IL CONFINE TRA SATIRA E CRITICA NEI SOCIAL: RICONOSCERE E SFRUTTARE I “TROLL” PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE
Un articolo di Pasquale Di Matteo
Nell’ecosistema dei social media, dove l’interazione tra brand e utenti è all’ordine del giorno, emergono anche problematiche legate alla gestione dei cosiddetti “troll”.
I troll sono utenti che, spesso in maniera provocatoria, e a volte aggressiva, criticano o sminuiscono contenuti e persone con l’obiettivo di suscitare reazioni emotive.
Saper gestire queste dinamiche è essenziale per chiunque operi nella comunicazione, soprattutto sui social network, poiché permette di distinguere tra critica costruttiva e attacchi gratuiti, evitando che i commenti dei “troll” incidano negativamente sulla propria reputazione.
In questo scenario, la capacità di riconoscere i troll e di rispondere in modo professionale, magari sfruttando un tono ironico e distaccato, può diventare una strategia per rafforzare l’identità comunicativa e mostrare forza e maturità.
SATIRA, CRITICA E TROLL. CAPIRE LE DIFFERENZE
Prima di rispondere a un commento negativo sui social, è fondamentale distinguere tra critica costruttiva e provocazione intenzionale.
La critica costruttiva può fornire informazioni utili su come migliorare il prodotto, il servizio o il contenuto proposto, mentre la satira rappresenta un modo per ironizzare su temi e aspetti specifici senza necessariamente danneggiare o provocare in modo distruttivo.
I troll, al contrario, puntano solitamente a destabilizzare e a creare tensioni, più che a fornire opinioni utili, e nella migliore delle ipotesi, il loro intento è cercare chi la pensa come loro nei commenti per farseli amici e sfruttarli, o per continuare a denigrare gli autori dei post, oppure per candidarsi per un lavoro o per altri interessi personali.
La capacità di identificare queste differenze consente di reagire in modo appropriato, evitando risposte impulsive che potrebbero alimentare il confronto o danneggiare l’immagine dell’ente o della persona attaccata.
Riconoscere i troll significa capire quando il messaggio non ha un intento critico costruttivo, ma un obiettivo di provocazione o di tornaconto personale, e gestirlo di conseguenza, adottando una comunicazione mirata e consapevole.
RICONOSCERE I TROLL E IL LORO IMPATTO SULLA COMUNICAZIONE
I troll possono avere un impatto significativo sulla percezione di un brand e la loro presenza può portare difficoltà gestionali se non vengono identificati e neutralizzati.
Alcuni segnali comuni che indicano un comportamento di trolling includono:
- Commenti Ripetitivi e spesso a sproposito: i troll ripetono gli stessi messaggi su più piattaforme o post, insistendo su critiche già affrontate o senza aggiungere nuovi spunti.
- Attacchi personali e offensivi: le critiche costruttive si concentrano sui fatti o sulle opinioni, mentre i troll tendono a offendere o attaccare personalmente chi comunica.
- Provocazioni generiche: i troll cercano di scatenare una reazione piuttosto che offrire una reale opinione. Esemplificano le loro critiche con affermazioni vaghe, impossibili da verificare o molto generiche, non supportate da argomentazioni logiche, né da fonti.
Essere consapevoli di queste caratteristiche consente ai comunicatori di riconoscere il trolling in modo più rapido e di non lasciarsi coinvolgere in dibattiti che potrebbero generare effetti negativi.
RISPONDERE CON IRONIA E DISTACCO: UNA STRATEGIA VINCENTE
Una volta riconosciuti i troll, la risposta migliore è spesso quella di adottare un tono ironico e distaccato, senza alimentari ulteriori polemiche.
Molte aziende di successo, ad esempio, utilizzano un linguaggio leggero e autoironico per rispondere ai commenti provocatori, riuscendo a trasformare la situazione in un’opportunità per mostrare il lato umano e giocoso della propria comunicazione.
Rispondere con ironia e senza mostrare risentimento permette di:
- Sdrammatizzare: l’ironia riduce il peso del commento provocatorio, dimostrando che il marchio o la persona attaccata non si lascia destabilizzare facilmente.
- Neutralizzare la provocazione: la reazione ironica toglie al troll il potere di suscitare reazioni forti, privando il commento della capacità di destabilizzare il pubblico.
- Rafforzare l’immagine del brand: un brand che risponde con leggerezza e controllo dimostra professionalità e maturità comunicativa, aumentando la fiducia del pubblico.
Ad esempio, KFC è diventata famosa per le risposte ironiche e taglienti su Twitter, che rendono il tono della sua comunicazione unico e riconoscibile.
Questo approccio non neutralizza soltanto le provocazioni, ma aiuta anche a consolidare una community attiva e fedele che si riconosce nei valori del brand.
QUANDO È MEGLIO IGNORARE I TROLL
In alcuni casi, la strategia migliore può essere ignorare i troll, soprattutto quando la provocazione è palesemente volta a destabilizzare e non ha possibilità di apportare valore al dialogo.
Ignorare il commento di un troll non significa necessariamente essere passivi; è piuttosto una scelta consapevole, mirata a evitare di dare visibilità a provocazioni inutili che potrebbero distrarre l’attenzione dal contenuto principale.
Lasciare che commenti di trolling vadano “invisibili” può rappresentare un messaggio implicito: il brand o la persona attaccata non è interessata a confronti sterili o senza contenuto.
Questa strategia è spesso preferibile in situazioni in cui l’ironia o la risposta potrebbero non essere interpretate in modo univoco, o dove la provocazione stessa non merita un riscontro.
Tuttavia, è una strategia a doppio taglio. Infatti, spesso si dà l’impressione di non rispondere a quei commenti per mancanza di argomentazioni.
Perciò, se proprio non è possibile discutere civilmente con un interlocutore e ci si rende conto di avere di fronte una persona che non ha nessun interesse alla nostra comunicazione, ma cerca solo destabilizzazione e/o proprio tornaconto, meglio bloccarla.
SFRUTTARE I TROLL COME OPPORTUNITÀ PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE
Una gestione intelligente dei troll può trasformare le provocazioni in opportunità di crescita e di rafforzamento del brand. Quando le critiche, anche se espresse in modo provocatorio, contengono una parte di verità o toccano argomenti sensibili, possono fornire uno spunto di riflessione su cui lavorare per migliorare la propria comunicazione.
I troll, infatti, possono involontariamente mettere in evidenza aspetti del servizio o del prodotto che desiderano di maggiore attenzione o trasparenza.
Anziché rispondere con un atteggiamento difensivo, alcuni brand scelgono di riconoscere tali spunti e lavorare per rispondere in modo costruttivo. Questo approccio, sebbene più impegnativo, rafforza la percezione del brand come entità aperta alle critiche e disposta a migliorarsi.
Quando l’attività è di opinione, invece, come nel caso di giornalisti, opinionisti e analisti, la risposta a commenti con argomentazioni deve avvenire sempre con argomentazioni.
RAFFORZARE LA REPUTAZIONE CON UNA GESTIONE CONSAPEVOLE DEI TROLL
I social media offrono possibilità straordinarie di interazione, ma pongono anche di fronte al problema della gestione delle critiche e delle provocazioni.
Riconoscere e gestire i troll è parte integrante di una comunicazione efficace, in cui il confine tra satira e critica deve essere monitorato con attenzione.
La capacità di reagire con ironia e professionalità rappresenta una risorsa fondamentale, poiché non solo neutralizza l’impatto delle provocazioni, ma contribuisce anche a rafforzare l’immagine del brand, mostrando un’identità strutturata e matura.
Il bravo comunicatore sa che i troll possono essere trasformati da elementi di disturbo in opportunità di crescita, se gestiti in modo consapevole e, soprattutto, strategico.
D’altronde, chi sosteneva che “parlarne bene o male non cambia, purché se ne parli” aveva, in buona parte, ragione.
Sta a una gestione intelligente della comunicazione trasformare il “male” in opportunità e vantaggi.
Un esempio?
Dopo che Joe Biden ha definito i sostenitori di Donald Trump “spazzatura”, quest’ultimo è partito per un tour alla guida di un camion per la raccolta di rifiuti.
Il trionfo alle recenti elezioni, al di là del malcontento generale degli americani e delle visioni politiche, è anche figlio di una comunicazione pessima da una parte e geniale dall’altra.