Cambiare tutto con un “se”

Un articolo di Alessandro Carli

 

Esiste una parola magica che ha il potere di stravolgere – in meglio – le nostre ed altrui vite.

È fatta di una sola sillaba, due lettere, ma il suo effetto sulla nostra mente è dirompente, talmente potente da cambiare completamente la nostra realtà, facendoci transitare da una dimensione ad un’altra con la stessa nonchalance con cui ci cambiamo le scarpe.

È la parola che ci consente di mettere in discussione qualsiasi cosa, di ipotizzare un futuro diverso, di avviarci verso la reale soluzione ad un problema, di immaginare una vita diversa e molto altro ancora.

E la cosa più incredibile è che riesce a fare tutto questo senza mettere in allarme la nostra mente, senza scatenare conflittualità e senza sollevare resistenze… o perfino superarle se già fossero in atto.

Questa parola è “se”.

Questa semplice particella è ben conosciuta da quei professionisti, come i comunicatori, i coach, gli psicologi, ecc. che hanno bisogno di aiutare l’interlocutore di turno a cambiare il suo approccio ad una questione che lo assilla da qualche tempo e che non riesce a risolvere.

In realtà, l’ipotesi è ciò che da sempre sta alla base della filosofia e della scienza: più o meno tutto ciò che vediamo attorno a noi è il risultato di una domanda che qualcuno si è posto ad un certo punto come ipotesi, per non parlare di quelle tecniche, quali il brainstorming, il problem-solving, il decision-making e altre che vengono usate praticamente in ogni settore e area della nostra vita.

 

Costruire una nuova realtà

La comunicazione è una scienza in sé e, come tale, è soggetta a precise regole e perfino leggi che vanno rispettate rigorosamente se non si vuole mettere a rischio non soltanto il risultato che s’intende ottenere con essa, ma anche il rapporto con i nostri interlocutori.

Una di queste regole è di non contraddire o contrastare direttamente le loro convinzioni. Le nostre convinzioni sono sacre per ognuno di noi, ma sono anche molto deboli perché spesso basate su un assunto più che su un dato di fatto acclarato.

Questo significa che, da una parte, qualsiasi tentativo di minimizzare o addirittura di sgretolare una convinzione comporta un’immediata reazione difensiva, anche piuttosto seria e, dall’altra, con un minimo di accortezza, fare in modo che sia l’interlocutore stesso a mettere in discussione la propria convinzione.

Ad esempio:

L’altro: Questo progetto è troppo ambizioso per noi, in questo momento. Dovremmo acquisire risorse che non abbiamo, ci costerebbe troppo…

Tu: Non credo affatto che sia un progetto troppo ambizioso. Anzi, vi trovate ad un punto del vostro percorso che richiede che facciate qualcosa per dare una svolta alla vostra azienda! Le posso anche spiegare come…

Questa risposta può di primo acchito sembrare incoraggiante, ma in realtà è deleteria. Se il proprio interlocutore ritiene che il progetto sia troppo ambizioso, a torto o a ragione, questo è ciò che pensa/crede e lo difenderà con le unghie e coi denti. Poi, da esterno, gli si va pure a dire a  che punto si trova la sua azienda, cosa deve fare in proposito e, ciliegina sulla torta, ci si permetti anche di spiegargli come lo dovrebbe fare…!

 

Il potere di una semplice ipotesi

Con tutta la buona fede e le migliori intenzioni, non vai da nessuna parte perché l’altro si chiuderà a riccio per difendere la sua posizione e restare in controllo… controllo che, anche inconsapevolmente, avrai cercato di portargli via.

Occorre portare la conversazione su tutt’altro piano.

L’altro: Questo progetto è troppo ambizioso per noi, in questo momento. Dovremmo acquisire risorse che non abbiamo, ci costerebbe troppo…

Tu: Può essere, ma… e se il progetto non fosse poi così ambizioso e foste già in grado di affrontarlo, con tutte le risorse e i soldi necessari, con rischi del tutto accettabili, potrebbe interessarle?

Diverso? Non si sta dicendo che il progetto non sia ambizioso, ma anziché restare su un livello esclusivamente mentale, si scende a quello emozionale… per pura ipotesi! Nessuno si sente minacciato da un’ipotesi né deve pensare a difendere alcuna posizione. È semplice: innanzitutto, occorre stabilire se il progetto in sé piace e se vengono espresse delle perplessità, su quelle si può lavorare e anche se rispondesse che non è proprio convinto, dovrà dire cosa gli fa pensare che l’ostacolo non sia superabile.

Le ipotesi sono uno strumento straordinario perché per loro natura evanescenti, quindi non rappresentano una minaccia ed è questo a renderli così potenti: una specie di cavallo di Troia che s’introduce nella mente di qualcuno, ma senza alcuna intenzione malevola… anzi, proprio il contrario!

Ecco perché vale la pena imparare ad usarle:

  • Sono innocue;
  • Non entrano in conflitto con alcun valore o convinzione;
  • Non minano il rapporto con gli altri, anzi lo rafforzano;
  • Consentono di aprire a nuove alternative in modo dolce e naturale;
  • Rafforzano la nostra immagine di persone serie, competenti ed affidabili;
  • Aiutano l’interlocutore a rendere il suo stato mentale più positivo e costruttivo;
  • Consentono di acquisire un solido controllo sulla comunicazione
  • E molto altro ancora…

 

Conclusione

Le ipotesi possono essere usate in qualsiasi circostanza e con chiunque… perfino con se stessi, per approfondire l’introspezione e portare i nostri pensieri su nuovi territori, dove si ha maggiore controllo e si è più liberi, più a nostro agio e, di conseguenza, anche più creativi.

Mettile subito in pratica con un problema che stai affrontando in questo momento: focalizzalo bene, senti in che modo ti sta impensierendo o perfino tormentando. E ora, chiediti come potresti gestirlo meglio, “se”

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Se ti sembra troppo bello per essere vero, metti (e mettiti!) alla prova il potere delle ipotesi come spiegato e, se non ci riesci, contattami cliccando sul seguente link dove potrai richiedere un appuntamento online del tutto gratuito con me.

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