DIETRO UN “SEMPLICE” ABBRACCIO…

Un articolo di Alessandro Carli 

 

È un gesto semplice, bello, arricchente, esaltante…
Eppure, non è così per tutti.

Dietro l’apparente semplicità di un abbraccio si cela un universo di pensieri e di sentimenti tra i più svariati e non sempre così desiderabili per tutti.

Perché mai? Non desiderano forse tutti un forte e caloroso contatto umano? Non vogliono tutti, attraverso un gesto facile che popoli e culture di ogni latitudine fanno, trasmettere ciò che provano veramente per un’altra persona?

No.

Ci sono persone che si rifiutano perfino di compiere un gesto del tutto formale – e quindi insignificante – come stringere una mano (e non per motivi igienici), figuriamoci abbracciare qualcun altro!

Certo, anche una stretta di mano può comunicare molto nel modo in cui lo si fa, ma del tutto imparagonabile rispetto ad un abbraccio.

Quando si conclude un affare è di rito stringersi la mano. Avrebbe lo stesso significato e peso abbracciarsi dopo – che so – la firma di un contratto?

D’accordo, in certi paesi vediamo anche uomini di stato abbracciarsi dopo aver firmato un cessate il fuoco o un trattato di pace quando, fino a solo il giorno prima i loro rispettivi popoli si scannavano… ma quello politico è un altro pianeta, con regole e modalità del tutto diverse!

Torniamo al mondo reale.

COS’E’ UN ABBRACCIO

Cos’ha di così speciale un abbraccio? Cosa avviene, proprio a livello fisico, quando ci si abbraccia e cosa comporta?

  1. Annulla la distanza tra noi e l’altro – Per abbracciarci dobbiamo occupare tutto lo spazio che ci separa dall’altro (con la stretta di mano, no: ognuna delle parti si mantiene a distanza dall’altra);
  2. Dobbiamo aprirci totalmente – Per abbracciarci è necessario aprire completamente le braccia, esponendoci laddove si è più vulnerabili, cioè la parte anteriore del tronco, dove si trovano tutti i nostri organi vitali (a parte il cervello);
  3. Si crea un contatto tra cuore e cuore – I rispettivi cuori si toccano, la nostra parte più sensibile, quella dove proviamo gran parte delle nostre emozioni, entra in contatto con quella dell’altro;
  4. C’è una fusione – Per la legge dell’impenetrabilità dei corpi, non è davvero possibile fonderci con un altro corpo, ma l’abbraccio è quanto di più si avvicina ad una fusione. Mentre i rispettivi tronchi sono già in contatto, con le braccia si va oltre questi, richiudendosi sul dorso dell’altro: fisica permettendo, si diventa una cosa sola!

Comincia ad essere più chiaro cosa comporti un abbraccio? E perché molte persone preferiscano evitare questo esercizio, paradossalmente soprattutto con chi è loro più vicino (genitori, figli… e se non ci fosse il sesso di mezzo, perfino il proprio partner)?

L’abbraccio è un contratto tra due parti, un atto con cui ci si dichiara disposti a fidarci totalmente dell’altro, fino al punto di mettere a repentaglio la nostra vita se quella fiducia venisse meno.

COME RICONOSCERE GLI ABBRACCI

Adesso meno, ma c’è stato un periodo in cui un tizio qualsiasi metteva in vendita un abbraccio per pochi dollari/euro in un qualsiasi luogo pubblico… e c’era gente che lo pagava per abbracciarlo! Questo per far capire quanto sia forte il bisogno di contatto fisico con un’altra persona e, spesso, quando per vari motivi non lo si ha, ci si rivolge a qualche animale, solitamente il cane, che tocca il cielo con un dito.

Ma vediamo le quattro più importanti tipologie di abbraccio e cosa cercano di dirci.

  1. Nessun abbraccio – La persona, molto semplicemente, si rifiuta di abbracciare. Intuendo, almeno a livello istintivo, l’importanza dell’abbraccio, preferisce rifiutarlo per non coinvolgersi troppo. È tipico negli adolescenti che, pur amando i propri genitori, evitano di abbracciarli perché, in realtà, hanno bisogno di affrancarsi da loro per trovare un proprio spazio ed una propria indipendenza. Non è niente di drammatico e questa fase dovrebbe chiudersi nel giro di pochi anni. Qualora dovesse continuare significa che c’è un conflitto irrisolto.
  2. Abbraccio debole – Una persona che non stia affrontando particolari “passaggi” evolutivi non ha grossi problema ad abbracciare, ma può averli quando si sente insicura e/o con qualche problema di autostima. Non ha niente di personale con l’altro, ma con se stesso e quindi si autolimita nello slancio, quasi a non voler essere troppo “ingombrante” per l’altro.
  3. 3. Abbraccio con “pacchette” sulla schiena – Fra tutti è il peggiore, da un punto di vista della relazione. È,infatti, l’abbraccio più formale (più per gli uomini che per le donne), quello che si vede tra potenti nei vari summit o incontri di lavoro con bei sorrisi stampati sulla faccia. L’abbraccio c’è tutto, ma le pacchette dopo pochi secondi sono come a dire “mo’ basta…” È una sorta di meta-messaggio di cui lo stesso soggetto è spesso inconsapevole di trasmettere.
  4. 4. Abbraccio sentito – Questo abbraccio è forte e prolungato. In alcuni casi viene ripreso più volte, soprattutto quando le due persone non si vedono da tempo. Qui c’è l’autentica volontà di affermare o confermare il rapporto con sentimenti veri e reciproci (ovviamente, quando tale abbraccio c’è da entrambe le parti).

Abbracciarsi è una necessità umana e limitarla è o segno di disinteresse per/conflitto con l’altro o di paura-disagio personale. La scienza ha già da tempo compreso l’importanza dell’abbraccio non solo per i rapporti interpersonali, ma anche per la salute (c’è un aumento di ossitocina che riduce lo stress e l’ansia, nonché un rafforzamento del sistema immunitario): non esiste alcun vero motivo per rinunciare ad abbracciare qualcuno il più spesso e il più a lungo possibile!

 

Alessandro Carli

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