cliente e, se necessario, guidarlo nell’organizzazione del servizio di interpretazione.

Un cliente che non ha spesso a che fare con interpreti potrebbe infatti non conoscere le varie tecniche di interpretazione, tutte spiegate in modo schematico e comprensibile, e non sapere quindi di cosa ha bisogno.

Inoltre nel caso in cui servano due interpreti, bisognerebbe sempre cercare di prepararsi insieme all’evento e di assicurarsi che il collega scelto dal cliente sia effettivamente un professionista con cui si può collaborare. Non c’è nulla di peggio di ritrovarsi in cabina di simultanea con un compagno di cabina che non ha mai fatto una simultanea in vita sua.

 

Cosa può fare il cliente 

 

Il cliente si deve fidare dell’interprete o degli interpreti che ingaggia; i professionisti sanno di cosa hanno bisogno, quindi possono sicuramente guidare il cliente nell’organizzazione del servizio.

Il cliente deve cercare di ingaggiare gli interpreti con anticipo (tenendo conto che potrebbero essere necessari diversi giorni per prepararsi all’evento), fornire tutto il materiale utile per la preparazione e, soprattutto, si deve assicurare che gli interpreti siano dei professionisti.

 

 

I tecnicismi e i linguaggi settoriali

 

I tecnicismi sono tutte quelle parole tipiche di un linguaggio settoriale: dai termini medici alle componenti delle macchine industriali, dal nome commerciale di un farmaco ai vari tessuti usati nell’abbigliamento.

L’interprete, così come l’oratore, deve conoscere e utilizzare i termini corretti in entrambe le lingue, sia quella di partenza (dell’oratore), sia quella di arrivo (quella verso cui traduce).

 

Cosa può fare l’interprete

 

La preparazione è la migliore arma a disposizione dell’interprete.

Il professionista si documenta, studia ogni informazione reperibile sull’argomento, crea dei glossari ad hoc per quello specifico evento e si esercita.

 

Cosa può fare il cliente

 

Il cliente può facilitare il lavoro dell’interprete fornendo tutto il materiale disponibile sull’evento (scalette, slide PowerPoint, bozze di discorsi …).

A volte i clienti pensano che l’interprete sappia già automaticamente tradurre qualsiasi cosa una volta che gli viene detto “è un incontro sulla tecnologia”.

Certo, ci possiamo preparare in generale su tutto lo scibile umano dall’invenzione del tubo catodico alle macchine volanti, ma informazioni un pochino più dettagliate sono sicuramente utili, soprattutto quando i tempi per la preparazione sono stretti.

 

 

Gli accenti

 

Ogni lingua presenta innumerevoli variazioni di accento: francese parigino, alsaziano, ivoriano; inglese americano, indiano, scozzese, neozelandese, sudafricano. Un tedesco che decide di parlare in inglese. Chi più ne ha, più ne metta.

Un interprete non può avere familiarità con tutte queste varianti, quindi prima o poi si ritroverà davanti a una difficoltà legata all’accento.

 

Cosa può fare l’interprete

 

Uno dei modi per ovviare al problema dell’accento è esercitarsi a interpretare i discorsi che l’oratore ha già fatto in passato.

Se non sono disponibili, ci si può esercitare con discorsi di oratori della stessa provenienza.

 

 

 

Cosa può fare il cliente 

 

Nel caso dell’interpretazione di conferenza, il cliente può aiutare enormemente l’interprete fornendogli la bozza del discorso, anche a ridosso della giornata dell’evento.

Mi è capitato spesso però di sentire due risposte a questa richiesta: sono informazioni riservate / non ce l’abbiamo.

Un professionista ha una certa etica professionale e mantiene la segretezza dei documenti trasmessi. Inoltre un oratore avrà quasi sempre un discorso scritto o una traccia da seguire (quasi nessuno parla “a braccio”), quindi vale sempre la pena insistere con l’oratore per assicurare la migliore riuscita del servizio.

Infine, dato che fidarsi è bene, ma firmare un NDA [Non Disclosure Agreement – Accordo di non Divulgazione è meglio, gli interpreti professionisti sono sempre disponibili a firmare un Accordo di Riservatezza, se necessario.)

 

I costumi sociali

 

Questo elemento di criticità è particolarmente importante nelle trattative e a volte può determinare il successo della mediazione tra le due parti, che soprattutto in questo caso non è solo linguistica ma anche culturale.

I compratori tedeschi vanno tendenzialmente dritti al punto, i giapponesi sono molto reverenziali, gli indiani tengono molto ad avere un rapporto personale e basato sulla fiducia, gli italiani adorano perdersi in chiacchiere e conoscere meglio i clienti. A ognuno il suo, insomma.

 

Cosa può fare l’interprete

 

L’esperienza pregressa e personale sicuramente aiuta.

Un interprete non deve conoscere solo una lingua, ma anche tutta la cultura che sta dietro la lingua.

Informarsi sulle consuetudini è sicuramente una tattica, nel caso non si conosca personalmente una particolare cultura.

 

 

Cosa può fare il cliente

 

Il cliente in questo caso può semplicemente fornire all’interprete informazioni su chi si troverà davanti (da dove viene, per quale azienda lavora, di cosa si occupa all’interno dell’azienda).

 

 

La capacità oratoria

 

Questo fattore è strettamente legato alla problematica dell’accento e dipende interamente dall’oratore.

Se è nervoso, poco abituato a parlare in pubblico o se sta leggendo un discorso scritto generalmente parlerà alla velocità della luce.

Se sta leggendo, è monocorde o non ha nozioni di public speaking tendenzialmente non darà un tono alle frasi.

Tutto questo costituisce un elemento di criticità per l’interprete, che non traduce solo le parole, ma tutto il senso e l’intenzione di una frase.

 

Cosa può fare l’interprete 

 

Come per gli accenti, l’interprete può esercitarsi a interpretare i discorsi che l’oratore ha già fatto in passato.

Può inoltre parlare con l’oratore prima che salga sul palco, chiedendogli di tenere conto del fatto che il discorso dovrà essere tradotto.

La complicità tra oratore e interprete è uno degli elementi di successo per qualsiasi evento.

 

Cosa può fare il cliente 

 

Se l’interprete non ha occasione di parlare direttamente con l’oratore, il cliente può fare da tramite.

Inoltre, anche in questo caso, avere preventivamente (o anche il giorno stesso) una copia del discorso può davvero cambiare le sorti di un servizio altrimenti molto complesso.

 

L’acustica

 

Una ottima acustica è fondamentale per la buona riuscita del servizio di interpretazione. Che si tratti di un buon sistema audio, cabine insonorizzate o semplicemente della giusta posizione per ascoltare al meglio l’oratore sul palco, l’interprete deve sempre avere la possibilità di sentire bene il discorso che deve interpretare.

 

Cosa può fare l’interprete 

 

L’interprete si deve recare in anticipo sul posto per fare una prova audio.

 

Cosa può fare il cliente 

 

D’accordo con l’interprete, il cliente deve assicurarsi di avere la possibilità di fare una prova audio e, nel caso in cui siano necessarie le cabine insonorizzate, deve cercare di contattare fornitori con sistemi audio di qualità e fonici che partecipino all’evento.

 

L’ansia

 

Questo è l’unico fattore “interno”, che dipende unicamente dall’interprete.

Per alcune persone l’ansia si trasforma in adrenalina e porta quindi a performance migliori (diciamocelo, un po’ di ansia ci tiene sull’attenti e non fa mai male), ma altre persone si abbandonano al panico.

 

Cosa può fare l’interprete 

 

Un professionista sa che i migliori rimedi contro l’ansia sono la giusta preparazione, un dialogo fruttuoso con il cliente, un buon collega con cui collaborare (se previsto) e il materiale necessario.

Inoltre la professionalità di un interprete sta anche nell’avere i nervi saldi e non vacillare in caso di difficoltà.

 

Cosa può fare il cliente 

 

In questo caso la cosa più importante è che il cliente collabori, fornisca il materiale e dia all’interprete il tempo necessario per prepararsi.

 

Come avete letto, l’interpretazione è un mondo insidioso, ma quando professionista e cliente collaborano al meglio, il servizio sarà sicuramente un successo.

 

L’Interprete è un professionista che ha studiato tanti anni, si forma e, soprattutto, è un essere umano.

 

In conclusione

 

Premere un pulsante è facile

Dire a un Interprete “Traduci” è altrettanto facile

Interpretare è difficile e richiede competenza

Se non volete un arrosto bruciato piuttosto che una traduzione simultanea servita su un piatto d’argento, rivolgetevi a Interpreti qualificati.

Invece di “Mannaggia a ….” Sentirete un aulico “Mànagement”

Quella Direzione che così bene dirige tutti i Direttori d’Azienda!

 

MUSICA PER LE VOSTRE ORECCHIE!

 

 Cecilia DI Pierro