Assistente Virtuale: Fuffa o Opportunità?
Un articolo di Federica Colonna
Negli ultimi anni, la figura dell’assistente virtuale (AV) sta guadagnando sempre più attenzione.
Ma cosa si cela dietro questa professione emergente? È davvero una soluzione miracolosa o si tratta solo di una moda passeggera?
Cos’è un Assistente Virtuale?
Prima di tutto, è fondamentale chiarire cosa sia un assistente virtuale.
Non stiamo parlando di intelligenza artificiale come Siri o Alexa.
Questa PROFESSIONE, perché di professione stiamo parlando, è nata negli Stati Uniti alla fine degli anni ’90, inizialmente focalizzata per mansioni di segreteria e assistenza di direzione, ma con il tempo si è ampliata includendo servizi di contabilità, amministrazione, gestione dei social network, e molto altro.
Un AV è quindi, una PROFESSIONISTA reale, che lavora da remoto eseguendo compiti delegati dal cliente.
Fuffa o Opportunità?
Il dibattito sulla validità di questa professione è acceso. Alcuni venditori di corsi di formazione (perché ci sono anche formatori molto seri!) spesso dipingono un quadro idilliaco: un perfetto equilibrio tra lavoro e vita privata, indipendenza economica, e crescita professionale. Vendono questa professione come una “via di fuga” da un capo stressante, da una vita lavorativa insoddisfacente o dal traffico quotidiano.
Tuttavia, molte di queste promesse sono fuorvianti.
La realtà è tutta un’altra storia.
Quindi, l’assistente virtuale è solo fuffa? Assolutamente no.
Tuttavia, è essenziale comprendere bene cosa comporta intraprendere questa strada.
La FORMAZIONE è fondamentale. È importante iniziare il percorso con professionisti esperti che possano insegnare non solo come sfruttare le proprie competenze (perché da quelle si parte, non ci si inventa nulla), ma anche cosa comporta aprire una partita IVA, gestire le responsabilità burocratiche, trovare clienti online, strutturare offerte, e stabilire tariffe.
Inoltre, passare da dipendente a lavoratore autonomo richiede un cambiamento significativo di mentalità. Non ci sono garanzie di reddito o tempistiche di successo. Se non si trovano clienti, non si fattura e quindi non si guadagna.
L’organizzazione del tempo per lo svolgimento del lavoro è fondamentale, poiché lavorare da casa spesso significa lavorare di più, e non è cosi semplice.
Sono necessarie delle competenze innate come:
ORGANIZZAZIONE e AUTODISCIPLINA
Un’AV deve essere estremamente organizzata e disciplinata. La capacità di conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative è essenziale, come dedicarsi gli spazi fisici e temporali necessari. Essere proattivi, studiare continuamente, e migliorarsi sono aspetti fondamentali del lavoro, per garantire al cliente un servizio di qualità e di valore.
RESPONSABILITÀ e PREPARAZIONE
Aprire una partita iva non ti rende un/una professionista né un’imprenditore/trice.
Devi essere responsabile dei tuoi numeri, della crescita della tua attività, delle tue scadenze. Sembrano cose scontate ma spesso non lo è! Un’AV, come qualsiasi altro professionista, deve saper gestire questi aspetti ed essere consapevole di ciò che fa.
FOCUS ed ELASTICITA’ MENTALE
Per poter gestire molte mansioni per clienti differenti, oltre che di una super organizzazione, hai bisogno di grande concentrazione ed elasticità mentale. Per passare da un compito ad un altro, avendo a che fare con clienti diversi, che hanno esigenze e sensibilità diverse, devi avere grande sensibilità, empatia, e focus mentale.
Insomma non è proprio come essere una dipendente a partita iva non credi?
Nonostante questo, la professione dell’AV è spesso sminuita. Alcuni la paragonano a quella di un maggiordomo o di una cameriera, a disposizione del cliente per qualsiasi richiesta. Questo è un grave errore. Un’ AV non lavora “per te”, ma “con te” per raggiungere obiettivi comuni, liberando tempo per attività più produttive.
Questo tipo di comunicazione è fuorviante e poco rispettosa anche per i clienti, i quali devono cambiare approccio.
Un assistente virtuale è una professionista, non un servizio on-demand o “ricaricabile”. Ha una propria organizzazione, orari e scadenze, e ovviamente giorni di riposo. I clienti devono trattarla come tratterebbero qualsiasi altro professionista, come un commercialista, un avvocato o un web designer, ad esempio.
Se il cliente non è in grado di gestire questo modo di lavorare, è opportuno che trovi del personale da assumere.
Concludendo, per fare (spero) definitivamente chiarezza:
la professione di assistente virtuale rappresenta un’opportunità o è l’ennesima fuffa online?
Per chi vuole intraprendere questa professione, è una grande opportunità che ti consente di lavorare in remoto, ma non è una soluzione magica. Richiede formazione, disciplina, e una chiara comprensione delle responsabilità coinvolte. Evitate chi promette sogni irrealizzabili e preparatevi ad affrontare una sfida professionale che può offrire grandi soddisfazioni, ma solo con il giusto impegno e dedizione.
Altrettanto vale per i potenziali clienti.
Affidarsi ad un’AV è una grandissima opportunità per chi sa gestire e organizzare il lavoro senza avere necessariamente la persona fisicamente in loco. E’ un’occasione per avere al suo fianco una professionista responsabile e preparata, che non sta “alle sue dipendenze” ma lo affianca ed accompagna, alla pari, nella gestione di alcuni aspetti della sua attività.