INGLESE COME LINGUA STRANIERA

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

 

INSEGNAMENTO DELLA LINGUA INGLESE E TRADUZIONE

 

PERCHÉ INSEGNARE E/O APPRENDERE L’INGLESE SE L’ITALIANO È COSÍ BELLO

 

NON SI DICE CHE LA NOSTRA LINGUA SIA MUSICALE, ARMONIOSA E BELLA?

 

L’insegnamento della lingua inglese sta alla traduzione come la musica a un compositore

 

 

Insegnare una lingua è come tradurre, difficile. Di qui l’analogia tra le due attività.

“Ma tu non sei insegnante” potrebbe obiettare qualcuno. Giusto fino a un certo punto.

Fermo restando che non è mia intenzione forgiarmi di un titolo che non mi compete, che non intendo in alcun modo fare concorrenza sleale, che rispetto le competenze di un Insegnante in senso stretto

 

Sussistono condizioni specifiche perché proprio io parli di insegnamento della lingua inglese.

 

Perché insegnare l’inglese come lingua straniera? Cosa ci guadagno?

 

Ho insegnato per la prima volta l’inglese come lingua straniera nell’ambito della mia formazione universitaria, quando ero ancora studentessa alla Scuola per Interpreti e Traduttori di Firenze.

Ricordo che mi contattò una Scuola di Lingue, chiedendomi se fossi disposta ad insegnare l’Inglese agli Italiani, o agli stranieri che frequentavano l’Istituto.

Pur non essendo ancora diplomata in Interpretazione e Traduzione, pensai “Perché no? Ogni esperienza nel settore è un tassello di formazione utile per completare il puzzle di studi linguistici”.

Detto, pensato e fatto.

Incarico accettato.

É stata l’esperienza più bella e divertente che abbia mai fatto in tutto il mio percorso professionale. Forse perché ero ancora diversamente Vint-age, piena di slancio e, forse, anche più energica.

L’Entusiasmo non mancava, quindi ho accettato di buon grado e svolto con il massimo zelo e scrupolo l’incarico assegnatomi.

Gli studenti erano contenti, motivati e, soprattutto, si divertivano per il mio “Loud English Teaching”, Insegnamento di Inglese rumoroso.

Canti e balli accompagnavano spesso le mie lezioni.

Singing & Dancing with the Boss era già presente in classe e, ovviamente, i Bruce’s Fan erano i più scatenati!

 

FINE DI UN CICLO INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA

Ho poi completato il mio diploma di laurea in Inglese e Tedesco e sono diventata docente presso altri Istituti privati, in Italia e Germania. Ho anche lavorato come insegnante nei campi estivi in Inghilterra e come insegnante di inglese generale e commerciale nelle aziende italiane. Questo può sembrare strano, se si considera che la mia ambizione è sempre stata quella di diventare traduttrice e che non ho mai voluto insegnare, perché insegnare richiede molta pazienza. Vorrei che tutti fossero rapidi nell’apprendimento, non facessero troppe domande e amassero le lingue tanto quanto le amo io.

Il mondo è bello, perché ci sono molte lingue e vari livelli di conoscenza e apprezzamento.

 

QUALI SONO I VANTAGGI DELL’INSEGNAMENTO DELL’INGLESE ALL’ESTERO?

È facile intuire i vantaggi dell’insegnamento dell’inglese in un paese straniero. Si ottiene una preziosa esposizione alla lingua e alla cultura del Paese prescelto e si viene pagati per il piacere di farlo. Purtroppo molti datori di lavoro ne sono consapevoli e pagano stipendi minimi, sapendo che gli insegnanti saranno sempre disponibili, e sopportando il rovescio della medaglia di scoprire che raramente gli insegnanti rimangono a lungo nello stesso posto. La maggior parte degli insegnanti di INGLESE COME LINGUA STRANIERA all’estero tende ad essere appassionata di lingue, a perfezionare le proprie competenze in una lingua che ha già studiato o che ha usato a lavoro, o, ancora, a imparare una nuova lingua. Tutti gli insegnanti di INGLESE COME LINGUA STRANIERA all’estero sono appassionati di cultura e vogliono conoscere un nuovo Paese in un modo impensabile e impossibile se non si lavora lì.

 

Ma quali sono i vantaggi del processo di insegnamento dell’inglese? In che modo l’insegnamento può aiutarvi a diventare un traduttore migliore e un utente migliore della vostra lingua?

 

Meglio avvalersi di un’Agenzia di Traduzioni, o di un Libero Professionista?

La diatriba tra le due figure professionali domina la scena da lungo tempo.

A mio avviso, non ha senso farsi la guerra l’un l’altro. Credo piuttosto che le due possano coesistere e convivere pacificamente, nel rispetto del Codice Deontologico e delle tante osannate, scarsamente praticate, Good Practices (o Buone Pratiche se preferite).

 

Centro traduzioni, agenzia traduzioni, Fornitore di Servizi Linguistici, Fornitori di Servizi di Traduzione o Società di Traduzioni?

 

“Centro traduzioni”, dal latino centrum e dal greco κέντρον, è probabilmente una delle prime denominazioni di gruppi di professionisti impegnati nell’attività di traduzione. La denominazione, largamente in uso negli anni ’60 e ’70 e tuttora diffusa soprattutto in Francia (“centre”) ha ceduto nei due decenni successivi il primato ad “agenzia traduzioni”.

“Centro traduzioni” è stato confinato ad attività didattiche e culturali spesso senza scopi di lucro. “Agenzia traduzioni” suona come una denominazione qualificante, ben assonante con la corrispondente definizione inglese “Agency” e in linea con organizzazioni rinomate e diffuse, quali le agenzie pubblicitarie, le agenzie giornalistiche, ecc.

Con il passare del tempo, tuttavia, sembra che “agenzia” abbia assunto un significato dispregiativo che vedeva l’attività svolta dall’organizzazione relegata al ruolo di mera intermediazione. Molti operatori non si sono riconosciuti nel ruolo di “passacarte” fra cliente e traduttore, che è l’effettivo e unico esecutore dell’incarico.

Hanno, quindi, rivendicato un’identità imprenditoriale che sottraeva la traduzione al singolo mediatore linguistico, per porla al centro di un complesso progetto che vedeva impegnati traduttori, revisori linguistici, esperti in terminologia, impaginatori e altri. L’agenzia traduzioni diventa azienda e quindi, “società di traduzioni”.

Dobbiamo all’informatizzazione e all’uso esteso di nuove tecnologie digitali la diffusione dei Fornitori di Servizi Linguistici, “Language Service Provider”. Questa definizione è tuttora fra le più usate nell’area anglofona e lo stesso anglicismo è utilizzato da molte organizzazioni nazionali.

 

LEGGE E TRADUZIONE

La Legge non conosce ignoranza

Law speaks English

 

Utile, a tale proposito, fare anche un breve riferimento normativo.

E qui esperienza in traduzioni legali docet.

Nello specifico: la norma europea UNI EN 15038. emanata a fine 2006, dalla quale scaturisce l’acronimo TSP “Translation Service Provider”, Fornitore di Servizi di Traduzione, appunto. La norma che tratta specificamente i servizi di traduzione e i requisiti per ogni fornitore con riferimento alle risorse umane e tecniche, alla gestione della qualità e del progetto, al contesto contrattuale e alle procedure del servizio, nelle definizioni cita: “Fornitore di servizi di traduzione (TSP): Persona o organizzazione che offre servizi di traduzione”.

La norma, quindi, cerca di conciliare e colmare le differenze fra professionisti e organizzazioni proponendo un acronimo, ahimè inglese, che vada bene per tutti.

Nel lungo percorso da Agenzia traduzioni a Language Service Provider continuiamo, quindi, ad essere tutto, chiedendo a Google quale sia l’identità con la quale veniamo “maggiormente cercati”.

 

Mr. Google tell me who I am

Sig. Google mi dica chi sono

 

Vedere la lingua attraverso gli occhi di uno straniero è un’esperienza di apprendimento fantastica. Improvvisamente si scopre la necessità di dover spiegare tutte le parole che si danno per scontate. Quando si dice “ciao” e quando “salve”? Cos’è il paradiso? Cos’è un brivido? L’insegnante ha a disposizione una serie di risorse per spiegare il vocabolario – mimo, disegni, persino traduzione e dizionario nelle classi di livello inferiore – ma forse l’abilità più importante è la costante capacità di spiegare e parafrasare. In inglese. Perché per il traduttore avere un buon francese, russo, tedesco ecc. è una cosa, ma se non è abbinato a un ottimo inglese le traduzioni non saranno mai del massimo livello possibile.

 

E naturalmente non è importante solo il significato. Lo studente deve sapere quando usare la parola. La collocazione è altrettanto importante, se non di più, del significato. I dizionari sono spesso eccellenti nel fornire il significato, ma molti (non tutti) non sono all’altezza quando si tratta di specificare i tempi per l’uso della parola. Questo è il compito dell’insegnante. Prendiamo il verbo frasale “cadere”. Un insegnante di Inglese, come lingua straniera, medio, potrebbe dare la definizione “litigare”. Un buon insegnante di Inglese, come lingua straniera, potrebbe fornire una frase per contestualizzarla, ad esempio: “Ha litigato con sua sorella perché non gli ha dato la palla”. L’ottimo insegnante di Inglese come lingua straniera, invece, fornirebbe diverse frasi per spiegare il verbo, oltre a dire che di solito si usa per parlare di bambini o coppie, non tanto per parlare di affari, e che di solito implica un periodo in cui le persone non si parlano. Possono anche dare la frase colloquiale “a falling-out” e spiegare che questo verbo frasale non è usato nell’inglese americano. E ancora non hanno nemmeno sfiorato il registro. La capacità di fare questo, non solo quando hanno preparato la lezione a casa per tre ore e conoscono il vocabolario a menadito, ma anche quando uno studente chiede loro un pezzo specifico di vocabolario casuale, magari incontrato nel proprio lavoro, è fondamentale per l’insegnante di Inglese ed è un’abilità estremamente utile anche per il traduttore.

 

La grammatica è probabilmente l’area che la maggior parte dei nuovi insegnanti di Inglese come lingua straniera, madrelingua, trova difficile, semplicemente perché non ha mai imparato la grammatica inglese.

O, forse, ahimè, perché non conosce bene la propria lingua.

Mentre sono in grado di spiegare il sistema di coniugazione francese o il congiuntivo imperfetto spagnolo, perché hanno imparato a farlo da zero a scuola, non possono fare lo stesso per la loro lingua, e questo vale anche per i traduttori.

Potrebbe spiegare quando si usa il presente perfetto? Qual è la differenza tra “sabato gioco a calcio” e “sabato giocherò a calcio”? Quando si usa “per” e quando “da quando”? E cosa significa “durante”? Mentre come madrelingua si possono usare, forse, tutte queste forme correttamente, come insegnante di Inglese come lingua straniera si impara esattamente perché si dice quello che si dice. E si correggono gli errori, spesso dovuti al dialetto, nel proprio uso della lingua. Prima di diventare insegnante non avevo mai messo in discussione la frase “ero seduto lì”, usata da me, dalla mia famiglia e da tutti quelli che conosco. In realtà è grammaticalmente impossibile e si dovrebbe usare il passato continuo, “stavo seduto lì”.

 

Gli insegnanti di Inglese, come lingua straniera, come i traduttori e gli interpreti, spesso lamentano una certa contaminazione della lingua di arrivo. I traduttori si accorgono che le false collocazioni, persino le parole inventate, sembrano normali, una situazione che si aggrava quando trascorrono un lungo periodo lontano dal loro paese d’origine. Anche gli insegnanti si accorgono che gli errori comunemente commessi dagli studenti cominciano a sembrare normali e che essi iniziano a mettere in discussione il loro stesso uso delle parole. Entrambi devono assicurarsi di continuare ad avere un contatto con un inglese naturale e corretto, al fine di mantenere le proprie competenze in inglese.

 

La conoscenza dell’inglese, acquisita con l’insegnamento dell’inglese, come lingua straniera, perfeziona il lavoro del traduttore, consentendogli maggiore libertà, flessibilità e fiducia nella lingua. Vedere la lingua attraverso gli occhi di un allievo è un’esperienza preziosa per il traduttore, già apprezzata da molti. Il vocabolario e la grammatica si possono imparare sui libri, da soli, a casa, ma è lo studente che costringe l’insegnante a mettere costantemente in discussione le sue opinioni, l’uso della lingua e la scelta delle parole.

Lo studente formula domande, l’Insegnante risponde e, se non lo sa, si apre un ampio dibattito e confronto tra le rispettive conoscenze delle due figure.

In pratica: insegnare imparando e imparare insegnando.

 

Un periodo di insegnamento di Inglese, come lingua straniera, sia in patria che all’estero, è una fantastica opportunità per il traduttore di migliorare l’uso dell’inglese che, anche se talvolta dimenticato, è forse l’abilità più importante del traduttore e quella a cui, purtroppo, spesso si presta troppa poca attenzione.

 

La lingua non si inventa

La lingua si insegna e si impara

É frutto di anni di studio, impegno, lavoro, passione e costanza.

La lingua non si produce

 

Le lingue sono per me come la cioccolata: creano dipendenza.

Piacevole dipendenza alla conoscenza.

Vorrei che esistesse una fabbrica di lingue, proprio come la Fabbrica di Cioccolato [in foto: immagine dai miei archivi fotografici – Stabilimento Ritter – Waldenbuch nei pressi di Stoccarda] con il suo Protagonista, Mito indiscusso, Johnny Depp.

Non posso avere Johnny Depp in persona, lo ammiro e lo osservo al cinema e nel calendario nel mio Studio.

In compenso, posso studiare e insegnare le lingue.

 

Teach English to learn English

Insegna Inglese per imparare Inglese

Sometimes I go nuts, but I’m not mad

Qualche volta dò di barta (dò di matto) diciamo a Firenze

Non sono matta

 

ANDANTE CON BRIO

 

SE LA LINGUA STA ALLA TRADUZIONE COME LA MUSICA A UN COMPOSITORE

TUTTI AMIAMO LA BUONA MUSICA

LA BUONA MUSICA RICHIEDE ORECCHIO, TALENTO E BUONE DOTI CANORE

 

DIVERSAMENTE

 

No talento, no lingue

No lingue no insegnamento

No insegnamento no Traduzione

No traduzione….

 

Come avrebbe detto Nonna Rita?

Mo’ c’ cant’ na canzon!

 

 

 

Cecilia Di Pierro