LAVORO A TERRA
Un articolo di Roberto Lambruschi
La relazione uomo-cavallo: presupposti comuni nelle dinamiche relazionali e per lo sviluppo delle competenze trasversali e residue.
Il cavallo è sicuramente uno dei migliori amici dell’uomo, da secoli lo accompagna battendosi al suo fianco e lavorando duramente insieme a lui.
Pensando all’animale in se e all’immagine che in ognuno di noi esso scaturisce, non è necessario conoscere il ben noto caso clinico freudiano del piccolo Hans per attribuire a questo animale importanti doti di forza, di potenza, gagliardia e valore.
Al “destriero” sono state riconosciute tuttavia anche doti di sensibilità, di tranquillità, di capacità interpretative, di affettività e di legame indissolubile.
Parallelamente alle nostre attività di formazione aziendale e sviluppo delle soft skills, unite all’incentivo finalizzato a consolidare i rapporti, la comunicazione efficace e le dinamiche tra colleghi, la quotidianità delle nostre proposte equestri volge nel campo del Sociale a favore dei soggetti più deboli.
Sebbene possano apparire mondi lontanissimi, quello della formazione esperienziale con i cavalli e l’ippoterapia, i principi che muovono l’incontro tra uomo ed animale sono identici e le dinamiche, sebbene evidenziate da attività specificamente differenziate in relazione alla diversa tipologia di utenza, sono pressoché identiche.
In campo terapeutico ed educativo, così come nelle attività a favore delle aziende, il cavallo ha mostrato doti particolari e rilevanti: oltre a comunicare una certa affinità con l’uomo si approccia diversamente a seconda della persona che lo cavalca, soprattutto se questa è un bambino o un soggetto caratterizzato da fragilità.
E’ un animale tollerante e paziente: pur dimostrando il proprio stato d’animo, le sue opposizioni e i suoi rifiuti, dimostra curiosità e attenzione e così provoca le stesse risposte anche nei cavalieri, è ricco di energia e vigore ma anche capace di prestazioni delicate secondo il bisogno.
Le due polarità del Nobile Animale e le evidenti similitudini con le attitudini umane lo rendono un potenziale potente mezzo di mediazione nelle attività di riabilitazione e rieducazione, soprattutto rivolte alla sfera relazionale.
Queste caratteristiche lo rendono un buon co-terapeuta negli interventi rieducativi rivolti al settore dei Bisogni speciali.
Nell’equitazione integrata®, ovvero nelle attività proposte con il mezzo del cavallo rivolte ai soggetti disabili, con deficit vari (sensoriale, percettivo, emotivo, adattivo-affettivo, espressivo – comunicativo, psicomotorio o cognitivo), oltre all’importante obiettivo di raggiungere l’autonomia in sella vorrei sottolineare la particolare rilevanza del lavoro a terra.
Questo appartiene alla proposta dell’equitazione integrata® in quanto anch’esso è utile al raggiungimento della riabilitazione quando possibile, cioè al superamento del deficit, ed al raggiungimento della rieducazione, cioè il superamento dell’attitudine negativa spesso conseguenza dell’approccio personale alla disabilità o all’handicap.
L’attività svolta a terra consiste nel riassetto e nel provvedere al benessere del cavallo, la manutenzione dei finimenti e delle selle, riordino delle scuderie e degli ambienti annessi, le preparazione e somministrazione degli alimenti sono alcune delle attività volte alla gestione del Nobile Animale, con un prezioso ritorno sul fronte dell’autostima, dell’auto-attivazione e dello sviluppo delle competenze trasversali e residuali.
Tutte queste attività richiedono per il loro svolgimento un uso specifico e selezionato della motricità fine e complessa, un buon senso percettivo, un allenamento oculo-manuale, insomma, un processo continuo di apprendimento di modelli di movimento semplici e complessi che facilita e promuove un interiorizzazione dello schema corporeo.
Lavorare sullo schema corporeo è molto importante soprattutto in alcune patologie in cui la percezione di quest’ultimo è seriamente compromessa; ripristinare una buona percezione corporea significa promuovere una corretta fruizione e rappresentazione del proprio corpo nello spazio-tempo, nelle sue specifiche funzioni, nelle sue potenzialità.
Le attività comprese nei lavori a terra inoltre favoriscono lo sviluppo e integrazione di funzioni percettive e neuro funzionali cioè lo sviluppo globale del proprio sistema percettivo che comprende, oltre ai cinque sensi, anche l’equilibrio e la valutazione precisa della forza muscolare e della precisione dei movimenti perché risultino utili e adeguati allo scopo.
Infine, la persona coinvolta nello svolgimento di queste attività rieducative è chiamata ad un reciproco scambio emotivo – relazionale con l’animale e con gli operatori.
Dovrà cioè misurarsi con il controllo delle idiosincrasie personali oltre che dei naturali timori nel lavoro con animali così grandi favorendo un incremento della sicurezza di se, sviluppare una sensibilità che lo renda capace di mettersi in relazione con un altro essere vivente che ha le sue proprie caratteristiche, preferenze, intolleranze.
Dovrà inoltre rispettare l’ambiente allo scopo di integrarsi con esso prestando attenzione alle indicazioni e sviluppando la capacità di trasmettere i propri dubbi e le proprie difficoltà per poter ricevere e offrire aiuto.
Constatando l’importanza delle funzioni sopra elencate si deduce l’importanza del lavoro svolto a terra come compensatorio alle attività in sella.
La pulizia del cavallo comporta saper usare correttamente la striglia, la brusca, il nettapiedi, il pettine, la spazzola, il raschietto, l’acqua. Tutti strumenti che richiedono conoscenza, abilità, coordinazione, forza, equilibrio, precisione, ma anche un trasporto affettivo verso il cavallo, un valido senso di sé per superare paure e sensi di incapacità, una sensibilità spiccata insieme a coordinazione motoria e capacità di adattamento.
Il lavoro a terra quindi è un attività che ha molte caratteristiche di cura e accudimento e ciò è particolarmente importante per aumentare il senso di responsabilità, di osservazione ed interpretazione, di adattamento, di dedizione al compito ed all’animale.
La consapevolezza di essere in grado di assolvere un compito e la capacità di realizzare una relazione di reciprocità può dare veramente soddisfazione ed auto valorizzazione in colui che si mette a disposizione per il benessere del suo cavallo.
Il lavoro a terra è comunque un momento importante della riabilitazione globale che si può ottenere con il cavallo e nel maneggio, tanto da essere sempre auspicabile anche perché la stretta vicinanza con il corpo dell’animale stimola fantasie e riempie di dettagli, di precisazioni, di ricchezza verbale i racconti che i ragazzi fanno ai loro stessi compagni ed amici.