GESTIRE LE PERSONE NEGATIVE
Un articolo di Alessandro Carli
Spesso – troppo spesso, per i miei gusti – ci ritroviamo a leggere o ad ascoltare cosiddetti guru che ti raccomandano di evitare le persone negative… e, naturalmente, non ce lo facciamo ripetere due volte.
In effetti, chi vuole avere a che fare con persone negative? E perché mai dovremmo volerci fare un fegato così per dare retta a chi cerca di rendere miserabili le nostre vite con le loro sventure, il loro pessimismo, la loro ristrettezza mentale… spesso perfino la loro cattiveria gratuita.
Ma è questa la soluzione?
Finché non si è in grado di gestire emotivamente la negatività, assolutamente sì. Pensare di passare la nostra vita a fare selezione tra chi è di nostro gradimento e chi no… non è una saggia amministrazione delle nostre risorse e del nostro benessere mentale, ma pura e semplice vigliaccheria.
Prima di entrare nel merito della gestione delle persone che definiamo negative, vediamo di capire meglio chi sono e perché si comportano così (a questo proposito, ti consiglio la visione di un breve video, “Positività/Negatività”, che ho da poco inserito sul mio canale YouTube: https://youtu.be/0r0c00kHKK4?si=Q4jcfE3eCaKst04U).
Positività e negatività non sono soltanto due distinti – anzi opposti – atteggiamenti mentali, ma anche precise scelte di vita: la prima è quella di dare, di mettere sul piatto, di costruire; la seconda, al contrario, è quella di prendere, di togliere, di distruggere. Ma dare e prendere cosa? Energia, ciò che non solo ci tiene in vita, ma anche ciò che dà alla vita bellezza e significato.
LA NATURA DELLA NEGATIVITÀ
Nessuno nasce negativo. Basta guardare i bambini: sprizzano di gioia, sono creativi, spontanei, propositivi… Poi, purtroppo, alcuni adulti (genitori… ma no solo) inconsapevoli e negativi, anziché alimentare questa naturale predisposizione dei piccoli ad essere felici, creano situazioni in cui rubano da quei bambini l’energia di cui sono naturalmente dotati per colmare il proprio vuoto interiore (la negatività, appunto).
Ovviamente, non lo fanno apposta: diventa una pulsione automatica ed irrefrenabile. TUTTO il peggio dell’arsenale comportamentale umano, dal furto alla truffa, fino ad arrivare all’odio e all’omicidio, è il naturaletentativo di colmare quel vuoto di energia di cui abbiamo così profondamente bisogno per vivere, perpetuando in questo modo un gigantesco vortice vizioso che coinvolge tutta l’umanità.
Purtroppo, nessuno ci ha insegnato come rifare il “pieno” di energia, che è peraltro infinita e tutta intorno a noi, ed è per questo che in molti vanno avanti come zombi, accontentandosi di piccole soddisfazioni o distrazioni per mantenere il minimo vitale di energia. Solo che basta un niente, una qualsiasi piccola scossetta nella nostra vita, per farci piombare nell’abisso dell’ansia, del pessimismo e perfino dell’autodistruzione nei casi più estremi.
Ora, secondo te: siamo sicuri che allontanare le persone negative dalla nostra vita sia la scelta migliore per noi? Forse lo è… per un po’, ma non certo la più sostenibile. Spostare la negatività da un’altra parte non le impedirà di tornarci indietro da un’altra: d’altronde, ci troviamo tutti sulla stessa palla. Ed è tonda: vedi tu…
GESTIRE LA NEGATIVITÀ
Forse la cosa migliore è quella di capire la negatività ed imparare a gestirla. Chissà? Magari così potremmo perfino contribuire a far rifluire sempre più positività.
Tieni a mente questi aspetti quando ti interfacci con persone che consideri negative.
La negatività NON è un tratto caratteriale, ma uno stato – Nessuno nasce negativo, nessuno È per natura negativo e non c’è quindi nessuno da cui scappare, ma solo da aiutare. A nessuno piace la negatività e men che meno a chi è negativo, solo che spesso non sa COME cambiare il suo stato se non rubando energia agli altri… cosa che peraltro fa inconsapevolmente.
Chi fugge i negativi è perché si sente egli/ella stesso/a vulnerabile – Usare la fuga dalle persone negative come modus operandi standard per salvaguardare la propria positività è una strategia codarda e del tutto inefficace. Chi è molto giovane o chi si sente suscettibile all’influenza della negatività fa bene a sfuggirle, ma non dovrà né potrà mai essere una precisa scelta di vita. Se siamo qua per rendere il mondo un posto migliore (che sarebbe poi lo scopo di vita di ognuno di noi), dobbiamo imparare a rafforzarci ed a renderci impermeabili alla negatività, non ad evitarla.
I negativi sono persone che non si sono mai veramente messe alla prova – Aver dovuto affrontare anche molti eventi negativi non significa esserne diventati immuni. Se ne diventa immuni quando riusciamo a dar loro un perché, un significato. Ricercare quel perché richiede disciplina, determinazione ed un forte desiderio di prendere in mano la propria vita, cosa che si vede sempre più di rado. I negativi hanno un disperato bisogno di amore… ma di entrambi i tipi: amore dolce E amore duro.
Al di là dell’apparenza, i negativi VOGLIONO cambiare – Le persone che si trovano in uno stato di negatività vogliono uscirne più di qualsiasi cosa al mondo e, spesso, non se ne rendono nemmeno conto esse stesse. Per questo non solo vi resistono, ma contrattaccano alla sola idea di cambiare: infatti, vedono la staticità come un mezzo per proteggersi e l’ostilità verso il mondo e gli altri come il solo modo per avere un minimo di controllo. Il problema è che non si fidano… ma lo faranno di chi dimostra loro di essere solidi e determinati ad aiutarli.
Siamo tutti prede della negatività in qualche momento della nostra vita: è parte integrante della nostra umanità e nessuna crescita personale potrà impedire che ci si ricaschi. Se, però, si è fortemente motivati ad assumere il controllo della nostra vita e determinati ad affrontare ogni sfida con la giusta intenzione, superare la negatività diventerà sempre più facile e si proverà sempre più forte il desiderio di aiutare gli altri a fare lo stesso.
Come coach (e questo riguarda anche gli psicologi, naturalmente) da oltre 35 anni, lavorare con la negatività è il mio pane quotidiano, cioè vengo pagato per NON fuggire dalla negatività altrui e, anzi, per abbracciarla a morte: basta sapere come colmare il vuoto che la genera, cioè con un genuino interesse per l’altro e l’assoluta certezza che ogni uomo o donna ha la capacità di fare altrettanto.
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