ANCHE I TRADUTTORI E GLI INTERPRETI VANNO IN VACANZA
Un articolo di Cecilia Di Pierro
ANCHE I TRADUTTORI E GLI INTERPRETI VANNO IN VACANZA?
In ferie da chi?
Dove?
Agosto mese delle vacanze per antonomasia
Premesso che
Meglio un andamento costante e regolare
Come dire
La Preistoria non va in vacanza
E’ sempre in vacanza, perché ama il suo lavoro
Tanti si accingono a partire per le vacanze, le agognate ferie, dopo un anno di duro lavoro.
Ma…
Quante volte abbiamo sentito dire: “O mamma (very Tuscan Style), mi tocca andare in vacanza”!
Mi tocca? Ma scherziamo?
Qualcuno si sente in colpa.
Qualcun altro, addirittura si sente un “clandestino” se lavora in vacanza.
Mi ricorda tanto la mia vacanza all’Elba nel lontano 2011, quando, in un periodo di massima attività lavorativa, decisi di concedermi una settimana di tregua, con tanto di portatile a seguito (la foto è esemplificativa: sembro quasi una profuga, oppure il personaggio al femminile di Cast Away – In realtà sono nascosta dietro uno scoglio, a lavorare, perché era l’unico punto in cui c’era segnale).
Tanti Liberi Professionisti, colleghi Traduttori e Interpreti si sentono in colpa.
Per cosa, dico io?
Ecco allora che abbondano i “Consigli e le tecniche di rilassamento”, quelle strane combinazioni tra riti e formule magiche, incompatibili con chi, invece, interpreta la vacanza come periodo di meritato riposo “Far from the Madding Crowd”.
STRESS DA VACANZA? POTREBBE ESSERE OZIOFOBIA: GESTISCILA COSÌ
Difficoltà a rilassarsi, paura di perdere tempo e ansia da inattività.
«Dolce far niente»? Per qualcuno è una condizione piuttosto «amara», che genera ansia e sensi di colpa. Quasi una paura di perdersi qualcosa e di buttare via il tempo, che scatta soprattutto quando si va in vacanza. In una parola sola: oziofobia. Cos’è? Chi ne è soggetto? E come gestirla?
CHE COSA S’INTENDE PER OZIOFOBIA?
Ho imparato questo strano termine a un Congresso sul tema di “Stress da Vacanza” in generale, o, per Traduttori e Interpreti, nel caso specifico.
Indica un concetto apparentemente paradossale rispetto a quello a cui siamo abituati. Il termine è la traduzione letterale di una parola coniata dallo psicologo spagnolo Rafael Santandreu, per indicare la paura di non fare niente, di oziare appunto, che si contrappone alla paura a noi più familiare di affrontare le sfide e uscire dalla propria zona di comfort.
Per assurdo, sono l’esatto opposto dell’oziofobo. Mi definisco scherzosamente “positivamente iperattiva”.
Fermatemi se potete!
Prima di partire per le vacanze sono addirittura solita inviare una “Dienstkommunikation” (Comunicazione di servizio) ai miei Clienti per comunicare loro che sono in partenza, ma “sempre in servizio”, in altri termini a lavoro in altra Sede, Relax Job per così dire.
QUALI SONO I SEGNALI CHE DOVREBBERO PREOCCUPARE?
Uno stato generalizzato di ansia nel momento in cui si programma o si è costretti a un periodo di pausa dalle attività performanti. La grande difficoltà a rilassarsi, a entrare in uno stato di sospensione rispetto ai ritmi frenetici quotidiani del fare. Il senso di colpa per l’idea di non sfruttare adeguatamente il tempo, l’impressione di perdersi qualcosa, di perdersi altre opportunità e riempirsi tutti i momenti di cose da fare. Questo vale sia per il piano professionale che privato. La finestra sempre aperta sulle storie degli altri, a cui si accede attraverso i social, acuisce l’impressione di perdersi qualcosa se si sta fermi. Le vacanze sono un momento in cui facilmente si attiva l’oziofobia.
CHI SONO I SOGGETTI PIÙ A RISCHIO?
Le persone più a rischio sono quelle che si pongono obiettivi massimali, o comunque molto ambiziosi, che ritengono raggiungibili solo attraverso una produttività che fa perdere di vista anche i bisogni più basici dell’essere umano. Sono a rischio anche quelle che vedono nel riposo e nell’ozio un venire meno ai propri doveri, soprattutto se hanno grandi responsabilità e si portano il lavoro e le preoccupazioni a casa. O anche quelle che hanno sempre il senso di non fare abbastanza, o ancora chi usa l’eccesso di attività per mascherare un disagio psicologico, per esempio il senso di solitudine o di inadeguatezza personale, o di fallimento, o di perdita, o altro.
QUALE PESO HANNO I SOCIAL?
Consideriamo la complicità delle opportunità offerte da internet e dalle tecnologie: generano l’illusione che si possa fare tutto, con l’idea che se è possibile allora deve essere fatto! In questo modo ci si attiva per sfruttare tutto il tempo a disposizione senza tenere conto che fermarsi ogni tanto è importante per valutare se si sta effettivamente andando nella direzione dei propri obiettivi.
Quando sento dire: è obbligatorio restare connessi anche in vacanza?
Rispondo: vai in vacanza e resta connesso con te stesso.
Non è presunzione, semplicemente la “Regola di Cecilia”.
PUÒ ESSERCI UNA DIFFERENZA TRA UOMO E DONNA NELLA PREDISPOSIZIONE?
Direi che la differenza tra uomo e donna può essere nelle aree di attivazione, ma entrambi sono potenzialmente soggetti a oziofobia. Darsi tanto da fare rende ulteriormente insopportabile il senso di vuoto, quando ci si ferma, il che innesca ulteriormente il circolo vizioso.
COME SI PUÒ GESTIRE QUESTO «STRESS DA VACANZE»?
Costringendosi ogni tanto a una pausa, tenendo presente che è funzionale alla valutazione di dove si sta andando ed eventualmente al cambiamento di qualcosa, se occorre. Nessuna attività è positiva a priori, ma solo all’interno di un percorso che deve comunque prevedere ampie pause di valutazione e conferma. A volte si confonde il raggiungimento di obiettivi materiali, con la realizzazione di sé stessi. Non è detto che le due cose corrispondano, né che conquiste e successi siano sinonimi di felicità. La felicità, piuttosto, è sempre molto legata all’andamento delle nostre relazioni, che per altro rischiamo di trascurare nell’impegno eccessivo, allontanandoci senza saperlo proprio dagli obiettivi di realizzazione che pensiamo di perseguire.
La mia Comunicazione
Il mio Consiglio
La Libera Professione non è un salvavita, ma ti salva la Libertà.
Se vuoi lavorare, lavora, se vuoi andare in vacanza, fai la valigia e parti.
Non fare pesare agli altri la tua Libertà.
A chi va in vacanza, buone vacanze
A chi resta, buon lavoro!