Dobbiamo accontentarci!… O no?
Un articolo di Alessandro Carli
Adesso molto meno, per fortuna, ma ai tempi in cui ero bambino io ci veniva detto che dovevamo imparare ad accontentarci, che non si può (e non si deve) avere tutto nella vita, che ci sono i bambini in Africa che muoiono di fame…
A prima vista, sembrerebbero frasi di buon senso, con un forte sentimento cristiano, ma in realtà celano un profondo egoismo, peraltro difficile da discernere in quanto ammantato da certo buonismo, predisponendoci a dare e a fare solo l’essenziale, perché il di più è… del diavolo!
Sappiamo come funzionano le convinzioni e, soprattutto, fino a che punto sono capaci di condizionare i nostri pensieri e di limitare, in casi come questi, la portata delle nostre azioni. Quanto saremo disposti ad impegnarci per fare e produrre di più, in tutti i sensi, se riteniamo in questo modo di favorire uno stile di vita quantomeno discutibile, se non addirittura altero?
Il problema delle false credenze è che producono contraddizioni spesso destinate a trasformarsi in ipocrisie, come in questo caso, in cui s’insegna ai figli che non va bene avere di più.
Bene… quindi, se torno a casa da scuola con un sei e mio padre mi rimprovera che avrei potuto e dovuto fare di più, gli posso rispondere che nella vita bisogna sapersi accontentare, no? O vale soltanto per lui, quando magari a casa porta uno stipendio con cui a malapena riesce a sfamare la famiglia?
Beninteso, non sto giudicando chi si fa il mazzo per mantenere 4 o 5 bocche, anzi lo ammiro, ma è proprio questa cultura “minimalista” del meno è bello a fare acqua da tutte le parti.
Un pianeta dalle risorse praticamente inesauribili
Sono ormai anni che ho capito una cosa fondamentale e, cioè, che abbiamo un’unica vera Maestra: la Natura, con le sue leggi. Tutto il resto è teoria, ideologia e religione (non solo quella dello spirito). Deviare da essa significa andare verso una più o meno sonora nasata sul muro e se c’è una sua caratteristica che risalta su tutte le altre, questa è l’Abbondanza, non la Scarsità.
E a chi sarebbe destinata?
Una delle leggi della Natura è la Crescita. Tutto cresce, si evolve, si espande, si eleva… in continuazione, compresi noi, e quando pensiamo o diciamo “mi accontento”, stiamo sabotando questo processo e noi stessi, confermando così che non si può avere tutto… e spianando così la strada alla Scarsità.
Quando i nostri antenati avevano esaurito le risorse nel territorio in cui vivevano, si spostavano su un altro territorio. Ma avevano davvero esaurito TUTTE le risorse? Qualche decina di individui poteva veramente riuscirci? Ovviamente no: sfruttavano quello che potevano sulla base delle loro conoscenze e capacità.
A mano a mano che ci siamo evoluti (cresciuti) siamo anche stati sempre più capaci di sfruttare meglio le risorse ed ottenere sempre di più da ciò che la terra è in grado di dare e questo processo è ancora in corso oggi.
Voglio dire che tutto ciò che riusciamo ad ottenere dal pianeta dipende solo ed esclusivamente dalla nostra capacità di ricavarlo e fra un milione di anni sarà ancora così, anche se con modalità ben diverse.
L’Abbondanza non riguarda solo i beni materiali
Il fatto è che non c’è alcun motivo per cui dovremmo temere di restare col cerino in mano. Il problema è un altro ed è che sono le nostre convinzioni limitanti ad impedirci di liberarci dal diktat dell’accontentarsi: siamo schiavi del paradigma della Scarsità e questo paradigma non ci sta limitando soltanto per gli aspetti prettamente materiali (denaro, status, potere, ecc.), ma anche e soprattutto per quelli non-materiali.
Non esistono, infatti, solamente le risorse fisiche, ma anche quelle emozionali (amore, sicurezza, autostima, empatia, ecc.), mentali (conoscenza, saggezza, lungimiranza, introspezione, ecc.), spirituali (connessione, armonia, libertà, consapevolezza, ecc.) e anche di tutte queste c’è Abbondanza: la sola differenza rispetto a quelle fisico-materiali è che sono interne, il che significa che dobbiamo lavorarci.
Ed è proprio questo il punto: ti daresti la pena di impegnarti a manifestare sempre più di queste tue risorse interiori se NON sapessi di averle? Se non hai questa consapevolezza, non t’interesserà di proseguire oltre: ti fermerai, ti accontenterai e la tua crescita si ferma… ma poiché niente in Natura è fermo (la Dinamicità è un’altra legge), è questo il momento in cui si presentano tutte le crisi possibili ed immaginabili.
Nessuno, prima della nostra generazione, ha mai dovuto affrontare un’accelerazione della Crescita così marcata ed aumenterà sempre di più. Non è affatto una cosa negativa perché significa che siamo pronti (cresciuti) e, soprattutto, stanno cambiando i nostri desideri che, da banali “capricci”, si stanno evolvendo in qualcosa di più profondo, di più solido e di più vero.
Cosa me lo fa pensare?
Mai prima d’ora c’è stata un’evoluzione di eventi tanto pressante e che, soprattutto, sta coinvolgendo l’intero pianeta. È nella natura delle cose che prima di raggiungere un livello evolutivo superiore s’incontrino pesanti crisi e sconvolgimenti, come sta accadendo proprio adesso. È un passaggio obbligato e gli esiti non sono scontati: ecco perché sviluppare un forte paradigma dell’Abbondanza è più necessario che mai e non c’è posto o momento in cui ritirarsi… accontentandoci.
Conclusione
È interessante che, in inglese, “accontentarsi” si dica “to settle for”, che dà l’idea di qualcosa che si stabilizza, che si deposita… insomma, che si staticizza. Questa è una condizione antisistemica (ricordo la legge di Dinamicità) che produce forti scompensi a qualsiasi livello della nostra realtà, che è appunto dinamica.
Sempre in inglese, si usa dire “to be content”, ma non per dire “accontentarsi”, bensì per esprimere soddisfazione ed appagamento, che è ben altra cosa.
Accontentarsi lascia l’amaro in bocca perché è un farsi andar bene ciò che si ha o si è, ma è un sentimento ben diverso dal sentirsi soddisfatti, che è invece sacrosanto.
Prendersi il tempo di guardare ciò che si è riusciti a realizzare e provarne soddisfazione non è staticità, soprattutto se poi sprona a fare di più e meglio.
Cosa ben diversa dall’accontentarsi che induce invece a pensare che “tanto… più di così…!”
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