ABITUDINI A LAVORO

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

ABITUDINI COMUNI DI UNA CATEGORIA PROFESSIONALE

 

QUALI SONO I MOTIVI CHE POSSONO INDURRE UNA TRADUTTRICE A FARE UNA RICERCA PER SCOPRIRE IL SIGNIFICATO DELLE ABITUDINI

Qualche giorno fa, leggendo un Articolo di un Collega, mi sono imbattuta in alcune considerazioni a mio avviso “strane”, mai sentite prima, relative alla mia professione, quella di Traduttrice e Interprete.

La curiosità innata che contraddistingue la nostra categoria, peraltro requisito fondamentale per fare una buona traduzione, nonché fare un’ottima interpretazione, mi ha indotto ad effettuare delle ricerche.

 

Ho scoperto che…

 

ABITUDINI

Gli psicologi non hanno dubbi: ci sono alcune abitudini, diffuse tra gli esseri umani, tipiche solo delle persone davvero intelligenti.

“Se un son grulli un li vogliono” – La mia battuta è dunque smentita.

SEGNALI COMUNI E COMPORTAMENTI TIPICI DI INTELLIGENZA
Alcuni comportamenti comuni potrebbero essere segnali di intelligenza. Scopriamo insieme quali sono e perché sono legati al quoziente intellettivo.

Se pensiamo ad una persona intelligente, tendiamo ad associarla a comportamenti ordinati e meticolosi, autodisciplina, razionalità e un certo rigore nella vita quotidiana. Nell’immaginario comune, l’intelligenza è spesso legata all’eccellenza scolastica, al successo professionale o alla capacità di risolvere problemi complessi.

A tale proposito, ricordo le discussioni divertenti avute con le mie compagne di Liceo, secondo le quali io sarei stata una “secchiona”, per i bei voti riportati in tutte le materie.

A scanso di equivoci: non sto vantandomi dei risultati brillanti conseguiti, anche perché sarebbe stupido da parte mia vantarmi di qualcosa che non riguarda i lettori del presente Articolo – Sarebbe un clamoroso fuori tema – off topic per dirla in inglese (in fondo ho seguito un percorso linguistico. Perché non usare un termine inglese ogni tanto?).

Sto soltanto mettendo in relazione il mio lavoro di Traduttrice e Interprete con un requisito importante e irrinunciabile: il valore dell’intelligenza umana per lo svolgimento di un’attività intellettuale.

A tale proposito, mi sia consentito il richiamo alla supremazia dell’Intelligenza Umana rispetto alla tanto osannata Intelligenza Artificiale (piccolo, ma necessario, inciso).

 

CONTINUA…

 

Che cosa accadrebbe se alcuni comportamenti considerati poco virtuosi, o addirittura difetti, nascondessero, in realtà, una mente brillante?

“BLINDED BY THE LIGHT”

(Bruce Springsteen)
Negli ultimi anni, numerose ricerche scientifiche hanno iniziato a mettere in discussione molte delle nostre convinzioni legate all’intelligenza. In particolare, alcuni studiosi hanno osservato che esistono tratti comportamentali piuttosto comuni tra le persone con un quoziente intellettivo elevato, ma che raramente vengono associati a essa. Sono abitudini spesso criticate, o addirittura considerate “strane”, eppure potrebbero indicare una mente attiva, analitica e profondamente curiosa.
Nel caso specifico, della scrivente: la sottoscritta.

Prendiamo per esempio la mia passione per la Musica – Il riferimento a Oh my Boss è d’obbligo –

Ho la buona abitudine di ascoltare regolarmente musica a lavoro, mentre traduco, o svolgo (raramente) attività domestiche, mentre sono sdraiata al sole in vacanza, al mare o in terrazza, oppure prima di addormentarmi.

 

ABITUDINI DELLE PERSONE INTELLIGENTI SECONDO GLI SCIENZIATI
Cosa rivela la scienza sulle abitudini delle persone intelligenti?
Da uno Studio condotto dall’Università di Toronto, oggetto di una traduzione svolta per conto di un mio cliente, sono emersi risultati particolari e a mio avviso strani: alcune abitudini, spesso percepite come difetti, potrebbero, indicare un quoziente intellettivo superiore alla media. Nello specifico, i ricercatori hanno rilevato tre comportamenti ricorrenti tra le persone con un quoziente intellettivo elevato.

RIVELAZION DELLA SCIENZA SULLE ABITUDINI DELLE PERSONE INTELLIGENTI

Con mia grande soddisfazione, ho scoperto che ci sono atteggiamenti potenzialmente soggetti a critiche, abitudini di vita quotidiana, apparentemente collegati a una maggiore attività cerebrale, una spiccata capacità creativa e una marcata apertura mentale.

 

QUALI SONO?

Tipici della mia persona: mi scusino gli appassionati dell’ordine…

 

BECAUSE THE NIGHT…

(Bruce Springsteen)

Presto detto, tre è il numero perfetto: disordine, essere nottambuli e spiccata curiosità. Essere disordinati, ad esempio, è spesso associato a mancanza di disciplina o scarsa organizzazione. Tuttavia, lo studio suggerisce che molte persone intelligenti usano il disordine come stimolo creativo.

Eccomi: a voi una persona tanto ordinata a lavoro, quanto disordinata in casa, o nella propria sfera privata – il mio Studio ne è un’evidente dimostrazione.

“Nel mio disordine ci capisco soltanto io”

Cit. Nonna Rita

 

ALTRE “ABITUDINI” DELLE PERSONE INTELLIGENTI

Perdere le chiavi di casa, non ricordare dove aver conservato il portafoglio o non riuscire a trovare il caricabatteria dello smartphone: potrebbero essere l’indicatore di una mente brillante.

DAL CAOS ALLA CREATIVITÁ

In un ambiente apparentemente caotico, il cervello riesce a stabilire connessioni meno ovvie, trovando soluzioni originali a problemi complessi. Il disordine, in questi casi, non è segno di trascuratezza, ma è, piuttosto, il riflesso di un pensiero flessibile e non convenzionale.

Anche il fatto di essere nottambuli è stato interpretato da molti come una cattiva abitudine, legata a stili di vita poco sani. Ma la ricerca canadese propone un’altra lettura: chi tende a lavorare, o pensare meglio nelle ore serali, o notturne, spesso mostra una maggiore autonomia cognitiva e una mente più attiva nei momenti in cui tutto intorno è silenzio.

 

THE SOUND OF SILENCE

Oltre che un bellissimo brano di Simon e Garfunkel, è anche la condizione dominante in un ambiente di persone nottambule, come me, che lavorano, per scelta, mentre gli altri dormono.

 

QUALI SONO LE RAGIONI PER LE QUALI ALCUNE PERSONE SCELGONO DI LAVORARE LA NOTTE

Il silenzio e l’assenza di stimoli esterni favoriscono la concentrazione e la riflessione profonda.

Infine, la curiosità si conferma uno dei tratti distintivi – mi verrebbe da dire Personal Marker (credo di avere appena inventato un termine ad hoc, pensando a una parola simile utilizzata in ambito medico – Marker tumorali- sebbene di significato diverso, fortunatamente) delle persone intelligenti.

Non si tratta solo di voler sapere di più, ma di un desiderio costante di comprendere il “perché” delle cose, di esplorare idee nuove, di mettere in discussione ciò che è dato per scontato. È una forma di intelligenza in movimento e da una persona come me, in perenne movimento, non può che ricevere il plauso e l’implementazione.

 

IN CONCLUSIONE

Le persone curiose apprendono continuamente, fanno associazioni mentali per collegare concetti apparentemente estranei gli uni agli altri – “Un c’incastra nulla” mi verrebbe in fiorentino – e si adattano più facilmente a contesti nuovi o complessi.

Disordine, notti insonni e curiosità instancabile non sono solo tratti caratteriali, ma possono essere segnali di una mente vivace, creativa e aperta alla complessità. Perché, dunque, non ascoltare queste abitudini, che possono svelarci meravigliosi e inesplorati percorsi sulla nostra persona?

 

Disordine in fundo e Magia della notte

“Show a little faith, there’s magic in the night”

 

“Mostra un po’ di fede, c’è magia nella notte.”

(Bruce Springsteen “Thunder Road”)

 

“Abbi fede Angelina, perché so io con chi ti lascio”

Ultime parole pronunciate da mio Padre a mia Madre, prima di morire.

Non voglio cadere nella drammaticità, ma, mentre le lacrime scendono lungo le guance, torno con la mente a un aneddoto, triste, eppure divertente allo stesso tempo, perché erano le parole che mia Madre ci diceva spesso quando le davamo del filo da torcere.

“So io con chi ti lascio” riferito a 4 bambine buone, educate, ma vispe, come si direbbe a Firenze, con particolare riferimento alla più piccola, me.

 

Non è un atto di fede cieca, quanto, piuttosto, un invito spassionato e concreto alla fiducia.

 

DALLA MAGIA DI BRUCE ALLA FIDUCIA DI UNA TRADUTTRICE E INTERPRETE

Basta un piccolo atto di fiducia per scoprire che la notte, emblema di libertà e fuga dalle noiose regole quotidiane, di possibilità ancora inesplorate, può trasformarsi in promessa – “Promised Land”.

La “magia” non è un sogno irrealizzabile: essa è, piuttosto, l’energia vitale scaturita quando si osa credere.

 

Siamo fatti di sogni.

Viviamo per sognare

 

UN ARTICOLO DI

 

CECILIA DI PIERRO

 

 

 

 

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