Diventa il peggiore nemico di te stesso!

Un articolo di Alessandro Carli

 

Della serie: se non funziona con le buone, proviamo con le cattive…

Hai presente quelle belle ed edificanti immagini sui social che riscaldano l’anima… con tutti quei cuoricini che nemmeno in un reparto di cardiologia… con profusione di tenerissimi cucciolotti che vorresti strizzare al petto finché non gli sfondi la gabbia toracica… e con magari una dolcissima melodia di sottofondo… e con quei messaggi da farti schizzare la glicemia a 400 che ti incitano ad amarti perché sei un essere unico, meraviglioso, ed irripetibile… e con quei…

Naaaah…! Lascia perdere: siamo già tutti abbastanza narcisisti senza che qualcuno c’inviti a strafare.

Che poi, alla fine, funziona? Dopo esserti fatto questa dose di melassa per endovena, ti senti meglio? Senti di amarti di più? Senti di valere di più? Senti di meritare tutto ciò che questo arido mondo (per gli sfigati o per chi si sente tale) ha da dare?

No? Non proprio? Chissà perché…?

Cerchiamo la soluzione ai nostri problemi in ciò che è razionalmente più logico e praticabile, ma spesso la soluzione si trova in ciò che è invece del tutto controintuitivo.

Vuoi essere ricordato… vuoi che le persone pensino a te… vuoi fare la differenza per loro…?

Allora non cercare il loro amore, ma il loro odio: stai certo che non si dimenticheranno di te e se questo funziona per gli altri, perché non dovrebbe funzionare… anche per se stessi?

La mattina ci svegliamo, andiamo al bagno, ci guardiamo allo specchio e pensiamo sommessamente: oddio, qua c’è tutto da rifare! E siccome ci vogliamo tanto bene – gné gné – cominciamo con l’opera di restauro finché non pensiamo: “Ok, ora è un po’ meglio…” e iniziamo l’ennesima giornata della nostra vita di m…

Ma dov’è il sentimento, qui? Dov’è la carica di rabbia? Dov’è la voglia di spaccare quello specchio che riflette lo str…zo che si ritrova davanti?

“Ah, ma devi amarti…!” Sul serio? Quando vai al lavoro, ripensi forse al pirla che sbadiglia aria putrida sullo specchio e che cerca pateticamente di darsi un tono?

Certo che no… ma chi se lo fila, quello: che si fotta!

Pensi invece – o sì! – a quel bastardo che pensa solo ai fatti suoi, che non ha voglia di fare un tubo, lasciando passare giornate intere senza concludere niente, permettendo che sia se stesso sia la sua famiglia vivano ben al di sotto del livello che dovrebbero e meriterebbero…

Di quel testa di c… non ti dimenticherai di certo, dico bene?

 

Tu non sei i tuoi sentimenti

Il buon Dio ci ha dato una gamma infinita di stati emozionali coi quali “giocare” per vivere una vita degna di tale nome, metà dei quali sono belli ed edificanti mentre l’altra metà sono fastidiosi o perfino ripugnanti… ma sono comunque nostri e negare di provarli perché non sta bene ed è riprovevole anche solo a pensarci ci rende solo più ipocriti, non migliori.

Questo non significa che va dato seguito a quei sentimenti. Se odiamo (odio o qualsiasi altro sentimento negativo che si provi) qualcuno, non è che andiamo a farlo fuori, ma è necessario prendere atto di quel sentimento perché è nostro, lo abbiamo creato noi col nostro modo sbagliato di pensare e non se ne andrà da solo: dobbiamo guardarlo in faccia, non girarci dall’altra parte sperando che sparisca… perché non lo farà. Solo prendendone atto e riconoscendolo come nostro possiamo lavorarci e, alla fine, superarlo.

I nostri sentimenti non ci definiscono e quando riconosciamo di essere pigri, ipocriti, invidiosi, gelosi o peggio, dobbiamo metterci in testa che non è questa la nostra natura, ma solo ciò che, per inconsapevolezza e/o per le cose anche molto discutibili che abbiamo fatto in passato, siamo diventati.

E cosa facciamo, allora? Confondiamo ciò che proviamo con ciò che siamo. Non è noi stessi che dobbiamo odiare, ma i falsi sentimenti che nel tempo abbiamo alimentato sulla base di fuorvianti supposizioni su di noi: è tutta solo una bugia, una colossale menzogna a cui abbiamo accettato di dare credito.

 

Come odiare se stessi… in modo sostenibile

Se non vogliamo finire nelle fauci di quel mostro che ci riflette una falsa – e spesso anche comoda! – visione di noi, dobbiamo cominciare ad agire in modo diverso. Vediamo come.

Separa i tuoi sentimenti da chi sei – Ne ho già parlato, ma lo riporto per promemoria data la sua estrema importanza. Non definirti mai per ciò che provi per te, nemmeno se ciò che provi è positivo ed edificante su di te perché senza una disamina attenta delle tue dinamiche interne rischi poi di alimentare presunzione e superbia.

Alimenta l’odio per quei tuoi atteggiamenti che non approvi – Lo so, è forte e – come ho detto – controintuitivo, ma è un dato di fatto: cambiamo veramente un atteggiamento negativo quando cominciamo a provare per esso un’insopportabile avversione, soprattutto per i danni che provoca, a noi stessi e ad altri. Ricorda che nessun sentimento è “cattivo”, nemmeno l’odio, ma solo uno strumento che puoi usare a tuo ed altrui beneficio: cominciare ad odiare davvero ciò che non ti piace di te… è al contrario l’inizio di un autentico atto di amore!

Non giustificarti mai – Quando abbiamo a che fare con una persona che riteniamo abbietta per ciò che fa, la giustifichiamo? E allora, perché dovremmo giustificare noi stessi? Cominciamo a fare il contrario, piuttosto: giustifichiamo gli altri e siamo spietati con noi stessi! Ricorda che è solo un gioco mentale, quello che stai facendo, e non ci va di mezzo nessuno… Tuttavia, ti può essere molto utile per inquadrare la situazione e per spingerti a correggerti.

 

Conclusione

È uno degli articoli più duri che abbia scritto… te ne sarai accorto e mi auguro che tu ne abbia colto il reale spirito. Qua non si tratta di odiare nessuno, ma di mettersi nella condizione di volere qualcosa di meglio per noi e, di riflesso, per coloro che amiamo di più.

Se i nostri atteggiamenti sono sbagliati e non li vediamo, saranno gli altri a metterceli davanti, soprattutto chi ci è più vicino,  e se non accettiamo di essere ripresi, allora sì che l’odio diventa reale… e reciproco!

Se, invece, lo facciamo da soli, nella nostra testa, allora diventa sostenibile. Una cosa è certa ed è che finché non arriveremo ad odiare con tutte le nostre forze ciò che di negativo facciamo – MAI CHI SIAMO! – e quindi i danni che causiamo a noi stessi ed a chiunque ci graviti attorno, non saremo davvero motivati a  cambiare ed è allora che arriveremo ad odiare davvero noi stessi ed a farci odiare dagli altri.

E non sarà soltanto un esercizio mentale.

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Odioodiare (in tutte le sue forme: disistima, disprezzo, rancore, avversione…) sono parole forti, ma esprimono uno stato d’animo reale e se a volte senti in te questi sentimenti che magari cerchi di reprimere, non ignorarli, ma chiedi l’aiuto di qualcuno (es. psicologo) per liberartene perché può diventare fortemente invalidante. Se vuoi possiamo parlarne.

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