ALLA RICERCA DEL BENESSERE AZIENDALE
Un articolo di Alessandro Carli
Nell’ambito della crescita aziendale, fra i testi e i corsi che vanno per la maggiore ci sono quelli dedicati al cosiddetto Empowerment delle risorse umane ed al Teambuilding. In sostanza, ti spiegano come indurre le persone a lavorare più volentieri per l’azienda in cui si trovano (perché non vadano da qualche altra parte) ed a performare meglio e di più sia a livello individuale che in squadra.
Non per essere polemico, ma cosa c’è di poco chiaro nei comandamenti “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” e, di converso, “Fa agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”?
Questi “segreti” ci sono stati rivelati 2000 anni fa e sono tuttora validi: qual è il problema, allora? Perché si devono investire migliaia di euro per addestrare dei manager a fare ciò che il semplice buon senso suggerirebbe anche al titolare di una tabaccheria?
Prendiamo il primo comandamento, “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”: cosa potranno mai odiare i dipendenti, del loro lavoro? Vediamo:
– Essere trattati come numeri;
– Essere sottopagati e, magari, sfruttati;
– Avere a che fare con capi che soffino loro continuamente sul collo;
– Essere adibiti a mansioni poco qualificanti;
– Lavorare in un ambiente dove emergano spesso conflittualità tra colleghi e coi superiori;
– Ecc.
E cosa dire del “Fa agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”? Cosa potrebbero mai volere i collaboratori dal loro lavoro?
– Essere ascoltati e considerati?
– Che il loro contributo venga valorizzato, riconosciuto e loro stessi apprezzati?
– Poter comunicare apertamente le proprie idee e perfino i propri sentimenti senza che vengano demoliti o perfino ridicolizzati?
– Lavorare in un ambiente dove ci si rispetti e ci si sostenga a vicenda?
– Svolgere un lavoro gratificante e che offra delle reali opportunità di crescita?
– Ecc.
Chi l’avrebbe mai detto, eh?
Come dico spesso, le persone non sono né stupide né cattive, ma diventano entrambe le cose quando, con il loro modo di pensare, si rifiutano di accettare ed essere conseguenti a ciò che di fatto si sa sin dall’inizio dei tempi e che accendono i migliori e i peggiori sentimenti nell’essere umano. E’ la perversa logica di fondo in ancora tante, troppe aziende: usare le persone migliori per realizzare i loro obiettivi, anziché usare i loro obiettivi per realizzare persone migliori.
Cosa mai potrà venir fuori di buono da questa logica?
Basterebbe tenere a mente i 4 Bisogni Emozionali e i 2 Bisogni Spirituali messi a punto da Anthony Robbins per capire come promuovere benessere, in azienda e non solo.
- Il bisogno di Certezza – Le persone hanno bisogno di avere dei riferimenti solidi su cui possono contare: a parte la certezza di uno stipendio, che è sacrosanta, anche quella di lavorare in un ambiente dove ci siano regole, politiche, processi, ecc. che siano quelli e non che cambino secondo necessità o l’estro di qualche responsabile. Non significa rendere rigida l’azienda, ma fornire un preciso perimetro operativo entro il quale essa intende muoversi, ispirato ad una mission e ad una vision aziendali chiare e condivise;
- Il bisogno di Varietà – Paradossalmente, è un bisogno opposto a quello precedente, ma comunque importantissimo. Troppa Certezza (il cui bisogno rimane assolutamente), infatti, rende l’ambiente pesante e decisamente poco stimolante. Un minimo di rischio, di imprevisto, di azzardo ci deve essere, non te la puoi giocare tutta sempre sul sicuro… anche perché è grazie a questo bisogno che sentiamo lo sprone a crescere;
- Il bisogno di Significato – È fondamentale, per ogni persona, sapere di contare, di avere importanza, di esistere e di lavorare per uno scopo, di essere unico. Ricordiamoci che una squadra è fatta di tante individualità e se si vuole rendere forte la squadra occorre esaltare l’individualità di ogni componente. Soddisfare questo bisogno fa letteralmente esplodere il livello di motivazione e garantisce la fedeltà e l’impegno del collaboratore;
- Il bisogno di Legame – Quando la persona sente di aver acquisito Significato non ha più bisogno di provare niente a nessuno e, a quel punto, cerca un vero e forte legame emotivo coi suoi colleghi e i suoi superiori. In un ambiente sano come quello che un’azienda dovrebbe voler promuovere, non c’è posto per competizioni e personalismi e tutti s’impegnano al massimo per beneficiare il gruppo/l’azienda.
- I bisogni di Contribuire e di Crescere – Pur essendo distinti, inserisco questi due bisogni Spirituali insieme perché sono complementari e si rafforzano a vicenda. Soddisfatti i bisogni Emozionali, viene spontaneo voler contribuire dando il massimo. Tuttavia, finché non si cresce, in termini di conoscenza, di competenza, di sviluppo dei propri talenti, di risorse interne, ecc., cosa si ha da contribuire? Si contribuisce di più crescendo, quindi, e si cresce sempre di più contribuendo.
Non è scienza nucleare, dico bene?
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