Dall’ippoterapia al business equi coaching attraverso le emozioni
Un articolo di Roberto Lambruschi
L’interazione con i cavalli può dare significativi e potenti impatti positivi sul nostro benessere emotivo.
La maestosità e sensibilità che caratterizza il Nobile Animale può donarci un’esperienza nuova ed unica di connessione con lui, ma soprattutto, con noi stessi.
Questo contributo vuole sensibilizzare alle differenti modalità con cui le interazioni con i cavalli possono sviluppare non solo il nostro benessere emotivo ma anche le nostre competenze trasversali.
Per quanto mi riguarda, il passaggio è stato tanto naturale quanto sfidante, grazie ad una pluriennale esperienza di istruzione equestre unita al campo del No Profit, dove i cavalli aiutano a sviluppare competenze residuali in soggetti caratterizzati da debolezze, disabilità e rischio di esclusione sociale.
Per semplificare, ma dando l’idea dell’ambito di intervento sopra citato: l’ippoterapia, attività che da anni propongo insieme ad altri colleghi attraverso l’ASD Incontro a Cavallo di Cernusco sul Naviglio (MI)
Molti sono gli spunti di connessione e parallelismi con la natura umana in generale. I principi che muovono il valore beneficiale dell’interazione con il cavallo sono identici per tutti, indipendentemente dalle nostre caratteristiche, provenienze, bisogni, ecc…
Da molti di questi presupposti –rivisti, corretti ed adattati alla differente tipologie di fruitore finale- è nato il cosiddetto equi-coaching declinato ulteriormente a favore del mondo aziendale.
Ma come le interazioni con il mondo equino possono promuovere il nostro benessere emotivo.
I cavalli: naturali specchi delle nostre emozioni
I cavalli sono maestri nel riflettere le nostre emozioni e i nostri stati emotivi interiori. Reagiscono ai segnali sottili che emettiamo, essenzialmente di tipo non verbale e corporeo, fornendoci un feedback onesto ed immediato sul nostro stato emotivo.
Questi riscontri ci permettono di andare a fondo nella comprensione delle nostre emozioni e di imparare a gestirle al meglio.
La sola vicinanza ad un cavallo può favorire il rilassamento con evidenti ritorni sul nostro sistema nervoso.
Interagire con i cavalli stimola la riduzione dei livelli di stress favorendo la concentrazione e la centratura della persona nel “qui ed ora”; inoltre, le attività da terra, dove ci si prende cura del Nobile Animale pulendolo, conducendolo a mano e provvedendo ai suoi bisogni basilari, stimolano la produzione di endorfine e ossitocina, ormoni legati al benessere emotivo.
Tutto questo a favore di un senso di sicurezza e rilassamento che emerge naturalmente di conseguenza.
I benefici dell’ippoterapia
In ippoterapia, dove l’apporto delle attività a diretto contatto con il cavallo a favore di soggetti fragili o caratterizzati da disabilità, è possibile sviluppare abilità sociali, relazionali, motorie, coordinative, di equilibrio e cognitive, oltre a rafforzare l’autostima e migliorare la qualità di vita di chi si approccia a queste attività, sviluppando altresì le cosiddette competenze residuali.
Una forma di “terapia” anche per i normodotati
Anche l’equitazione “ordinaria” nasconde in sé una forma di cura e riabilitazione per il praticante “normodotato” fruitore.
Promuove infatti l’esercizio fisico a contatto con la natura, favorisce la socializzazione, contribuendo al contrasto della sedentarietà e del rischio di estraneazione da eccesso di utilizzo delle tecnologie.
Attività che sono certamente essere fonte di piacere e gioia, che uniscono motricità, relazione con un essere vivente che è in grado di smuovere intense emozioni e favorire l’autostima personale. Il tutto contribuendo al nostro benessere emotivo e psicofisico attraverso una sana socializzazione con gli altri.
Attraverso il cavallo è possibile sviluppare le proprie abilità comunicative, non solamente tecniche derivanti dal montare in sella, ma soprattutto non verbali e corporee, attraverso nuovi codici comunicativi ed adattivi a questo “diverso da noi” per eccellenza quale è il cavallo.
Competenze trasversali apprese naturalmente
Si acquisiscono così importanti competenze nel saper leggere i segnali più sottili emessi dal Nobile Animale che, uniti a quelli spesso involontari che esprimiamo inconsapevolmente, ci permettono di sviluppare empatia e sensibilità verso gli altri.
Un progressivo lavoro con i cavalli può altresì aiutarci a riconoscere e regolare le nostre emozioni. Questo favorisce non solo la resilienza ed il cambiamento in positivo della persona, ma contribuisce anche a gestire l’ansia, a lavorare sullo sviluppo della fiducia in se stessi, sull’autostima e l’autoefficacia personale.
Attraverso il lavoro con i cavalli è inoltre possibile lavorare sulla pazienza e sulla perseveranza. I cavalli ci insegnano a mettere da parte la fretta senza però abdicare alla decisione nell’interagire con essi.
Questo è alla base del concetto di leadership applicato al mondo dei cavalli: focus particolarmente richiesto in ambito aziendale e per il quale Italy Horse Experience è particolarmente “ferrato” nel realizzare programmi di formazione esperienziale per il settore “executive” in tutta Italia.
Non solo: leadership associata alla comunicazione efficace perché ci vuole anche il giusto tempo per costruire un rapporto di fiducia e imparare a capirsi vicendevolmente tra protagonisti caratterizzati da forma mentis e codici comunicativi diametralmente opposti…
Il tutto attraverso la sapiente regia di un trainer certificato e con un solido background nel campo del coaching, professionista che sia traduttore simultaneo tra i due protagonisti della relazione e facilitatore del raggiungimento di obiettivi tecnici o di sviluppo del potenziale prefissati.
Per concludere:
Interagire con i cavalli può imprimere un profondo impatto sul nostro benessere emotivo, sullo sviluppo delle nostre soft-skills e lavorare sul nostro potenziale. Che si tratti di terapia, equitazione ordinaria (amatoriale o agonistica) o di equi-coaching -di tipo “life” o “business”- l’esperienza a contatto con i cavalli può infondere calma, comprensione più profonda di noi stessi e sviluppo delle nostre competenze trasversali e relazionali.
I cavalli non fanno differenza se noi siamo persone caratterizzate da disabilità o se siamo normodotati, se siamo importanti professionisti o disoccupati, uomini o donne.
Ciò che crea contatto e favorisce lo scambio relazionale (quindi il superamento di semplici o complessi “ostacoli”) riguarda come ci poniamo al loro cospetto, se siamo aperti ad un confronto come “primus inter paris” o se vogliamo sottomettere, se siamo coerenti tra quanto vogliamo comunicare e ciò che effettivamente esterniamo, se siamo in grado di ascoltare, osservare, cogliere i suoi più impercettibili feedback per poterli convogliare verso una relazione efficace…
In sintesi, se siamo in grado di cogliere la sfida che i cavalli ci mettono sempre davanti: la fiducia, intesa come nostra abilità nell’apparire ai suoi occhi autorevoli, leader, quindi la conseguente sua disponibilità nel mettersi a nostra disposizione in quanto fiducioso verso di noi!

