SIAMO TUTTI STORIE A SE
Un articolo di Alessandro Carli
Che piaccia o meno, siamo animali sociali e se questo offra innumerevoli vantaggi (da un punto di vista antropologico, questo è stato tra i fattori più importanti ai fini della nostra evoluzione, se non addirittura quello determinante), qualche inconveniente lo crea, soprattutto a livello personale.
Abbiamo un bisogno assurdo degli altri, anche i più orsi tra noi (compreso il sottoscritto!), ma al tempo stesso il nostro ego ci spinge verso tutt’altra direzione, quella della separazione, quella del “io sono io e voi siete voi” e con queste due potenti forze contrapposte ci troviamo a dover fare i conti in ogni momento della giornata e per tutta la vita.
Dallo scontro di queste forze scaturiscono l’invidia, la gelosia, il risentimento, la rabbia e tutta una sfilza di diverse tonalità di sentimenti negativi che certamente non ci fanno stare bene.
Molti tra coloro che mi stanno leggendo penseranno che non si sentono affatto rappresentati da questa mia affermazione e che invidia e gelosia (o altro) sono sentimenti a loro del tutto alieni.
Male!
Dico sempre che la vita è come il maiale: non si butta via niente… nemmeno quello che non ci piace, poiché TUTTO contribuisce alla nostra crescita, purché se ne prenda atto e si cominci a lavorare consapevolmente con questi “attrezzi” per migliorare la nostra vita.
Purtroppo, ci poniamo con alcuni aspetti della nostra realtà in modo moralistico, per cui esistono cose buone e cose cattive (ed è vero!)… ma quello che i più non capiscono è che poiché sono le cose che etichettiamo come cattive quelle su cui abbiamo più bisogno di lavorare, sono poi quelle che ci aiutano ad evolvere, purché non ci si faccia trascinare da esse.
Provare invidia, rabbia e gelosia è normale e salutare; è nel negare o nel non riconoscere queste emozioni che diamo loro spazio d’imperversare sulle nostre vite, provocando tutti i danni del caso.
Ci confrontiamo continuamente con gli altri
Quanto girano quando postiamo qualcosa su un social e vediamo che un nostro conoscente o concorrente prende più o anche MOLTE più reazioni, commenti o riconoscimenti di noi? E quanto girano quando, nonostante tutti i nostri sforzi e il nostro impegno, non stiamo avendo gli stessi successi e risultati di altri? A me sì!
Certo, non ci perdo il sonno, non mi faccio venire i travasi di bile, non mi auguro che l’altro venga colpito da un fulmine, continuo a vivere lo stesso la mia vita… ma che diamine, perché lui viene premiato e io sono al palo… Aaaargh?!
Ora, ho tre possibilità:
a) permettere alla mia negatività di bloccarmi e di restare invischiato in essa;
b) trovare tutte le scuse e le giustificazioni per cui l’altro va meglio ed io peggio; o
c) cerco di capire cosa l’altro stia facendo meglio di me, cosa posso imparare da questi, quali sono le sfide che ha dovuto affrontare e come le ha affrontate, ecc.
Domanda: se io mi fossi avvinghiato alla mia negatività (negandola) anziché usare la mia invidia per farmi guidare da essa, avrei forse avuto modo di capire come migliorare?
Il confronto con gli altri è INDISPENSABILE per migliorare e, guarda caso, viene sollecitato da una sana invidia.
E se c’è anche rabbia, ancora meglio, perché aiuta a tirare fuori quell’orgoglio e quella voglia di rivalsa che ci aiuta ad attingere a risorse (quella resilienza, quella grinta, quella determinazione, ecc.) che fino a quel momento nemmeno sospettavamo di avere.
E se non avessi mai provato invidia? “Ah… okay… bravo… buon per lui…”
Sul serio?!
Come usare il confronto in modo sano
Detto quanto sopra, vediamo come usare il confronto in modo produttivo ed efficace per noi e non per avvelenarci la vita da soli.
Usare il confronto in modo sostenibile
Ne ho parlato. Vivendo in una società, il confronto è inevitabile: tutto sta nell’usarlo per aiutarci a crescere, non per avvilirci.
Sfruttare i sentimenti negativi in modo efficace
Anche di questo ho parlato. I sentimenti negativi non vanno demonizzati e non se ne deve provare vergogna: fanno parte del nostro bagaglio emozionale e vanno usati con saggezza.
Assumiti la totale responsabilità del tuo stato
Se gli altri hanno più successo di te, non puoi fargliene una colpa e, di certo, non puoi fargliene una colpa se stai male per questo. Tutto quello che pensi e che provi è solo roba tua, nessuno l’ha messa dentro di te e sei dunque tu il solo ed unico responsabile del tuo stato. Se riesci ad accettare questo, allora puoi usarlo a tuo beneficio, attuando un confronto severo (per te), ma al tempo stesso proficuo.
Ricorda che il tuo è un percorso unico ed irripetibile
Confrontarci con gli altri ci serve per imparare a fare sempre meglio… ma MAI per misurarci! Non c’è mai stato nessuno come te, finora, né mai ci sarà in futuro, e non soltanto come carattere o particolarità personali, ma soprattutto come percorso, come storia. Nessuno ha mai dovuto affrontare le tue stesse esperienze interiori od esteriori e le tue vicissitudini non sono paragonabili con quelle di nessun altro. Per questo, potrai anche provare invidia e gelosia per qualcun altro, ma non lo dovrai mai giudicare, così come nessuno dovrà mai giudicare te… nemmeno te stesso!
E ricorda anche sempre che ce n’è per tutti, là fuori
Nonostante ciò che si continua a dire, c’è un’abbondanza spropositata in questo mondo e ce n’è per tutti! La scarsità è soltanto nella nostra testa e non possiamo permetterle di sopraffarci. L’invidia è sintomo di scarsità, così come la gelosia e più o meno tutti i sentimenti negativi. Quando comincerai a perseguire la tua strada unica, non avrai più bisogno di provare invidia. Essa sparirà da sé e, di conseguenza, non avrai più nemmeno la necessità di confrontarti con gli altri.
O almeno, non fino a quando ti ritroverai a dover operare ad un altro livello… ma questa è un’altra storia.
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