GESTIRE L’INCARICO A DISTANZA
E I SENSI DI COLPA QUANDO SI STACCA LA SPINA
Un articolo di Cecilia Di Pierro
SI DICE CHE…
L’INTERPRETE NON DEBBA PROVARE EMOZIONI E DEBBA MANTENERE LE DISTANZE
Talvolta ci si trova ad essere interpreti in situazioni difficili.
QUANDO LA DISTANZA PROFESSIONALE DIVENTA COINVOLGIMENTO EMOTIVO
La “depersonalizzazione” è un concetto chiave per la figura professionale dell’interprete: il suo compito è quello di mettersi a disposizione di oratori e ascoltatori per favorire la comunicazione in modo imparziale, oggettivo e distaccato.
But …
Ma, c’è un ma…
Cosa succede, quando ci si ritrova a dover interpretare tematiche estremamente forti, delicate e sensibili, quali quelle del periodo che stiamo vivendo?
IMPARZIALITÁ E OBIETTIVITÁ DELL’INTERPRETE
Una delle sfide più grandi che gli interpreti devono affrontare, in cabina, è quella di rimanere imparziali e avere autocontrollo: ciò significa essere in grado di trasmettere le informazioni necessarie, mantenendo i nervi saldi e gestendo al meglio le emozioni.
È POSSIBILE CONTROLLARE LE EMOZIONI, MANTENENDO AL CONTEMPO CALMA E SANGUE FREDDO?
Anche se si è ben preparati, tutto questo diventa ancora più difficile quando si trattano temi ad alto impatto emotivo, quali, per esempio, discorsi politici, o a carattere medico, quando le potenti parole da parte dell’Oratore possono sconvolgere chiunque sia all’ascolto. Ne sono rimasti turbati non solo gli spettatori, ma anche gli interpreti, che proseguono il loro intervento con la voce rotta dall’emozione fino a vedersi costretti a fermarsi e chiedere scusa al pubblico.
È quanto mi è capitato durante un Congresso sulla Fibrosi cistica: bambini e piccoli pazienti, i soggetti di “Casi clinici”.
Genitori coinvolti e colpiti da tragedie umane.
“Il Caso 1” e il “Caso 2”: soggetti umani trattati come “Casi”. Com’è possibile? La mia considerazione in cabina, eppure…
Inspira, respira, accendi il microfono e parla!
E CHE DIRE DI CIRCOSTANZE NELLE QUALI L’INTERPRETE TEME DI PERDERE IL LAVORO, PERCHÉ…
“É stato bello lavorare con te, ma…” si sono create condizioni per le quali la persona incaricata non è ritenuta all’altezza della situazione, al punto tale da proporre un’alternativa.
Gli interpreti professionisti sono da sempre considerati un canale invisibile e imperturbabile, fondamentale per la comunicazione internazionale. Va ricordato, però, che si tratta di un canale umano, per cui non è raro che le emozioni, a volte, giochino un brutto scherzo e possano prendere il sopravvento durante il processo di interpretazione, specialmente se i temi trattati sono caldi e spinosi.
In un periodo teso, quale quello attuale, la pressione emotiva non è facile da gestire. Spesso agli interpreti sono sottoposti a carichi emotivi tali, da indurli quasi a scoppiare in lacrime durante l’interpretazione. La bravura di un’Interprete, in tale circostanza, consiste nel controllo delle emozioni e delle reazioni.
Quando si verificano situazioni incresciose, molti, a parte l’Interprete, capiscono la sensazione provata dalle persone coinvolte, al punto tale da restarne scossi e provare empatia, nonché simpatia, per il Professionista coinvolto.
EMPATIA E SIMPATIA PER L’INTERPRETE
I numerosi episodi accaduti rappresentano le difficoltà quotidiane con cui gli interpreti convivono. Questo è il quadro tipico degli Interpreti impiegati al Processo di Norimberga (1945-1946).
I primi interpreti in quell’occasione furono ebrei, o ex prigionieri dei campi di concentramento, fortemente coinvolti nella vicenda. Dalle testimonianze dell’epoca, risulta che i primi interpreti abbiano svolto un lavoro straordinario, nonostante la rabbia e le lacrime versate in cabina.
In altri termini: pressione emotiva alle stelle.
STATO DELL’ARTE AI GIORNI NOSTRI
Oggi la professione si è evoluta, sia in termini di sviluppo delle competenze (più ore dedicate alla preparazione, all’esercitazione e alla valutazione), che in termini di progresso tecnologico (i dispositivi attuali favoriscono dei processi di interpretazione molto più precisi e immediati). In alcune occasioni, però, gli ostacoli legati all’emotività e alla “depersonalizzazione” dell’interprete possono sembrare insormontabili.
Ogni grande professionista dell’interpretazione di conferenza sa bene che l’unica soluzione, per sfuggire a questo tipo di situazioni delicate e conflittuali, è quella di dividersi in due, essere, come sono solita dire scherzosamente, Dottor Jekyll e Mr. Hyde, prendendo le distanze e lasciando la propria identità da parte, anche se spesso si soffre insieme all’oratore. Talvolta basta poco per lasciarsi coinvolgere emotivamente, ma è importante ricordare che anche la sensibilità, e le emozioni, sono segno di professionalità, alias Umanità.
E, personalmente, non rinuncerei mai alla mia Umanità, per sembrare un automa privo di emozioni, sensazioni e sentimenti!
ECCO, DUNQUE, CHE È INEVITABILE FARE I CONTI CON L’EMOZIONE E L’EMOTIVITÁ UMANA, AFFRONTANDO UNA TEMATICA PARTICOLARE…
Proprio come l’Interprete “Particolare” (cit. Ana ), ovvero Cecilia – Autrice
SALTARE DI PALO IN FRASCA…
IL FAMOSO “PENSIERO LATERALE” DI CECILIA (cit.)
EMPATIA DELL’INTERPRETE E SENSO DI COLPA QUANDO VA IN VACANZA
PERCHÉ SENTIRSI IN COLPA QUANDO SI VA IN VACANZA?
Il senso di colpa quando ci si riposa: perché lo sentiamo e come superarlo
Come in molti altri settori, talvolta gli Interpreti, in qualità di Liberi Professionisti, si sentono in colpa quando si riposano.
Può sembrare un paradosso, eppure il “senso di colpa da vacanza è un sentimento comune a molti. Nonostante sia stato un anno difficile, in cui magari ci siamo confrontati con periodi di inattività, o in cui abbiamo lavorato in smart working, aumentando ancora di più il carico di stress, per coloro che hanno avuto la possibilità di dedicarsi un po’ al riposo, il periodo di ferie non è stato per tutti libero da sensi di colpa. E al di là delle vacanze estive, sentiamo queste emozioni anche quando dovremmo dedicarci al riposo nella nostra vita di tutti i giorni. È importante però ricordarsi sempre di una cosa: il riposo è un toccasana, per corpo e mente.
Staccare la spina riduce i livelli di stress, migliora i livelli di produttività, le prestazioni lavorative, la performance e, perché no? Anche le relazioni sociali ne beneficiano.
PERCHÉ, ALLORA, TALVOLTA, CI SI SENTE IN COLPA NEL TEMPO LIBERO?
Non è il mio caso, perché amo prendermi tutto il tempo libero che voglio, ma sento dire spesso che…
Non è facile prendersi del tempo libero.
Perché? Perché non riusciamo a staccare del tutto la mente dalle nostre responsabilità, e finiamo sempre per continuare a controllare e-mail, presi in un vortice infinito di cose da fare?
INTERPRETE SPEGNI IL MICROFONO, STACCA LA SPINA E VAI IN VACANZA
Il senso di colpa da vacanza
Come altri Professionisti, sabbiamo bene che le vacanze ci fanno bene e che ci siamo meritati quei momenti di riposo, ma a livello emotivo molti non riescono a fare a meno di rimproverarsi di aver lasciato in sospeso qualcosa o di aver lasciato scoperte le mansioni lavorative per alcuni giorni di riposo e relax. Perché succede?
Premesso che non rientro nel gruppo di coloro che si sentono in colpa in vacanza, osservo tuttavia questo atteggiamento diffuso tra colleghi e, spesso, discuto, proprio perché non rientra nel mio modo di vedere.
SIAMO O NON SIAMO LIBERI PROFESSIONISTI?
UNA VACANZA È VACANZA – PUNTO
Ricordate il gioco della Settimana enigmistica – Trova le differenze?
Senso di colpa da vacanza: trova il perché
Una volta identificato il malessere che assale un Professionista, Interprete e/o Traduttore, quando dovrebbe invece dedicarsi al piacere del riposo e del relax per ricaricare mente e corpo, occorrerebbe provare a trovarne l’origine. Per affrontare il senso di colpa dobbiamo necessariamente identificare la sua fonte. Ecco alcune domande che, a mio avviso, possono contribuire a fornire una risposta e iniziare un percorso di autoconsapevolezza.
PROVIAMO A FARCI DOMANDE
- Non siamo riusciti a portare a termine qualcosa di importante o cercare di raggiungere un obiettivo?
- Abbiamo l’impressione o la paura di poter deludere qualcuno?
- La nostra identità è interamente definita dal lavoro e non compierlo può rappresentare una perdita di sé stessi?
- Tenersi occupati è essenziale per mettere a tacere pensieri ingombranti?
RIPARTO DA ME STESSA
Siamo comunemente abituati a pensare che il riconoscimento degli altri sia di primaria importanza: quanto più riusciamo ad apparire persone di successo agli occhi degli altri, tanto più ci sentiamo accettati, amati e appagati. Tuttavia, dobbiamo capire che per costruire una vita sana e percorrere la strada del successo, è indispensabile dedicare del tempo a noi stessi. Iniziamo a riflettere sulle priorità della nostra vita, mettiamole nero su bianco e valutiamo in che modo il tempo libero e il riposo possono aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Spesso ci sentiamo in debito verso gli altri e se è vero che il senso di responsabilità è parte integrante dell’essere adulti, è anche vero che abbiamo il diritto di prenderci del tempo per noi stessi e salvaguardare la nostra salute fisica e mentale.
VACANZA E MENTE A RIPOSO
Come staccare la spina.
Perché ci sentiamo in colpa se ci prendiamo una pausa?
Staccare la spina durante le vacanze è fondamentale per il proprio benessere. Eppure sembra che sia sempre più difficile prendersi una pausa senza sensi di colpa. Come trovare equilibrio tra lavoro e tempo libero?
Nella vita quotidiana ci sentiamo spesso stressati e in affanno. I ritmi frenetici e gli impegni ci danno la percezione di essere continuamente in lotta contro il tempo. Per questo motivo, prendersi una pausa diventa fondamentale per il proprio benessere mentale.
PERCHÉ STACCARE LA SPINA
Dalla traduzione medica e dai numerosi congressi in ambito medico-farmaceutico, ho acquisito importanti nozioni e conoscenze sull’importanza di staccare la spina.
Durante l’anno le tensioni, dovute al lavoro e alle responsabilità quotidiane, fanno incrementare notevolmente i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, con varie ripercussioni sulla qualità del sonno, sul sistema immunitario, sul metabolismo e sul nostro generale stato di salute.
ECCO ALLORA CHE SI PARLA DI STRESS E COME COMBATTERLO
Sono solita dire scherzosamente: lo stress mi stressa.
COME RIDURRE LO STRESS DA LAVORO PER UN’INTERPRETE E/O TRADUTTORE?
Per ridurre lo stress è necessario staccare la spina: andare in vacanza abbassa i livelli di cortisolo, offrendo un’opportunità preziosa per rigenerarsi, ridurre la stanchezza accumulata durante l’anno e tutelare il proprio benessere personale.
In altri termini: prendersi una pausa migliora anche l’umore, aumenta le endorfine, il livello di serotonina, i neurotrasmettitori imputati al mantenimento della serenità personale, riducendo così il rischio di burnout e di malattie mentali.
Staccare la spina è, quindi, fondamentale per la nostra salute fisica e mentale.
QUANTO SPESSO PENSIAMO AL LAVORO ANCHE IN VACANZA?
MA ALLORA MI PENSI, MA QUANTO MI PENSI…LAVORO?
Anche quando siamo in vacanza non sempre siamo in grado di staccare la spina e godere appieno dei momenti di relax. Durante l’anno desideriamo fortemente andare in ferie, ma spesso, anche in vacanza pensiamo al lavoro molto più del necessario: controlliamo e-mail, rispondiamo a messaggi e continuiamo a sentirci coinvolti nelle nostre attività professionali.
Trovare un equilibrio tra lavoro e tempo libero non sempre ci risulta facile, spesso a causa dell’ansia del senso del dovere e del senso di inadeguatezza che proviamo quando non ci sentiamo “produttivi”. Lo confermano anche i dati relativi al “vacation shaming”, vale a dire il senso di ansia e senso di colpa provato anche solamente all’idea di chiedere le ferie.
SIAMO TUTTI STAKANOVISTI?
Perché non riusciamo a staccare la spina?
Alla base dell’eccessiva preoccupazione e del senso di colpa, collegati all’idea di andare in ferie, possono esserci problematiche più strutturate, quali preoccupazione per il lavoro non svolto, sindrome dell’Impostore, F.O.M.O., che non è una parolaccia, bensì un acronimo per Fear of Missing Out, ossia la paura di essere esclusi e di perdere preziose opportunità.
In pratica, lo stesso timore che si prova, talvolta, quando si sospende, o interrompe, l’attività Social.
Francamente non ho mai timore di staccare la spina: piuttosto mi definisco “scoppiata”.
IPERPRODUTTIVITÁ
Inoltre, la cultura lavorativa odierna spesso enfatizza e promuove un’incessante spinta alla produttività e alla cronofagia, ovvero la paura di essere divorati dal tempo, o non avere tempo per svolgere le proprie attività, portandoci a dover occupare ogni momento delle nostre giornate con attività necessariamente utili. Per molte persone il lavoro sta acquisendo un aspetto sempre più identitario e valoriale e ciò ha sbilanciato notevolmente le priorità personali in favore della produttività e dell’affermazione professionale.
Inoltre, l’evoluzione del mondo digitale ha reso sempre più sfumati i confini tra lavoro e vita privata: abbiamo accesso a qualsiasi informazione, da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Possiamo lavorare dalla camera da letto, in spiaggia o in treno ed è pressoché impossibile separare gli spazi lavorativi dal tempo libero.
Siamo sempre iperconnessi, non riusciamo a ignorare le notifiche in vacanza e perdiamo di vista la consapevolezza del tempo libero.
Tuttavia, per il nostro benessere mentale, è importante delimitare i tempi e gli spazi – fisici e mentali – da dedicare al lavoro, imparando a godere del tempo libero e a concedersi riposo e ozio.
LA DOMANDA DUNQUE NASCHE SPONTANEA
POSSIBILE STACCARE LA SPINA E GODERSI LE VACANZE?
CHE CONSIGLI DAREI A CHI SI APPRESTA AD ANDARE IN VACANZA?
Per gestire le ferie con maggiore serenità è importante mettere in atto alcune strategie.
Prima di andare in ferie è utile:
- pianificare e organizzare il lavoro in modo da distinguere le priorità;
- imparare a delegare, non solo per ridurre il carico lavorativo, ma anche per promuovere un ambiente di lavoro collaborativo;
- comunicare in maniera efficace per definire meglio i propri bisogni e stabilire i confini personali da rispettare durante il periodo di ferie.
E UNA VOLTA IN VACANZA?
Quando siamo in vacanza è bene seguire i seguenti suggerimenti:
- Fare un po’ di digital detox: la disconnessione dagli stimoli digitali offre al sistema nervoso la possibilità di “spegnere” tutto e riequilibrarsi. Se ci è difficile farlo da soli, è possibile utilizzare degli strumenti o delle app, per regolare le notifiche e gli accessi durante il tempo libero.
- Cambiare luoghi: cambiare ambiente, esplorare nuovi luoghi e cambiare prospettiva rompe le abitudini e offre la sensazione di aver davvero preso una pausa dalla routine quotidiana.
- Rallentare: non è necessario partecipare a tutte le attività o vedere tutte le attrazioni disponibili. In vacanza possiamo condurre un ritmo di vita più lento, in ascolto con i propri bisogni e interessi personali: possiamo dedicarci ad attività soddisfacenti, quali leggere, camminare nella natura o anche, solamente, riposare.
- Stare in contatto con la natura: il contatto con la natura produce numerosi effetti benefici sulla salute mentale. Trascorrere del tempo in ambienti naturali può ridurre i livelli di stress, ansia e depressione, favorendo il rilassamento, la calma e migliorando l’umore.
- Al momento sono molto in voga la pratica di mindfulness e meditazione: pur non rientrando nella mia pratica quotidiana, troppo pacati per la mia natura “movimentata”, riconosco che la mindfulness e la meditazione possono essere molto utili per ridurre l’ansia e migliorare la capacità di stare nel momento presente senza pensare al lavoro.
- Un altro modo per allentare la tensione è coltivare i rapporti con gli altri: le relazioni sociali di qualità sono fondamentali per il proprio benessere e aiutano a ridurre la sensazione di solitudine, condizione molto sentita soprattutto da chi lavora per tutto l’anno da remoto, in pratica isolato e “fuori dal mondo” sociale.
- Coltivare il rapporto con sé stessi: l’introspezione è molto utile per fermarsi e ascoltare i propri bisogni e desideri. Un buon ascolto di sé aiuta a orientare le proprie azioni, oltre le pressioni sociali e verso i valori personali, incrementando il proprio senso di realizzazione e soddisfazione.
EQUILIBRIO TRA LAVORO E TEMPO LIBERO
Staccare la spina e trovare un equilibrio tra lavoro e tempo libero è un diritto essenziale per il benessere psicologico e per la qualità della propria vita.
CONCEDERSI UNA PAUSA: CONDITIO SINE QUA NON PER LA SALUTE PSICOFISICA
Serve a recuperare le energie e ritrovare la creatività per affrontare le sfide di tutti i giorni. Per questi motivi, soprattutto quando si è in vacanza, è a mio avviso fondamentale imparare a usufruire del tempo libero, dedicandosi al riposo e all’ozio, senza provare inutili sensi di colpa.
La colpa lasciamola ai “Peccatori del cerchio dantesco”.
Se notiamo che il senso di colpa e le sensazioni spiacevoli persistono, andando a inficiare il nostro benessere, è forse il caso di ricorrere a un professionista, il qua ci può aiutare a sviluppare strategie per gestire queste emozioni e godere al meglio del proprio tempo libero.
LAVORARE PER IL SUCCESSO – ANDARE IN VACANZA È SUCCESSO
Il successo rende la vita più facile, ma non rende il vivere più facile.
[Bruce Springsteen]
La vacanza rilassa la mente, ma la mente spesso non va in vacanza.
Se vuoi goderti la vacanza, spegni tutto, disconnettiti dai dispositivi e collegati con te stesso.
[DPC]
Un articolo di