CI SONO DOMANDE?

Un articolo di Alessandro Carli

 

Siamo tutti alla ricerca di risposte… o quello che cerchiamo veramente sono soluzioni?

Qual è la differenza?

Le soluzioni sono la risposta ai problemi che ci arrivano da fuori, mentre le risposte sono la soluzione alle domande che scaturiscono da dentro.

La differenza tra le due è che, mentre è possibile verificare (quasi) subito la bontà delle soluzioni applicate, poiché solitamente già collaudate in altri frangenti, l’efficacia delle risposte alle domande che ci poniamo è quasi sempre tutta da dimostrare.

E questo è uno dei motivi per cui non amiamo molto le domande che facciamo a noi stessi, poiché ci mettono in una posizione scomoda, che è quella di non sapere se le risposte funzioneranno finché non le testiamo.

Siamo disposti a pagare, spesso profumatamente, persone che ci diano una soluzione ai problemi che sorgono (avvocati, medici, consulenti vari), ma spareremmo volentieri a vista a chiunque dovesse sollevare domande che vadano a mettere il dito su qualche piaga.

Quelle stesse domande la cui risposta, per quanto scomoda o poco precisa, potrebbe evitarci in seguito grossi grattacapi, dolori e talvolta disastri.

 

Le 3 + 1 domande che siamo tutti chiamati a porci

Ci sono molti modi per intuire il grado di sicurezza e di fiducia in sé raggiunto da una persona, ma per quanto mi riguarda, è la sua disponibilità a sottoporsi alle domande più scomode, che provengano sia dall’esterno sia da loro stessi.

Sono le seguenti e, come vedrai, non sono domande che si accontentano di risposte vaghe o di rito. Sono domande le cui risposte avranno un fortissimo impatto sulla tua vita e deviare in seguito da esse comporterà conseguenze niente affatto trascurabili.

 

  1. Cosa vuoi fare della tua vita?

Niente male come inizio, no? In pratica, la domanda (non a caso la prima) ti sta chiedendo per cosa intendi vivere, cosa darebbe significato alla tua vita, cosa ti farebbe sentire in pace con te stesso dandole un seguito, cosa ti renderebbe profondamente orgoglioso di aver perseguito nella tua vita (quindi, non un singolo episodio, ma uno scopo… e per inciso, non mi risulta che nessuno, sul letto di morte, abbia mai rimpianto di non aver fatto abbastanza soldi), ecc.?

Per esperienza, posso dire che la maggior parte delle persone non solo fa fatica a rispondere a queste domande, ma nemmeno si sogna di porsele. Non per sciatteria, ma perché essendo così focalizzate su ciò che VOGLIONO fare (sempreché lo sappiano), si dimenticano di chiedersi perché lo vogliano fare e questo toglie energia alle loro intenzioni: nella migliore delle ipotesi, anche qualora raggiungano dei risultati, questi saranno piuttosto mediocri.

 

  1. Con chi vuoi condividere la tua vita?

Questa seconda domanda non è certo meno importante ed impattante della prima. Avere uno scopo forte da perseguire è fondamentale… ma lo è altrettanto capire chi vuoi aver vicino in questo viaggio. Scegliere il/la proprio/a partner di vita non è uno scherzo perché da soli non si va da nessuna parte, ma chi ti sta accanto non può essere uno/a qualunque: deve condividere i tuoi ideali, i tuoi sogni, i tuoi obiettivi, ecc. Attenzione: non deve necessariamente farli propri, sebbene tutti lo vorremmo, ma ci dev’essere un legame basato sul rispetto ed il sostegno reciproci, dove l’altro/a è parte integrante di quegli ideali, sogni e obiettivi.

Non ti basare sull’amore (o meglio, sul “sentimento” d’amore) per scegliere chi vuoi avere al tuo fianco. Di quante persone ci siamo innamorati, nella vita? Avremmo dovuto vivere con tutte? I rapporti basati unicamente sul sentimento vanno e vengono, ma quelli basati sulla connessione (altro modo per definire l’Amore), che insieme agli ormoni coinvolgono anche i valori, la visione della vita, le idee, ecc., sono ciò che fanno dell’altro il tuo solo ed unico compagno di viaggio.

 

  1. A cosa vuoi dedicare la tua vita?

Avere chiaro nella mente e nel cuore chi sia la persona con cui vuoi vivere la tua vita è evidentemente importante, ma lo è anche capire in che modo vuoi contribuire fattivamente al benessere della società (e perché no?, del mondo) in cui vivi ed operi. Stiamo parlando del lavoro nel quale senti di volerti letteralmente immergere al fine di beneficiare più persone possibile. Un lavoro che pagheresti per fare, che lo senti far vibrare ogni tua corda interiore. Al pari del tuo compagno di vita, non sempre lo scopri presto. Io, ad esempio, l’ho scoperto a 30 anni; altri lo scoprono già negli anni scolastici e scelgono poi sicuri, ad esempio, la facoltà universitaria che frequenteranno.

Non ha importanza quando scatta la scintilla: l’importante è saperla riconoscere quando succede e dedicarti anima e corpo a ciò che scopri di voler fare davvero. Può anche essere che tu sia un dipendente che lavora per mantenere la famiglia e, al tempo stesso, impegnato in qualche volontariato: va benissimo, se in questo modo senti di poter fare la differenza.

 

+1. Quale prezzo sei disposto a pagare per impegnarti su questi tre aspetti della tua vita?

Questa è la domanda che fa la vera differenza. Quanto hai letto finora è meraviglioso, poiché se t’impegni seriamente sulle risposte che avrai dato alle tre domande poste sopra, la tua vita prenderà tutta un’altra direzione ed assumerà un “colore” completamente diverso.

Ma non viene gratis!

Qualsiasi scelta farai per ogni domanda, ti richiederà un focus ed una dedizione assoluti. Ci saranno momenti in cui ti chiederai chi te l’abbia fatto fare, sarai pervaso da mille dubbi e in molti ti daranno del “talebano” per questo tuo atteggiamento così fermo su queste tue particolari scelte di vita: fa parte del gioco ed è un modo per aiutarti a verificare quanto seriamente hai preso i tuoi impegni.

Quindi, prima di buttarti a pesce su ciò che avrai scoperto dalle risposte che ti darai, assicurati di essere disposto a pagare il prezzo che ti viene chiesto… magari partendo dal prezzo che NON sei assolutamente disposto a pagare: già questo ti dice molto!

 

Conclusione

Non c’è alcun obbligo di rispondere a queste domande che certamente, in qualche misura, ti metteranno in crisi. Non più del 1-2% delle persone se le pongono seriamente ed una buona parte di coloro che non lo fanno conducono comunque una vita dignitosa.

Ma qui non è questione di cercare il giusto compromesso per una vita “okay”, bensì di perseguire il meglio per noi… se è questo che vogliamo.

Non ci sono soluzioni preconfezionate, ma solo risposte da ricercare.

Se leggendo hai sentito qualcosa smuoversi dentro di te è segno che sei pronto/a per il passo successivo e se in questo potrò aiutarti, ne sarò felice.
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Alessandro Carli

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