AGGIUNGERE VITA AI TUOI ANNI

Un articolo di Alessandro Carli

 

Blaise Pascal diceva: “Non cercare di dare più anni alla tua vita… meglio aggiungere più vita ai tuoi anni”.

 

Non è soltanto una bella frase… saggia… ispirante… Si dà il caso che aggiungendo vita agli anni… si danno anche più anni alla vita!

In un articolo dell’anno scorso sul Corriere della Sera, Milena Gabanelli e Francesco Tortora riportavano alcuni dati interessanti sulle aspettative di vita, scrivendo che “gli over 65 che lavorano hanno tre volte più probabilità di stare meglio fisicamente rispetto a chi è inattivo e il 50% di probabilità in meno di contrarre patologie serie, come cancro o malattie cardiache”. (Per leggere tutto l’articolo, clicca qui )

Non è una cosuccia da nulla. Anche se in qualche modo avevo già intuito che lavorare “mantiene giovani”, non avrei mai immaginato che il declino fisico di chi va in pensione potesse essere così importante.

In realtà, non credo che sia il lavoro in sé ad allungare la vita, ma continuare a coltivare interessi e, soprattutto, avere uno scopo!

 

Uno scopo è il fertilizzante della nostra vita

Credo di non esserci andato troppo lontano: avere un’occupazione dà anni alla nostra vita.

Sottolineo  occupazione… non lavoro (o non necessariamente).

Non siamo su questo pianeta per spassarcela, ma per perseguire uno scopo, come dicevo… una missione, un intento.

Se sei molto coinvolto nel tuo lavoro, rendere più forte e prospero il tuo business potrebbe essere il tuo scopo.

Se vuoi veramente prenderti cura della tua famiglia, seguendo e facendo crescere figli solidi e responsabili, questo è il tuo scopo (e che scopo!).

Se hai un hobby o una passione che ti prende, coltivarli è il tuo scopo (meglio se qualcosa di più sostanzioso del collezionare coleotteri… con tutto il rispetto per quest’ultimi).

Se senti il desiderio di dare il tuo contributo per una causa, umanitaria o di altro tipo, non dovresti rinunciarci.

Dopo aver lavorato una vita, magari con un impiego che hai tenuto solo per mantenere te e la tua famiglia, poterti dedicare a qualcosa che ti coinvolga è di certo uno scopo.

Non devi nemmeno scegliere cosa fare: un’attività non ne esclude un’altra… l’importante è che abbia un forte significato per te.

 

Dare il tuo contributo è il punto

E senza aspettare di arrivare all’età della pensione per fare ciò che avresti sempre voluto fare, scegliti un’attività lavorativa che dia spazio alla tua indole, alle tue inclinazioni, alle tue passioni, ai tuoi interessi… Spesso, accontentarci di un lavoro che non ci piace e che c’ingabbia raccontandoci che abbiamo una famiglia da mantenere è spesso solo una scusa per non fare ciò che vorremmo veramente perché richiederebbe troppo rischio e/o troppo impegno.

Certo, non tutti possono svolgere lavori o professioni che molti sognano di fare, come il cantante, l’attore, l’influencer, l’artista, il calciatore, ecc., che sono spesso poco più che desideri adolescenziali e che lasciano il tempo che trovano; ma non significa che tu non possa svolgere un lavoro “normale” che in qualche modo riprende lo scopo/significato che pensavi di perseguire facendo ciò che sognavi.

Il lavoro o la passione in sé contano poco o nulla. Ciò che conta è il servizio o il contributo che vuoi dare grazie al lavoro che vorresti fare.

Mettiamoci il cuore in pace: i lavori da sogno non sono per tutti, poiché in una società competitiva come quella in cui viviamo, solo coloro che hanno un talento eccezionale hanno successo nel loro  campo… o coloro che sono disposti a qualunque cosa pur di entrare in “certi giri”, ma al prezzo di diventare carne da macello.

Non voglio smorzare i sogni di nessuno, ma dobbiamo anche guardare in faccia la realtà.

 

Molti modi per uno stesso scopo

Quando avevo 18-19 anni volevo fare cinema, come regista, ed ebbi la fortuna di trovarmi in Brasile per collaborare nella produzione di un film che vedeva come protagonista la principessa Ira von Furstemberg, molto famosa in Sudamerica all’epoca, e diretto dallo zio di Virna Lisi (Alberto Pieralisi).

Ho letteralmente toccato il cielo con un dito. Il mio incarico non era di grande levatura, ma mi si era prospettata l’eventualità di partecipare anche come attore in altre produzioni.

Per tutta una serie di eventi, le cose non andarono poi come speravo e chiusi definitivamente quel capitolo. Mi trasferii in Italia e lavorai come impiegato per un paio di aziende prima di imbattermi in ciò che avrebbe poi segnato il resto della mia vita.

Nel 1987 feci il mio primo corso di crescita personale ed ebbi poi l’opportunità di collaborare con l’organizzazione che proponeva questi corsi, aprendomi la strada alla professione che svolgo a tutt’oggi.

Un ripiego? Niente affatto.

Qualche tempo fa mi chiesi perché ci tenevo così tanto a fare cinema. Oltretutto, volevo dedicarmi alla scrittura (sceneggiatore) ed alla regia… recitare era solo per divertimento. Stiamo parlando degli anni ’70, quando il cinema era molto impegnato (soprattutto in Italia) ed invitava a profonde riflessioni su di sé, sulla società, ecc.: questo mi attirava molto.

Poi mi sono chiesto cosa ci fosse nel lavoro di formatore e di coach per la crescita personale che mi attirasse così tanto. Indovina un po’…

Esatto: la stessa cosa che tempo prima mi attirava del cinema, cioè stimolare le persone a conoscersi meglio ed a trovare il loro autentico ruolo nella società.

Una coincidenza?

 

Conclusione

Ciò che desideriamo ci dice cos’è importante per noi in un determinato momento della nostra vita ed è una forza molto potente finché la nutriamo.

Poi, per mancanza di coraggio, per convenienza o per una scarsa visione di sé, vi rinunciamo e decidiamo di “mettere la testa a posto” scegliendo (si fa per dire) un impiego che ci dia una certa garanzia.

Prendiamo per scontati i nostri desideri, quasi fossero capricci, ma essi ci suggeriscono ciò per cui siamo nati e quando non ne teniamo conto, il nostro spirito e anche il nostro corpo s’indeboliscono e ad un certo punto ci abbandonano, come ci dicono le statistiche.

Non preoccuparti di cosa DEVI fare della tua vita. Preoccupati di cosa VUOI fare e POI cerca di capire quale lavoro ti consente di farlo. Magari non è esattamente ciò che avevi in mente, ma come ho spiegato, ci sono molti modi per vivere uno stesso scopo.

E non ci penserai nemmeno di andare in pensione.

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