Il vecchio e il locandiere
Un articolo di Alessandro Carli
C’era una volta un vecchio cercatore d’oro che doveva recarsi per affari in un paese a circa 30 chilometri di distanza. Partì presto, ma essendo a piedi, e stanco, non riuscì a fare tutto il tragitto in giornata e all’imbrunire decise di fermarsi in una locanda per passarvi la notte.
Da dietro il bancone in entrata, il locandiere squadrò il vecchio dall’alto in basso e vedendolo con vestiti logori e sporchi, pensò bene di chiedergli se avesse i soldi per pernottare. Sorridendo, il vecchio gli rispose di sì e, con una certa riluttanza, il locandiere accompagnò il vecchio alla sua stanza. Il mattino dopo, il vecchio si avvicinò al locandiere per pagarlo, porgendogli un sassolino.
Questi guardò attonito ciò che il vecchio gli depose sul palmo della mano e lo stupore si trasformò quindi in rabbia, anche verso se stesso per il fatto che avrebbe dovuto aspettarselo. Il locandiere minacciò il vecchio di chiamare i gendarmi se non avesse pagato con denaro e lui, a sua volta sorpreso, gli assicurò che quel sassolino valeva molto di più del costo della camera.
Il locandiere non ne volle sapere e fece incarcerare il vecchio, mentre un altro cliente, che aveva visto tutta la scena, gli si avvicinò per sapere cosa fosse successo. L’albergatore, per sfogarsi, raccontò tutto e alla fine l’avventore gli chiese di poter vedere quel sassolino. Stizzito, il locandiere consegnò il sassolino al suo cliente dicendogli che se lo poteva anche tenere…
Dietro la storia
La storia in sé, buttata giù in un attimo, è anche piuttosto banale, ma il messaggio che vuole trasmettere non lo è per niente!
Il protagonista della storia non è il vecchio, ma il locandiere, che rappresenta un po’ tutti noi nel modo di pensare limitato e fortemente condizionato da stereotipi e verità precostituite. Ma non è nemmeno questo l’aspetto più importante che vuole raccontare la storia, quanto il modo in cui ci rapportiamo con gli eventi e soprattutto il fatalismo, fratello del vittimismo, con cui li affrontiamo.
Come il locandiere, non siamo in grado di capire la natura degli eventi: perché accadono e perché a noi, nei modi e nei tempi in cui si verificano. Valutiamo la qualità degli eventi esclusivamente sulla base del nostro gradimento: buoni se ci procurano piacere; cattivi se ci procurano dolore… perdendo totalmente di vista il quadro d’insieme ed interpretando gli accadimenti in modo del tutto egocentrico, cioè in funzione delle nostre aspettative e di ciò che troviamo o meno conveniente.
In realtà, il sassolino era un diamante grezzo, quasi impossibile da distinguere da una comune pietruzza per un occhio inesperto. In effetti, una volta ripulito e tagliato a dovere, con quel diamante il locandiere avrebbe potuto ingrandire e rinnovare l’intera locanda, rendendola ancora più redditizia!
Il vecchio rappresenta la vita, la realtà in cui operiamo, che è incredibilmente abbondante e munifica, ma che occhi incapaci di andare oltre l’ovvio e il pregiudizio non possono né vedere né tantomeno comprendere.
Per quanto la realtà possa essere abbondante, però, non è sprecona e tutto ciò che era destinato a noi, ma a cui abbiamo rinunciato in quanto non ritenuto gratificante ed offerto con modalità da noi considerate inadatte, se non addirittura inaccettabili, finirà nelle mani di altri e, più nello specifico, di chi ha voluto e saputo vedere oltre l’apparenza, consapevole del fatto che niente è scontato e che dietro ogni accadimento o situazione si cela sempre un’opportunità.
Infine, siamo sempre noi ad “incarcerare” la nostra stessa vita, impedendole di lavorare per noi.
Se non te, sarà qualcun altro
Una domanda che forse ti sarai fatto è questa: ma perché il locandiere, avendo qualche dubbio che il vecchio fosse in grado di pagare il pernottamento, non gli ha chiesto i soldi in anticipo?
Ti do un indizio.
John Lennon, l’iconico chitarrista dei “Beatles”, disse una frase meravigliosa: “La vita è ciò che ti accade mentre sei occupato a fare altro”.
Questo è esattamente ciò che stava facendo il locandiere, cioè era occupato a fare altro mentre la vita (il vecchio) gli “stava accadendo”. E cos’è questo “altro” che lo occupava? Il suo lavoro, certo, ma dando corda ad un atteggiamento negativo, vittimistico, diffidente, totalmente proteso a proteggersi dall’esterno, nelle sue varie manifestazioni. Il suo primo istinto è stato quello di chiedere al vecchio se avesse i soldi per pagare e quando questi gli ha risposto di sì, non poteva far altro che credergli sulla parola.
È così che succede anche nella vita. Non possiamo chiedere prima di dare: prima si dà – o si fa – e poi possiamo legittimamente aspettarci di avere quanto ci spetta… idealmente, almeno, perché anche se nei fatti è ciò che succede, non avviene quasi mai nei tempi e modi che ci attendiamo.
Il vecchio ha pagato il locandiere e anche profumatamente, ma non nella modalità che questi si aspettava, mentre ne ha invece goduto un terzo che non c’entrava niente, ma che sapeva come funzionano certe dinamiche.
Conclusione
Vedere la vita e il mondo come qualcosa contro cui dover combattere per avere ciò di cui si ha bisogno è un atteggiamento mentale distruttivo e, purtroppo, molto comune.
Dobbiamo fare la nostra parte con serenità poiché i sistemi naturali lavorano per perpetuare la vita e l’abbondanza per sostenerla, altrimenti non ci si può spiegare come, dopo miliardi anni, il nostro pianeta sia ancora capace di provvedere ad ogni sua creatura: non è affatto scontato.
La negatività e il vittimismo ci portano su un sentiero impervio, senza via d’uscita ed è necessario valutare bene tutto ciò che ci accade, specialmente quello che ci sembra più sfavorevole e che richiede un maggiore sforzo da parte nostra poiché, come si dice, la porta che dobbiamo attraversare per avere ciò che cerchiamo è stretta.
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Anche a te pare che la vita non ti stia trattando come ti aspetteresti? Succede spesso, ma non si tratta di un bug nel meccanismo, bensì del nostro approccio agli accadimenti.
Se hai voglia di parlarmene per capire come gestire questa situazione, richiedi una consulenza gratuita e senza impegno con me… E’ solo una chiacchierata.
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