CULTURA E TRADUZIONE
ACCOGLIERE LA CULTURA IN TRADUZIONE
Un articolo di Cecilia Di Pierro
DIFFICOLTÁ DI TRADUZIONE DELLA CULTURA
How to translate culture-bound elements (in Italian)
Come tradurre elementi prettamente culturali in Italiano
Che cosa significa Cultura?
La Cultura può essere tradotta?
Tra tutti i problemi di un testo letterario che si possono presentare al traduttore, i più insidiosi, ma anche i più stimolanti, sono quelli posti dagli elementi cosiddetti culture-bound, specifici di una determinata cultura. La definizione stessa di tali elementi è problematica, dal momento che alcuni linguisti ritengono che siano da riferirsi principalmente alla realtà extralinguistica (topografia, flora e fauna, istituzioni sociali etc.), mentre secondo altri rientrano piuttosto tra i fenomeni interlinguistici e pragmatici (uso particolare della lingua come giochi di parole, proverbi etc.).
TELL ME SWEET LITTLE LIES
Brano dei Fleetwood Mac
TELL ME THE TRUTH
DIMMI LA VERITÁ
PAROLA DI CECILIA
Si può dire che la verità sta nel mezzo: gli elementi culture-bound, come detto, sono quelli specifici di una determinata cultura, e pertanto fanno parte di tutto ciò che si intende per cultura in senso lato, a livello sia extra sia interlinguistico. Per questo motivo, il traduttore dovrà essere “biculturale” ancor prima che bilingue, possedere cioè un’ottima conoscenza sia della cultura della lingua di partenza, sia di quella della lingua d’arrivo, in modo da poter cogliere tutte le “allusioni” presenti nel testo originale e adottare in seguito una strategia che gli permetta di trasferire nel testo di arrivo delle allusioni equivalenti.
Per quel che riguarda i nomi geografici di città, fiumi, mari, etc. questi non presentano particolari difficoltà, in quanto il criterio è ricorrere alla loro traduzione ufficiale nella lingua di arrivo, qualora essa esista; in caso contrario rimarranno inalterati. I problemi sorgono quando i termini si riferiscono a fenomeni geografici o naturali di più ristretta occorrenza (bora, dolina, sacca; wintry shower, heath, fell) che per questo motivo possono necessitare di una riduzione dallo specifico al generico, o di una spiegazione, a meno che non si trovi per essi un termine adeguato nella lingua di arrivo.
CHI DICE LA VERITÁ?
Non ho cambiato lavoro, non ho iniziato a fare Sherlock Holmes.
ISTITUZIONI
Cosa c’entrano le istituzioni, chiederete voi.
Vero che mi piace scherzare, ma quando traduco parlo sul serio.
Ergo c’entrano, eccome!
I termini istituzionali variano da una lingua all’altra a seconda della diversa funzione o forma che l’istituzione assume nei diversi paesi per ragioni politiche o sociali: talvolta è sufficiente trascrivere tali termini, mentre altre volte è necessario aggiungere ciò che Newmark chiama “binomio traduttivo”, cioè “la traduzione letterale o etichetta traduttiva più traduzione” (es. cassa integrazione/Italian redundancy fund).
TRADUZIONE E USO DELLE METAFORE
Le metafore sono termini di paragone in cui un nome o un termine descrittivo viene trasferito a un oggetto diverso, ma analogo a quello a cui è propriamente applicabile.
L’impresa più ardua per un Traduttore è l’uso e il controllo delle metafore, definita come “uno spostamento di una parola dal suo uso normale a uno nuovo”. In un certo senso, la metafora, il passaggio di una parola, è scaturisce o è giustificata da una somiglianza o analogia tra l’oggetto a cui è solitamente applicata e il nuovo oggetto.
La cultura, d’altra parte, è stata talvolta definita come un “disegno per la vita” e come le “comprensioni condivise che le persone usano per coordinare le loro attività”.
Un traduttore deve essere in possesso non solo di un genio di una lingua, ma di due. Riferendosi alla lingua e alla traduzione, se paragonata a qualsiasi altra, ogni lingua ha il suo stile linguistico. Più lingue significano più prospettive sul mondo (in Tedesco Weltansichten).
È stato altresì dimostrato che la lingua determina il pensiero e una particolare visione dell’universo. “Ogni sistema linguistico comprende in sé un’analisi del mondo esterno, un’analisi che è propria e che è diversa da quella delle altre lingue o dagli altri stadi conosciuti da quella particolare lingua”.
Per questo è un’utopia immaginare che due parole di due lingue diverse, comprese nel dizionario come traduzione l’una dell’altra, si riferiscano esattamente alle stesse cose. Ogni lingua si è formata all’interno di un paesaggio definito e in funzione di un’esperienza distinta e non ripetibile. È un errore supporre, ad esempio, che l’espressione inglese “to call a spade a spade” debba essere resa come tale in un’altra lingua, quale per esempio l’Italiano “una spada è una spada”.
Dobbiamo tenere conto del fatto che, quando cerchiamo di tradurre, occorre preservare le equivalenze semantiche e stilistiche di ciò che è stato espresso nel testo di partenza.
Una panoramica delle espressioni metaforiche specifiche della cultura
La necessità di una resa più drammatica del pensiero ha portato alla creazione di espressioni che rappresentano il modo in cui di solito pensiamo o agiamo. Sono istanze linguistiche di metafore concettuali. Tuttavia, sono così ordinarie “che non riconosciamo il loro carattere metaforico”.
La metafora è presente in “tutte le dimensioni percepite dell’esistenza umana”, non essendo una questione di parole ma di natura concettuale. È il meccanismo principale attraverso il quale comprendiamo concetti astratti e svolgiamo ragionamenti astratti. Le metafore ci permettono di comprendere un argomento relativamente astratto o intrinsecamente non strutturato in termini di un argomento più concreto o comunque più strutturato.
Le situazioni in cui la metafora facilita la comprensione di nuovi campi o dimensioni dell’esperienza, difficili da comprendere in termini concettuali, sono difficili da comprendere in qualsiasi lingua. Un esempio è rappresentato dalla comprensione della nozione astratta di vita attraverso un’espressione metaforica.
Permettetemi, al riguardo, il riferimento al Grande Massimo Troisi, nel film “Il Postino” con l’altrettanto Grande Philip Noiret e Maria Grazia Cucinotta.
Massimo Troisi: Traduttore inconsapevole.
Ogni persona è parte della cultura e, allo stesso tempo, contribuisce al suo sviluppo. Inoltre, la cultura è fatta per tutti, per tutte le persone del mondo, anche se la troviamo – allo stesso modo in cui troviamo il linguaggio – plasmata in forme storiche specifiche di certe comunità.
La cultura non è vista solo come le cose o gli strumenti che l’uomo mette a punto per affrontare in modo più efficiente i suoi problemi quotidiani e annuali, ma come l’insieme dei suoi atteggiamenti, assunti, credenze e valori – i prodotti della sua testa e del suo cuore, oltre che delle sue mani. Le culture umane si assomigliano tutte nel fornire una serie di risposte sistematizzate ai problemi universali dell’esistenza umana, ma le risposte sono tutte diverse e ogni cultura è quindi unica.
Inoltre, ogni lingua è un vasto sistema di strutture, diverso da quello degli altri, in cui l’individuo non solo comunica, ma analizza la natura, coglie o trascura un determinato fenomeno o relazione, in cui plasma il suo modo di pensare e per mezzo del quale costruisce l’intero edificio della sua conoscenza del mondo.
La domanda successiva è
È PERICOLOSO TRADURRE LA CULTURA?
Quali sono i rischi insiti nel processo di Traduzione?
La pratica sopra menzionata può comportare dei rischi, soprattutto se il referente non esiste nella lingua/cultura d’arrivo: nonostante la traduzione, si può creare una lacuna concettuale (gap se preferite, che a me, però non piace). Per fare un esempio, il certificato di residenza, che può essere tradotto con l’apparente, trasparente, residence certificate, avrebbe ben poco senso in inglese, dal momento che il concetto di residenza non esiste come lo intendiamo in italiano. Pertanto, se dal contesto non fosse chiaro, si renderebbe necessario un intervento del traduttore con una spiegazione all’interno del testo o in una nota a piè di pagina.
Tuttavia, gli elementi culture-bound, che presentano i maggiori problemi, sono costituiti dalle espressioni contenenti un aspetto culturale potenzialmente fuorviante: un barrister non ha esattamente gli stessi compiti di un avvocato, così non si mangiano le stesse cose durante la breakfast o per colazione. Anche qui, si può ricorrere alla trascrizione del termine (cricket, lasagne), alla traduzione letterale o trasparente o alla spiegazione. Quando queste soluzioni si rivelano inadeguate, è necessario che il traduttore faccia ricorso ad altre procedure quali:
- Parafrasi
- Spiegazione
- Eliminazione qualora l’omissione del termine non sia rilevante ai fini del significato essenziale:
- The boys were out playing conkers/I ragazzi erano fuori a giocare con le castagne d’India
- The boys were out playing conkers/I ragazzi erano fuori a giocare a ‘conkers’ (un gioco inglese nel quale i bambini stanno uno con una castagna d’India a penzoloni da un filo, mentre l’altro cerca di rompere la castagna dell’avversario con la propria facendola roteare nell’aria)
- The boys were out playing conkers/I ragazzi erano fuori a giocare
Per quel che riguarda le allusioni prettamente pragmatiche, il traduttore deve fare attenzione a non “farsele scappare”, così da trasmettere il messaggio dell’autore ai lettori, permettendo a questi di riconoscere a loro volta le allusioni presenti nel testo e di farsi coinvolgere nel processo della creazione dello stesso. Infatti,
Un lettore, che riconosce un’allusione creativa, raggiunge una comprensione più profonda di un brano o di un testo, il che significa che partecipa in qualche modo alla creazione di un testo […] sulla stessa lunghezza d’onda dell’autore.
Un’allusione è un riferimento espresso ad altra opera letteraria, storia, personaggi contemporanei, o simili.
È quindi uno stimolo inviato dall’emittente al destinatario, il quale ha il compito di decodificarlo, di trovarne cioè il significato “nascosto”.
Nel seguente esempio tratto da Ben-Porat si dimostra come si possa ricorrere per diversi motivi alle allusioni:
This is the nose that launched a thousand battles
This is the smell that launched a thousand barbecues
Entrambe le frasi si riferiscono alla battuta del Doctor Faustus “Was this the face that launched a thousand ships?”, ed entrambe la modificano in modi simili (diventa da interrogativa ad affermativa, vengono sostituiti gli stessi sostantivi e il tempo da passato remoto diventa presente). Ma mentre la prima è tratta da una versione cinematografica inglese del Cyrano de Bergerac, la seconda è uno slogan per pubblicizzare una marca di formaggio; se il destinatario riconoscerà la fonte della prima allusione, l’autore sarà riuscito nel suo intento di evocare il Doctor Faustus permettendo una più profonda interpretazione della storia che racchiuda tratti di tragedia e di finto eroismo. Al contrario, lo slogan pubblicitario non ha lo scopo di evocare l’opera di Marlowe, bensì di suggerire che coloro che riconoscono la citazione sono le persone che dovrebbero acquistare quel prodotto, dal momento che è qualcosa di speciale per qualcuno che è speciale (intelligente). Se il traduttore ha riconosciuto l’allusione è a metà dell’opera: la seconda difficoltà ora consiste nel trasporla in un eventuale contesto analogo in italiano. Occorre dunque chiedersi quale sia la strategia più appropriata da adottare per creare lo stesso effetto degli originali e rispettarne quindi la funzione. L’allusione infatti è sicuramente più trasparente per il pubblico anglosassone, data la notorietà dell’opera di Marlowe ed in particolare della battuta citata; in casi simili il traduttore potrà optare per le seguenti possibili strategie:
- ricorso a una traduzione “standard”;
- ricorso a una traduzione letterale, senza curarsi del significato connotativo o contestuale;
- nota aggiunta all’interno del testo, in cui il traduttore aggiunge in maniera non intrusiva informazioni (sulle fonti etc.) che l’autore, dal suo punto di vista della lingua di partenza, non ha ritenuto necessarie;
- ricorso a note a piè di pagina, nota introduttiva o altre spiegazioni non inserite nel testo, ma fornite a parte come informazioni aggiuntive;
- inserimento di marche interne al testo per segnalare attraverso strutture marcate dal punto di vista sintattico la presenza di prestiti;
- sostituzione con un elemento della lingua di arrivo;
- spiegazione dell’allusione tramite parafrasi;
- ricreazione dell’allusione, tramite una fusione di più tecniche: costruzione creativa di un passaggio che suggerisca le connotazioni dell’allusione o altri effetti da essa creati;
- omissione dell’allusione.
LINGUA DI PARTENZA E LINGUA DI ARRIVO
PARTIRE PER ARRIVARE A DESTINAZIONE
Un bravo Traduttore deve sempre chiedersi quale sia il punto di partenza ideale per giungere a destinazione.
TRADURRE È COME VIAGGIARE
Viaggiare implica movimento, organizzazione e fantasia.
La strategia che richiede maggiore inventiva da parte del traduttore è senz’altro quella che prevede la sostituzione dell’allusione con un elemento della lingua di destinazione. Ad essa si ricorre in casi come quello sopra citato, quando cioè l’allusione sarebbe incomprensibile alla maggioranza dei destinatari della lingua target. È necessario che tale elemento rappresenti per il destinatario della lingua di arrivo ciò che l’originale rappresentava per il destinatario della lingua di partenza: pertanto deve ricrearsi un’allusione che si mantenga se possibile nello stesso campo tematico e che abbia le stesse caratteristiche fondamentali dell’originale, al fine di produrre un effetto analogo ad esso.
Se vogliamo partire da Nord, diretti a Sud, e non vogliamo perderci per strada, trovandoci in mezzo a un mare di parole e frasi senza senso, occorre studiare adeguatamente il percorso, evitando pericolose deviazioni durante il tragitto. In altri termini: la favola di Cappuccetto Rosso applicata alla traduzione.
IMPORTANTE
Durante il tragitto figure losche potrebbero impedire il percorso verso la meta finale.
“Non dare confidenza agli sconosciuti”
Diceva Nonna Rita – Nonna di Cappuccetto Rosso (Traduttrice)
Un lupo travestito da Nonna potrebbe mandare all’aria il tuo lavoro di traduzione
Segui sempre, ed esclusivamente, il tuo intuito. Non confondere l’allusione con la metafora.
Seguj il percorso e lasciati guidare da persone fidate.
IN CONCLUSIONE
TUTTE LE LINGUE PORTANO A UN SIGNIFICATO
TUTTE LE LINGUE POSSONO ESSERE TRADOTTE
NON TUTTE LE TRADUZIONI SONO CULTURE-BOUND
Un vincolo culturale può essere libertà in Traduzione
YOU’RE IN GOOD HANDS!
Cecilia Di Pierro