QUANDO LA PAROLA DIVENTA GIUSTIZIA: IL PRIMO MAGGIO NELLA COMUNICAZIONE AZIENDALE? DARE VOCE A CHI CREA VALORE, OGNI GIORNO.

Un articolo di Pasquale Di Matteo

 

Immaginate le mani di Andrea, operaio in un cantiere edile? Callose, sporche di cemento, ma capaci di plasmare il profilo di una città intera.

O quelle di Sara, barista che all’alba prepara caffè già con un bel sorriso, ascoltando storie di clienti frettolosi?

E ancora, le gambe di Ahmed, rider che pedala sotto la pioggia per consegnare un pacco, mentre sogna un futuro migliore?

Sono volti e gesti che compongono l’architettura invisibile del lavoro, un mosaico di fatica e speranza.

Il Primo Maggio ricorre per ricordare lotte e rivolte per ottenere diritti e dignità. Per ricordarlo oggi, in un’epoca di gig economy e algoritmi, di lavoro frammentato, di egoismo e di AI.

Le aziende non possono limitarsi a celebrazioni retoriche, di routine, scontate.

Devono costruire ponti tra passato e presente, tra individui e organizzazioni. Tra passato e futuro.

Perché dietro il logo di un’azienda ci sono delle persone.

 

VALORI E COMUNICAZIONE: DIGNITÀ, SOLIDARIETÀ, PARTECIPAZIONE

  1. DIGNITÀ

Nella comunicazione aziendale, la dignità si incarna nel rispetto delle narrative individuali. Ogni ruolo, dal manager all’addetto alle pulizie, merita una rappresentazione che ne esalti il contributo unico all’interno dell’azienda.

Perciò, evitare stereotipi è cruciale e non basta mostrare “l’eroe stanco”, serve restituire complessità.

Come? Con mini-interviste che rivelano non solo cosa fa un dipendente, ma perché lo fa. Chiedendo di raccontare la sua storia, le aspettative, le sfide che è costretto ad affrontare ogni giorno.

  1. SOLIDARIETÀ

Lo storytelling è un collante quando unisce team e stakeholder attorno a una missione condivisa.

Un esempio viene dalle campagne di #VociInPrimaLinea, dove ogni collaboratore condivide il significato del proprio lavoro. Non si tratta di testimonianze fine a sé stesse, ma di tessere di un mosaico che rafforza l’identità collettiva. Di conseguenza, rafforza l’identità dell’azienda.

  1. PARTECIPAZIONE

La trasparenza si nutre di dialogo bidirezionale.

Townhall digitali con Q&A aperti, moderati da HR, permettono di affrontare temi scomodi senza filtri e riducendo al minimo eventuali inibizioni.

Sono espedienti grazie ai quali la comunicazione supera il monologo aziendale, trasformandosi in spazio di ascolto attivo e in feedback concreti.

 

APPLICAZIONE PRATICA IN AZIENDA: STRUMENTI E STRATEGIE

  1. EMPLOYER BRANDING

Spotlight settimanale “La Voce del Lavoro”, con video di 1-2 minuti con dipendenti di diversi reparti. Sottotitoli e musica soft per enfatizzare l’autenticità del progetto.

“Dietro le quinte” per mostrare i progetti in corso attraverso gli occhi di chi li vive, evidenziando sfide e soluzioni creative.

INTERNAL COMMUNICATION

Newsletter? Sì, ma non solo numeri e grafiche, e non solo voci dall’altro, bensì contributi scritti dai dipendenti. Una sezione potrebbe intitolarsi “Cosa mi rende fiero del mio lavoro” oppure “perché lavoro qui.”

Sessione live con domande in tempo reale, dove il CEO risponde insieme a rappresentanti sindacali, creando un dialogo paritario tra dirigenza e collaboratori.

CSR E COMMUNITY ENGAGEMENT

Evento ibrido (online e in presenza) con sindacati, dirigenza e dipendenti per discutere temi come smart working e welfare. Ma anche per proporre idee, stimoli, migliorie, progetti…

Grafica infografica con “I numeri del lavoro in azienda”: dati su formazione, promozioni interne e iniziative di benessere, condivisi su LinkedIn per rafforzare la reputazione esterna sia dell’azienda che dei singoli.

CHIAMATA ALL’AZIONE

Il Primo Maggio non è una parentesi retorica, ma un’occasione per riscrivere il patto tra aziende e lavoratori. Per ricordarci, innanzitutto, che un collaboratore è, prima di ogni altra cosa, una persona con una sua vita.

E ogni vita ha un carico differente di storie, problemi, vissuti e necessità.

In un’era di crisi di fiducia come quella in cui viviamo, le organizzazioni che scelgono di amplificare le voci reali – comprese quelle che provengono dal basso, quelle che costruiscono, servono, aiutano, innovano – non comunicano valori, ma li incarnano, tracciando nuove vie e nuove prospettive. Insomma, diventano esempi da seguire per cambiare il mondo del lavoro in meglio.

Perché, “DI CHI PARLA L’AZIENDA?”

“DI TE.”

 

Pasquale Di Matteo

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