COME HO INIZIATO A SCRIVERE
Un articolo di Mariangela Ottaviani
Quando ho iniziato a scrivere l’ho fatto per me.
Per riflettere, per fermare i miei pensieri, passarli allo scandaglio – sia razionale sia emotivo – allo scopo di far chiarezza a me stessa.
Scrivere, così come suonare il pianoforte, rappresentava quella componente artistica presente dentro di me alla quale mi era sempre piaciuto rivolgermi.
Per passione, sì, ma soprattutto per distogliermi dalla parte razionale che spesso prendeva il sopravvento, riflettendo l’immagine di una me troppo severa.
Nella vita avrei voluto seguire altre strade.
Da piccola sognavo il conservatorio, poi la passione virò verso la biologia, e infine si diresse verso la giurisprudenza.
Non seguii nessuno di questi percorsi. La vita, come spesso accade, scelse per me.
Ma se non dai spazio a ciò che senti tuo, la realtà, prima o poi, ti presenta il conto.
Nonostante le esperienze di crescita professionale vissute in anni di lavoro in una multinazionale, arrivò il momento in cui tutto mi urlava che quella non era la mia vita.
Vissi un momento di grande smarrimento: persi i riferimenti costruiti in tanti anni.
Non comprendevo più il senso di ciò che mi stava accanto. Unico punto fermo la famiglia.
Questo mi permise di prendere le distanze da tutto e rifugiarmi in ciò che mi appagava.
Primo fra tutti il pianoforte: ricominciai a studiare e conseguii la Licenza di Teoria, Solfeggio e Dettato Musicale in Conservatorio.
Ritrovai anche la scrittura di versi in prosa, che divenne una pratica quotidiana, anche se devo ammettere che fu più che altro un’esigenza.
A un certo punto mi accorsi che gli scritti erano in numero tale da poter diventare un libro.
Come sempre avviene, iniziarono a prendere consistenza quelle voci interiori, proposte in loop dal cervello, che mi osteggiavano a suon di “ma chi sono io, per scrivere un libro di poesie? Introspettive e, in qualche caso, anche ermetiche? E pure in due lingue: italiano e inglese.”
Alla fine fermai i pensieri e mi ricordai di ciò che avevo appreso in un seminario di crescita personale: “ma chi sono io per non farlo?”
“Trovai il coraggio per uscire dall’ombra che io stessa mi ero costruita.”
Pubblicai il mio primo libro – “Quel soffio d’immenso” – e partecipai a due Concorsi Internazionali:
- Concorso di poesia – 3° Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” – 2017
- Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Alda Merini” – 2018
Le due Menzioni di Merito che arrivarono furono del tutto inaspettate.
Il libro fu lo spunto per il necessario reset.
Avevo intrapreso la strada giusta, quella allontanata per troppo tempo, permettendo che qualunque cosa mi tenesse distante.
Da quel momento in poi arrivarono la professionalizzazione nella scrittura e nel coaching.
Ecco perché quando propongo un corso posso affermare che funziona: perché l’ho vissuto sulla mia pelle.