CHI HA BISOGNO DI TE?

Un articolo di Alessandro Carli

Un famoso detto recita: tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile.

Non sono d’accordo.
Io credo che non soltanto siamo tutti utili, ma anche dannatamente indispensabili.

Il punto, però, è: fino a che punto siamo convinti di esserlo? Quindi, cosa esattamente ci fa credere di essere indispensabili e secondo quali criteri?

Sono in tanti a credere che ognuno di noi, in quanto intrinsecamente sacro, non debba trovare un motivo per essere indispensabile: lo si è di diritto in quanto appartenenti al genere umano.

Siamo sinceri, però: quante sono le persone nella nostra sfera d’influenza, a partire da quelle più vicine, di cui magari faremmo volentieri a meno? Siamo sicuri che siano per noi indispensabili o anche solo lontanamente utili?

Non dobbiamo confondere il moralismo (morale ideologizzata) con lo stato delle cose. La verità è che certi rompiballe – o peggio – vorremmo vederli sprofondare nella terra su cui camminano e, se parliamo di umanità, è del tutto umano avere talvolta questo desiderio, giusto o sbagliato che sia.

La vera domanda che dovremmo porci non è se tale desiderio sia etico, ma se siamo tra coloro che altri vorrebbero vederci fare quella fine o, senza arrivare a questi estremi, se siamo o meno utili a qualcuno.

Mi rendo conto della ruvidità di queste domande, ma il fatto che siano scomode o perfino fastidiose non significa che vadano eluse. In realtà, è un ottimo esercizio per farci un’idea del posto che stiamo occupando su questo pianeta e, se lo è a livello personale, lo è anche molto di più a livello professionale o lavorativo in genere.

Ciò che facciamo è certamente utile e sotto molti aspetti indispensabile, ma questo non significa che NOI lo si sia… o che si venga percepiti tali.

Fino a che punto siamo certi di essere indispensabili per il nostro partner di vita, per i nostri figli, per i nostri amici, per i nostri clienti, per la comunità in cui viviamo, per il nostro paese, ecc.? Non sto parlando di sentimenti, qui. Certo, alcuni di questi nostri “interlocutori” possono volerci a vario titolo anche molto bene, ma quanto siamo davvero indispensabili per loro?

Lo scopo di queste domande non è quello di farci cadere in depressione, ma al contrario, per attivarci, motivarci, pressarci a fare ed essere meglio di quanto abbiamo imparato ad accontentarci di fare ed essere.

Ora, dopo questa lunga premessa, entriamo nel dettaglio di una semplice – si fa per dire – domanda: cos’è che, a livello personale e/o professionale, ci renderebbe davvero indispensabili? Le risposte potrebbero non piacerti, ma questo non significa che sei da buttare via, bensì che avresti un ampio margine di miglioramento.

Quindi, esulta!

Entriamo più nel merito della domanda posta spacchettandola in tre domande più specifiche a cui, se vorrai, potrai rispondere nell’ordine dato, comprese le sotto-domande.

  1. Cosa sei capace di realizzare?
    Quali sono i tuoi specifici talenti, conoscenze, competenze, abilità, ecc.?
    E ancora, in che misura sei capace di concretizzare tutte queste cose?
    Ma soprattutto, quante di queste cose hai poi effettivamente realizzato?
    Il motivo per cui queste domande vengono poste per prime è che sono quelle le cui risposte ti rendono più o meno visibile. Se leggi i racconti di personaggi famosi del passato, ciò che viene messo in evidenza di loro è ciò che hanno fatto perché è questo ciò che li ha resi degni di passare alla storia. In cosa credessero, che carattere avessero o quant’altro non ha alcuna importanza senza ciò che sono stati capaci di realizzare.
  2. Come affronti la vita (e tutto ciò che la riguarda)?
    Quali sono le forze interiori (valori, emozioni, sentimenti, ecc.) che t’inducono a fare le scelte che fai e a compiere le azioni che compi?
    Come t’interfacci con le persone e come affronti i problemi?
    Cosa provi, generalmente, riguardo te stesso/a, degli altri e degli eventi?
    Chi s’interessa alle realizzazioni e alle gesta di un certo personaggio è curioso di sapere e capire poi chi egli/ella fosse davvero. Allora sì che diventa interessante sapere che carattere avesse, come si comportasse, come affrontava certe situazioni, cosa lo spingesse a perseguire i suoi obiettivi, ecc.
  3. Dove vuoi veramente andare?
    Cosa ti esalta e ti appassiona al punto da dedicare la tua vita al suo perseguimento?
    Cosa vuoi vedere di diverso e di migliore nella tua vita e nel contesto in cui vivi; ed in che modo questo influirà positivamente anche su altri?
    Cosa t’impedisce ancora di fare le scelte che SAI di dover fare per dare un significato alla tua vita?
    Qui si entra nell’ambito delle forze mentali, e spesso spirituali, che hanno spinto certe persone ad aderire ad un preciso progetto di vita che hanno portato avanti sino alla fine dei loro giorni. Se ciò che sono riuscite a realizzare ti ha entusiasmato, sapere cosa li ha pressati ad agire t’ispirerà.

Le risposte che dai ad ognuna di queste domande, prese da sole, non ti rendono particolarmente speciale. Sebbene il tratto d’indispensabilità non sia precluso a nessuno, solo dando precise risposte a tutte e tre le domande poste ci aiuta a capire cosa ci sia in noi che sia unico, poiché sei indispensabile solo se sei unico e, soprattutto, se là fuori ti percepiscono tale.

Se poi ritieni che non sia, alla fine, così importante per te essere indispensabile, anche professionalmente, a questo non saprei proprio come ribattere, poiché la risposta può solo venire da te, col tempo… forse.

Alessandro Carli

 

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Ogni persona autorevole è indispensabile a modo suo ed è questo a renderla speciale e ricercata. T’invito a visionare il breve videocorso gratuito (solo 48’), “Il tuo business sei TU” per capire quali siano i primi passi concreti da fare per iniziare un percorso di questo tipo: se anche ti servirà solo a capire l’importanza di essere UNICO (non solo… anzi!), ne sarà valsa la pena.

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