CRISI DI MERCATO E RIDUZIONE DEL VOLUME DI LAVORO PER UN PROFESSIONISTA TRADUTTORE E INTERPRETE

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

Vesto nero

Vedo rosa

Traduco in multicolor

 

Premesso che

La vita non è una favola, ma è un alternarsi di momenti di gloria e attimi di difficoltà

Partendo dalla situazione economica attuale in generale, considerando le esperienze lavorative finora fatte, nonché il profilo professionale e l’iter formativo, vorrei fare un’analisi personalizzata su come affrontare momenti di crisi, che determinano un repentino passaggio dall’alto al basso.

 

Fermo restando che non è mia intenzione fornire istruzioni, fare lezione di vita, né tantomeno erigermi a “Professoressa” di condotta, o approccio alle difficoltà, desidero, semplicemente, fornire una panoramica dell’approccio di una Professionista a quelle situazioni definite “colli di bottiglia”, che prima o poi, possono comportare il repentino passaggio dal successo al fallimento, per tutti i comuni mortali.

 

SE LA VITA FOSSE SOLO SUCCESSO SAREBBE MONOTONA

QUALCHE LIEVE NOTA “FALLIMENTARE” TI DÁ LA GIUSTA CARICA

 

CONSIGLI INCORAGGIANTI DI “BUONUMORE”

Se mi chiedessero:

“Che consigli dai, da Libera Professionista, a chi, da un periodo di abbondanza può trovarsi, improvvisamente, o gradualmente, in un momento di scarsità, o, peggio, totale assenza di lavoro”?

 

La risposta sarebbe, immediata e spontanea:

non consiglio, ma incoraggio.

In che senso?

 

Senza nascondermi dietro un dito.

Anche se, mi sia concessa la battuta, nel mio caso, sarebbe molto facile, considerando la mia “Compact Size” – Leggi: dimensioni fisiche ridotte.

 

Un Professionista non si dà per vinto, perché ha scelto, consapevolmente, la Libera Professione, sapendo che momenti di pieno possono alternarsi a momenti di vuoto e che non tutti i giorni sono uguali.

 

Che cosa ci spinge, dunque, a restare combattivi ed affrontare, serenamente, i periodi di “dieta lavorativa indotta”?

Sorrido leggendo il termine “dieta”: sempre presente nel mio vocabolario, oltre che a tavola.

 

Tra i fattori di incoraggiamento:

  • La fiducia in sé
  • La determinazione ad andare avanti facendo affidamento sulla qualifica, sul titolo di studio, sugli “Anni di Gloria” di voti eccellenti a Scuola
  • Sulle allegre lezioni di lingua con i Professori che ti incitavano a “If you don’t understand, you’ve got to inventare” (Prof.Mathias “Se non capisci, inventa”)
  • Dulcis in fundo, Nonna Rita, che mi diceva “Sta ghiegghier’” a indicare la mia attitudine alle lingue straniere, nonché agli studi effettuati grazie a lei che mi ha permesso di frequentare Istituti specialistici, allora solo privati, ma, allo stesso tempo, molto professionali.

 

 

UN IMPORTANTE FATTORE PER NON CROLLARE IN MOMENTI DI CRISI

 

REINVENTARSI VALORIZZANDO LE COMPETENZE

Riporto integralmente un passaggio dal mio Articolo precedente.

 

Quali sono le competenze che servono in maniera trasversale, le cosiddette “soft skill”?

Ci vogliono: empatia, inclinazione alla mediazione, la volontà di comprendere elementi non innati, combinati con la disponibilità a mettere in campo tutto il nostro “vissuto” come se fosse un radar di sensibilità. Bisogna prestare molta attenzione a tutto quello che ci circonda e si presenta alla nostra percezione, pronti ad assorbirlo come spugne, perché, talvolta, le cose più impensate, e apparentemente irrilevanti, ci permettono di captare un’idea accennata, carpire rapidamente un concetto, immaginare una situazione e stabilire dei collegamenti che ampliano e delineano la visione e la comprensione.

 

DA BAMBINA ADORAVO TUFFARMI DAGLI SCOGLI

ERO INCOSCIENTE…

 

DA ADULTA

HO CONSERVATO LA PASSIONE PER L’ACQUA. NUOTO.

DELFINO IL MIO STILE PREFERITO

So nuotare

Non mi piace galleggiare.

Consapevole, tuttavia, che con il mare in tempesta non si scherza.

Proprio come non si scherza con le correnti contrarie del mondo lavorativo.

 

DAL MONDO DELLA TRADUZIONE ALLE “PIAZZE” CITTADINE

Tradurre significa confrontare culture e stili linguistici, vivendoli nel contesto specifico.

Questo mi ha permesso di spaziare e non restare ancorata a schemi mentali rigidi e inflessibili anche in momenti di crisi.

Devo proprio a questo la mia capacità di adattamento in condizioni di difficoltà, quali quella che, a mio avviso, molti Traduttori stanno sperimentando.

Per quanto mi riguarda, in particolare: da Traduttrice a “Angelo delle Piazze”.

Non sono improvvisamente salita in cielo, né sono, ancora, passata a miglior vita.

 

Ho semplicemente accettato di svolgere un lavoro non facile, di controllo e sorveglianza delle Piazze a Firenze.

Bello, dirà qualcuno!

Indubbiamente, in una Piazza unica ed esclusiva quale Firenze.

Tuttavia: spesso irta di pericoli e gente leggermente “fuori dalle righe”.

Sfrutto in modo alternativo il mio bagaglio culturale e linguistico.

 

IMPORTANZA DELLA DISCIPLINA E DELL’AUTOCONTROLLO

DALLA TRADUZIONE ALL’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÁ

Talvolta soli, incompresi e poco considerati: i traduttori sono in via d’estinzione.

Non a caso: ho un Panda tatuato sul fianco destro. Il Panda è un animale in via di estinzione.

Vive in Cina: non conosco il Cinese.

Il mestiere della traduzione è uno di quei mestieri praticato nell’ombra, non perché sia un’attività illecita, bensì per la sua natura, svolto quasi sempre nella solitudine delle case private, o degli Studi dei traduttori, perlopiù freelance. La loro presenza è data talmente tanto per scontata da molti lettori che probabilmente solo in pochi, leggendo un libro di autore straniero, si ricordano che qualcuno ha letto e interpretato il testo originale, ne ha compreso il funzionamento e lo ha reso in italiano.

Eppure il lavoro di traduzione è un lavoro autoriale, indispensabile. Un’attività senza regole specifiche, non automatica, che richiede anni di esperienza, tecnica, creatività e tanto, tanto lavoro.

Tuttavia, un lavoro non immune da momenti di crisi.

 

TRADUZIONE SIGNIFICA INVENZIONE E INVENTIVA

Tradurre non consiste semplicemente nel sostituire parole con altre parole.

Nonostante ciò, l’Italia è un Paese nel quale la Traduzione trova difficile riconoscimento.

Avete capito bene, non ho detto una “Bischerata”. L’Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda i

compensi e le condizioni contrattuali, soprattutto in confronto con l’Europa settentrionale, per non parlare

degli Stati Uniti, dove i traduttori sono riconosciuti come professionisti e hanno dei guadagni assolutamente

degni per vivere del proprio mestiere. In tedesco si usa un’espressione che significa “Lavoro che porta il

pane”, ecco, qui in Italia portare a casa il pane traducendo è sempre più difficile.

 

Quali sono le principali difficoltà incontrate nel lavoro di Traduzione?

Senz’altro economiche. Noi siamo autori indirettamente, ma siamo pur sempre autori. Tra di noi ci sono alcuni nomi più conosciuti, certo, ma nessuno raggiunge livelli di introiti di alto livello. Nessuno è mai diventato ricco traducendo. Eppure è un lavoro che richiede un livello di tecnica e di padronanza della scrittura veramente a livello autoriale, che non è affatto scontata, del tutto pari alle competenze che deve avere uno scrittore.

 

La nostra situazione è sempre stata debole rispetto ai nostri committenti. Il fatto che adesso le condizioni precarie si siano diffuse a moltissimi altri lavori, soprattutto quelli intellettuali, lo fa sembrare normale, ma una precarietà del genere non può diventare la normalità, perché andando avanti così questo lavoro rischia veramente di sparire.

 

Qual è il mio obiettivo?

Diffondere la conoscenza dei nostri diritti per evitare l’estinzione della mia categoria.

 

UN FUTURO DI TRADUZIONE O UNA TRADUZIONE SENZA FUTURO?

Ritorno al Futuro.

Un futuro di Umanità, multiculturale e multilingue.

 

 

 

 

UN ARTICOLO DI

 

Cecilia Di Pierro

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