INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CREATIVITÁ UMANA

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

La domanda del momento

L’intelligenza artificiale può davvero sostituire un autore?

 

“L’Intelligenza Artificiale ti ruberà il lavoro”

“Sarete tutti disoccupati”.

“Una Creatura scriverà e parlerà al posto vostro”

 

Queste ed altre frasi terrificanti vengono pronunciate a varie categorie di Professionisti, Interpreti e Traduttori compresi.

 

UN MOSTRO TEMIBILE

Perché?

Dalle frasi sentite in giro, mi viene in mente l’immagine di numerosi libri del Maestro del Brivido.

 

2023 FINE DELL’UMANITÁ

Stephen King pubblica un articolo sul The Atlantic, dove racconta il fatto che i suoi libri vengano usati per addestrare l’intelligenza artificiale.

Interessante un passaggio di questo articolo.

Stephen King scrive:

 

“La creatività non può esistere senza la sensibilità, e ora si sostiene che alcune IA siano effettivamente senzienti. Se questo è vero ora o in futuro, allora la creatività potrebbe essere possibile. Considero questa possibilità con un certo fascino terrificante. Vieterei l’insegnamento (se questa è la parola) delle mie storie ai computer? Nemmeno se potessi.”

 

Questa l’immagine evocata dall’Intelligenza Artificiale in molte persone, compresa la sottoscritta.

Un misto di timore e attrazione.

Un “fascino terrificante”.

 

Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?

Chiedevo in un mio precedente Articolo sull’argomento.

Da un lato, la paura che le macchine possano “sostituire” gli scrittori, i Professionisti, o gli Esseri Umani in generale.

Dall’altro, la curiosità di vedere come questo strumento può ampliare il nostro sguardo.

 

ABBIAMO VERAMENTE BISOGNO DI INCUTERE TERRORE PER ANDARE AVANTI?

Questo l’approccio di numerose persone che, a mio avviso, non conoscono le potenzialità effettive dell’Intelligenza Artificiale e si divertono a seminare terrore soprattutto tra persone più deboli, o facilmente impressionabili.

 

Gli Interpreti e i Traduttori sono rinomati per la loro spiccata curiosità

Da ciò scaturisce la domanda successiva, precisamente, la mia domanda.

Chiedo agli Esperti (veri) di rispondere onestamente e con trasparenza.

 

Le IA sono alleati o sostituti?

 

Negli ultimi mesi, centinaia di scrittori, artisti e accademici hanno iniziato a discutere seriamente se rifiutare o limitare l’uso dell’IA nella loro vita quotidiana.

Alcuni hanno bandito ChatGPT e simili dalle rispettive aule universitarie, convinti che l’apprendimento tramite “Creature” atrofizzi o comprometta la capacità critica degli studenti.

Ciò vale anche per gli adulti, Lavoratori, o Professionisti in generale.

 

QUALE IL PARERE DI UN’INTERPRETE E TRADUTTRICE A RIGUARDO?

Secondo la mia (umana) opinione, è un po’ come cercare di fermare il vento con le mani. Opporsi all’Intelligena Artificiale mi fa pensare un po’ a quando, nell’Ottocento, le prime macchine da scrivere venivano viste come una minaccia alla “vera scrittura a mano”.

Ci pensate il passaggio dalla macchina da scrivere, quella di mio Padre, Olivetti Lettera 32, alle macchine elettroniche, per poi passare agli attuali Tablet, PC o altri dispositivi elettronici?

 

O, ancora prima

 

CACCIA ALLE STREGHE STAMPATE

Quando la stampa di Gutenberg fu accusata di rovinare l’arte dei copisti e di diffondere libri “senza anima”.

 

Ogni epoca ha il suo “nemico tecnologico” e, col senno di poi, sappiamo come è andata: non si è mai trattato di una sostituzione, ma di una trasformazione. La macchina non ha cancellato la mano, l’ha liberata per altri usi.

 

La stampa non ha distrutto la cultura orale, l’ha resa più accessibile.

Allo stesso modo, oggi l’IA non ci priva della scrittura: ci costringe a ridefinirla.

 

Un romanzo scritto da ChatGPT può essere migliore di quello scritto da un essere umano?

 

“Non mi sento particolarmente infelice all’idea che il mio lavoro venga utilizzato per addestrare l’intelligenza artificiale”

 

La sua posizione spiazza: non vede nell’IA una minaccia da demonizzare, ma un interlocutore, persino una fonte di ispirazione. Per un Autore originale, anche se un algoritmo replica il suo lavoro, ci sarà sempre una parte che rimane irripetibile, intrisa della sua esperienza, della sua sensibilità, del suo dolore.

 

E qui c’è la riflessione che vorrei portare in questa mail, oggi: la creatività non è mai soltanto nel testo finale, ma nel percorso che porta a scriverlo, nel vissuto che lo ha reso possibile.

 

Il linguaggio (e forse anche la letteratura) non è mai neutro.

 

E allora, forse, la vera domanda non è se l’IA possa scrivere come noi, ma se noi sapremo ancora difendere la parte irriducibile, quella che nessun modello potrà mai simulare: la verità che abita dietro le nostre parole.

 

Come puoi utilizzare l’IA per valorizzare la tua creatività?

Partendo dal presupposto che l’intelligenza artificiale non è un sostituto dell’autore, possiamo però dire che può diventare un alleato di scrittura, se usato con metodo.

 

Il rischio, infatti, non è che l’IA scriva “troppo bene”, ma che tu finisca per accettare le sue risposte come definitive, rinunciando alla parte più viva e complessa del lavoro creativo: il dubbio, la riscrittura, la scelta delle parole.

 

Su questi aspetti ho riflettuto molto e voglio riportare qui alcuni concetti che mi sono stati utili per parlare di IA (e per sfruttarla a mio vantaggio).

Dallo scetticismo iniziale all’analisi e alla conclusione che:

 

  1. L’Intelligenza Artificiale può essere sfruttata come “specchio deformante”.

Permette di riformulare e riscrivere un dialogo, una traduzione, o un discorso in tre stili diversi: poetico, minimalista, surreale. Non occorre accettare le versioni, bensì guardarle come variazioni sul tema. Un po’ come un testo, o un discorso, tradotto e interpretato da Traduttori e/o Interpreti diversi. Ognuno ha il suo stile.

Il mio, per esempio: “Cecilia’s Style. Uno Stile che non conosce stagioni. (cit. Maurizio Fiengo – Tag)

A volte è proprio da un errore, da un eccesso letterario, o da un cliché che nasce una nuova intuizione narrativa.

 

  1. Imposta e definisci vincoli creativi

L’IA è tanto più utile quanto più la guidi. Chiedile: “Riscrivimi questa scena senza usare mai la parola paura”, “Non dare retta a Cecilia”, oppure: “Esprimi la rabbia del personaggio senza mai dirlo esplicitamente”. In questo modo diventa un esercizio per l’Essere Umano, non un sostituto.

 

  1. Ogni volta che usi l’IA, annota cosa hai accettato e cosa hai scartato.

“Togli questo e metti quello” Cit. Nonna Rita (Intaggabile)

“L’Eleganza è togliere non mettere” – Cit. Armani

Tolgo e metto, non dismetto (DPC)

 

Dopo qualche settimana, quest’attività di Togli-metti, porterà alla creazione di un archivio prezioso: un catalogo di libri, traduzioni e indumenti di tuo gusto personale, che ti dirà più di mille manuali di scrittura quale sia davvero la tua voce.

 

  1. Non saltare il tempo di “sedimentazione”

Usa l’IA come stimolo, ma lascia che la vera scrittura e/o la traduzione autentica avvenga nei momenti di riflessione. Dopo aver generato idee o frasi, lascia passare almeno un giorno. Torna al testo a mente fredda e chiediti: “Questa frase suona mia o suona come la sintesi di un algoritmo?”

Oppure non suona affatto, o viene riprodotta come una nota stonata?

Solo Bruce può permettersi di stonare una nota: ne nascerà comunque un Capolavoro.

I famosi “Lost Albums” erano stati inizialmente scartati da The Boss. Li ha riscoperti e riproposti adesso. Ma Bruce is Bruce.

 

“We’re only Humans”

Cantano the Killers, peraltro in concerto con Bruce

1° Ottobre 20222 Madison Square Garden (Non c’ero, ma ho imparato la Scaletta del Concerto a memoria)

 

  1. Ricorda che il lettore vuole la tua esperienza, non la tua efficienza, o paragrafi buttati lì come se fossero trippa per gatti.

Nessuno legge un romanzo, o una traduzione, o ascolta l’Interpretazione, per avere una risposta immediata. A maggior ragione nessuno legge una traduzione fatta a macchina, senza punteggiatura, con frasi sconnesse, e spesso addirittura senza senso.

Nessuno gradisce ascoltare una “Traduzione istantanea”, Kodak. A parte che è Interpretazione.

Si legge, traduce, o si interpreta, per condividere emozioni, contraddizioni, prospettive uniche per ciascun Osservatore. L’IA può fornire materiale, peraltro alimentata dall’Essere Umano, ma non potrà mai proporre o riprodurre per te l’esperienza di quando hai annotato una “Pazza idea” nel cuore della notte, Singing and Dancing with the Boss.

Tantomeno potrà riproporti un frammento di dialogo mentre eri in fila alla posta, o aspettavi il tuo turno per fare le analisi del sangue.

 

In fondo, il punto è questo: non si tratta di come l’IA scrive, ma di come tu scrivi attraverso l’IA.

 

Ne va della Creatività

 

BECAUSE

Originali pochi

Copie degli Originali tanti

 

Noi ci ritroviamo sempre qui, la prossima settimana, con una nuova riflessione sul fantastico mondo della Scrittura, del Genio umano e del prodotto scaturito dalla mente di un’Interprete e Traduttrice, frutto di anni di studio, esperienza, sacrifici, spese, Competenza e, soprattutto, Passione per il proprio lavoro!

Personal Brand

Sono io il mio marchio

Mi marchio da sola

Metto una marca da bollo unica, insostituibile e, soprattutto, non duplicabile, sulle mie traduzioni o sulla mia carta intestata.

 

Un saluto in Prospettiva

Sir Brunelleschi saluta

L’Interprete sta affacciata a guardare la meraviglia

Waiting on a Sunny Day

 

Da Firenze

 

Un Articolo di

 

Cecilia Di Pierro

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