Bilanci, scadenze e pagine da sfogliare: sopravvivere all’estate da contabile
Un articolo di Federica Colonna
I mesi di Luglio e agosto per molti sono mesi di vacanza, mare, aperitivi al tramonto, serate in discoteca ( sono passati i bei tempi in cui facevo chiusura locali dopo aver ballato salsa per 5 ore di fila…aaaah beata gioventù)!
Per chi lavora per gli studi commerciali come me, però, sono un concentrato di scadenze che si rincorrono, si accavallano, si moltiplicano.
Ogni 15 giorni c’è qualcosa da chiudere: IVA da aggiornare, bilanci infrannuali da preparare, prime note che si accumulano come i panni sulla sedia ce non ti va di stirare perché “Fa caldo Anto’!”, Intrastat da non dimenticare (mai), e dulcis in fundo… il lavoro di agosto da far stare nei primi 10 giorni. Perché poi, giustamente, si va in ferie, no?
Peccato che per arrivarci serva un tour de force degno del Giro d’Italia, versione “contabile in infradito”.
E come se non bastasse, ci si mette anche il caldo. Quello malagueño, nel mio caso. Un caldo che non invita certo alla concentrazione. Anzi, il mouse scivola, Excel si ribella, la mente vaga e il corpo – poverino – chiede pietà.
In mezzo a tutto questo, però, ho scoperto una salvezza semplice e potente: i libri.
“I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti”, diceva Charles W. Eliot.
E aveva perfettamente ragione.
Leggere mi salva.
Mi permette di rallentare i pensieri quando corrono troppo veloci dietro alle scadenze.
Mi alleggerisce la mente.
Mi fa viaggiare in altri luoghi, tempi e situazioni.
Mi fa riflettere, a volte facendo parallelismi con quanto è successo nella mia vita, guardando le cose da un’altra sprospettiva, che siano sul lavoro, sulla vita o semplicemente sul modo più efficace per sopravvivere all’estate contabile senza perdere la testa.
Che siano romanzi, saggi, racconti brevi o manuali di crescita personale (che a volte sembrano scritti proprio per chi vive con una to-do list infinita), leggere è un modo per tornare a respirare.
Per questo, dopo una giornata ( che ultimamente è lunga 12 ore) di registrazioni e prospetti excell, cerco sempre di ritagliarmi uno spazio serale per leggere qualcosa che mi faccia uscire dai numeri, anche solo per un attimo.
In poco più di due mesi sono passata dalle faide per il controllo di un regno nell’Inghilterra del primo Medioevo, (“I pilastri della terra” di Ken Follet), allo sviluppo di una storia di amicizia nella Napoli anni 50 fino ai nostri giorni, arricchita da fatti politici e sociali degli anni 60 e 70 (“L’amica Geniale” di Elena Ferrante).
E voi?
Qual è il vostro “antidoto” contro il sovraccarico da scadenze?
E se leggete anche voi per sopravvivere a questi mesi, accetto consigli! 😉