Interpretariato e tecniche di interpretazione
Un articolo di Cecilia Di Pierro
Viaggio nel fantastico mondo dell’Interpretazione
Paradiso linguistico
A Stairway to Languages
Come diventare interpreti: l’iter formativo e le competenze
Caratteristiche di un’Interprete
Scopriamo come diventare interpreti, le possibilità d’impiego legate a questa professione e le capacità che qualunque buon interprete dovrebbe avere
Premesso che
Non sono intenzionata a svelare il “Segreto professionale”
Non sono così sprovveduta da spianare il terreno alla concorrenza
Non credo certo che tutti possano diventare Interpreti se lo desiderano
Il presente Articolo vuole essere una delucidazione su un lavoro tanto articolato quanto, dai più, sottovalutato nella sua complessità e particolarità.
Se da un lato conoscere le lingue è un requisito fondamentale in qualsiasi ambito lavorativo, dall’altro sarà ancor più importante se su traduzione e interpretariato si desidera costruire una carriera, e guadagnare del proprio lavoro.
Perché è pur vero che non di solo lavoro vive l’uomo, ma occorre guadagnare per vivere. Personalmente mi piace lavorare e vivere, non sopravvivere. Di qui la mia passione per il lavoro che svolgo e l’impegno a divulgare le conoscenze ad altri.
Risaputo che gli Interpreti non siano dei grandi assi in matematica, ma le statistiche parlano chiaro: traduttori e interpreti sono di fatto tra le figure più richieste sul mercato del lavoro! Professionisti il cui operato risulta fondamentale in moltissimi ambiti, da quello economico a quello medico, passando attraverso l’area giuridica, turistica, dello spettacolo e istituzionale.
Ne consegue
Come diventare interprete?
Quali sono le competenze che dovrà acquisire chiunque voglia entrare a far parte del mondo dell’interpretariato? E soprattutto, quale percorso di studi dovrà scegliere?
Per diventare Interpreti, occorre frequentare Istituti specifici per conseguire un titolo di studio corrispondente, quale per esempio:
Corso Triennale in lingue
Mediazione linguistica
Magistrale e Laurea in Traduzione e Interpretariato
Il percorso formativo dell’interprete
Per intraprendere questo tipo di carriera è necessario – una volta conseguito il diploma di maturità – optare per un corso di laurea. Oltre alla triennale in Mediazione Linguistica e alla magistrale in Traduzione Specialistica e Interpretariato – entrambi percorsi caratterizzati dalla presenza di un test ostativo d’ingresso – è possibile “giungere a meta” anche attraverso l’iscrizione a un corso di laurea in Lingue e Letterature Straniere.
Questa facoltà consentirà infatti allo studente di scegliere tra molte lingue di preferenza e faciliterà anche chi – ancora indeciso sul percorso di specializzazione da intraprendere – voglia acquisire competenze utili a lavorare in un contesto internazionale.
Ma dove conseguire questo titolo? Specialmente per gli studenti di lingue – notoriamente grandi viaggiatori desiderosi di laurearsi, lavorando e facendo esperienza – è consigliabile prendere in considerazione l’iscrizione in una delle tante Università Telematiche. Gli atenei online infatti garantiscono ai propri corsisti totale autonomia nella fase di immatricolazione e studio: sarà possibile iscriversi in qualsiasi momento dell’anno e consultare le videolezioni da remoto, via smartphone, pc o tablet.
Libertà sì, ma mai a discapito della qualità della didattica! Gli allievi otterranno un titolo di laurea in tutto e per tutto equivalente a quello rilasciato dagli atenei di stampo classico, potranno ricevere tutto il sostegno necessario da parte di tutor e docenti e avranno a disposizione un ricco archivio contenente materiale didattico, esercizi e appunti.
Interprete e traduttore: quali le differenze?
Importante ai fini della comprensione:
Il Traduttore traduce testi scritti
L’Interprete parla, traduce discorsi o altro verbalmente.
Prima di entrare nel vivo della questione e scoprire come diventare interprete, è bene fare una distinzione tra il ruolo del traduttore e la figura dell’interprete: queste due figure professionali infatti, benché in parte sovrapponibili e troppo spesso confuse, si occupano di settori diversi e ricoprire mansioni differenti. Mentre il Traduttore ha il compito di tradurre testi scritti, l’interprete si occupa di tradurre la lingua orale, assicurandosi che il messaggio giunga chiaro e completo al pubblico. Il lavoro di traduzione portato a termine da un interprete richiede pertanto una preparazione ad hoc che consentirà al professionista – senza l’ausilio di testi, revisioni e appunti – di parlare dopo pochissimo tempo rispetto all’oratore o, in alcuni casi, addirittura simultaneamente.
Punto di forza dell’interprete professionista sarà, senza dubbio, il tempismo: mentre infatti il traduttore avrà il tempo di rivedere e correggere con calma i propri testi, l’interprete dovrà agire in modo tempestivo, mostrare di possedere un’ottima dialettica e destreggiarsi tra vocaboli tecnici e nozioni che richiederanno necessariamente una preparazione preliminare e competenze specifiche.
Quali sono le caratteristiche dell’Interprete ideale?
La Triade dell’Interprete
L’Interprete deve essere dotato di
- Calma e sangue freddo.
“Dont’ panic but don’t delay” la mia massima per descrivere il nostro lavoro.
L’Interprete è come un chirurgo che opera a cuore aperto in un paziente con infarto del miocardio acuto (traduzione medica docet). Tempismo, tempestività e freddezza: i requisiti indispensabili.
Il segreto per essere bravi interpreti è non lasciare spazio a dubbi. Anche quando non si capisce, occorre andare avanti, con sicurezza, senza far capire che “non hai capito”. Il trucco di un/una bravo/brava Interprete consiste proprio nel dare l’idea di essere un Addetto ai lavori. In altri termini: non mostrare paura se non si capisce. Fingere, direte voi. In un certo senso positive fiction. Una finzione finalizzata alla comprensione.
- Tempismo
Ascolto, comprensione e trasposizione del discorso. Difficile, ma non impossibile. Anche se …
Non siamo macchine fotografiche e non facciamo la “Traduzione istantanea”.
Tu Kodak? Io Interprete simultanea.
- Ottima Dialettica
Padronanza della propria lingua e perfetta conoscenza della lingua di interpretazione.
Il segreto. Parlare, parlare, parlare.
“Signorina, lei parla tanto” mi ha detto una volta un Medico.
“Grazie per la Signorina, Dottore. Se l’Interprete non parla, gli altri non capiscono”.
Veniamo agli ambiti di specializzazione
L’Interprete può lavorare in ambiti vari a seconda della specializzazione.
Quella dell’interprete è una professione molto complessa che richiede – oltre alla conoscenza di una o più lingue straniere – anche spiccate doti comunicative, prontezza, grande concentrazione, spirito d’iniziativa, velocità e una buona dose di empatia.
Chiunque voglia avvicinarsi al mestiere dell’interprete, infatti, non dovrà limitarsi allo studio approfondito delle lingue, ma avrà il delicato compito di approfondire l’aspetto della mediazione tra oratore e ascoltatori, riuscendo sapientemente a gestire comunicazioni verbali di ogni tipo, da quelle colloquiali alle più formali. Il compito principale dell’interprete infatti consiste nel tradurre la lingua orale, in modo rapido e fluido, cosicché il messaggio giunga a chi ascolta in modo completo e fruibile. Un “Mago della comunicazione” per intendersi.
Sarà pertanto fondamentale che il professionista conosca alla perfezione la propria lingua, ma anche le espressioni idiomatiche, la cultura e le tradizioni della lingua da tradurre, in modo da poterne comprendere ogni sfumatura, tono o intenzione e riportarla efficacemente al pubblico, a prescindere dalla tipologia, ovvero composto da poche persone, da un’intera platea o addirittura da migliaia di individui sintonizzati in mondovisione.
Sembra facile, ma così non è. Gli interpreti sono figure altamente specializzate e possono operare negli ambiti più svariati, da quello tecnologico, amministrativo, legale o aziendale a quello medico, commerciale o altro: sarà quindi loro compito aggiornarsi costantemente e studiare lessico, argomenti, tecnicismi ed espressioni dello specifico settore di riferimento.
Sono solo questi, quindi, i requisiti per diventare interprete? Vi sembra poco? Assolutamente no. Se almeno una volta nella vita, spaventato dalla mole di studio e dagli esami, ti sei domandato come diventare interprete senza laurea, sappi che è impossibile! L’aspirante interprete dovrà infatti conseguire una laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere per poi iscriversi a un corso di specializzazione in Traduzione e Interpretazione oppure, in alternativa, optare direttamente per una laurea triennale in Mediazione Linguistica, seguita da una magistrale in Traduzione Specialistica e Interpretariato.
Mi sia consentito un inciso: parliamo tanto, perché abbiamo studiato altrettanto. Ogni parola corrisponde a anni impiegati a studiare, formarsi, specializzarsi e perfezionarsi.
Le varie tipologie di interpretazione
Ora che certamente hai compreso come diventare interprete, devi sapere che esistono infinite specializzazioni e addirittura diversi tipi di tecniche di interpretazione.
L’interpretazione simultanea prevede che la traduzione avvenga pressoché in contemporanea al discorso pronunciato dal parlante. Questa attività coinvolge uno o più interpreti contemporaneamente e richiede grande concentrazione e silenzio. Per questo motivo il professionista deve poter vedere l’oratore e tradurre le sue parole nel giro di pochissimi secondi ascoltando il discorso mediante l’ausilio di cuffie, all’interno di una cabina insonorizzata.
Molto simile alla tecnica sopracitata è poi l’interpretazione sussurrata, volgarmente detta bisbigliata, in gergo chuchotage. In questo caso l’interprete non disporrà di supporti tecnici quali microfoni o cuffie, ma dovrà esporre la propria traduzione sussurrandola letteralmente ai propri ascoltatori (solitamente gruppi di massimo tre persone). La tecnica a me invisa per il mio tono di voce, più simile alla voce proveniente da un megafono che al mormorio da “esorcista”. In un certo senso, siamo demoni del parlato, non credete?
Ed eccoci giunti all’interpretazione consecutiva, una particolare forma di traduzione portata a termine dall’interprete a discorso concluso. Il professionista infatti prenderà nota mediante l’utilizzo di parole chiave e specifici simboli mentre l’oratore parla, per poi ricostruire le varie porzioni di discorso ed esporle ai presenti.
Interprete: un solo mestiere, più sbocchi professionali.
A chi non è mai capitato di seguire lunghe interviste di attori famosi, magari durante la cerimonia di assegnazione di un premio cinematografico? Non è raro poi imbattersi in complessi discorsi di personaggi politici e capi di Stato in diretta tv. Ebbene questi sono solo due dei moltissimi campi d’applicazione della professione dell’interprete! Che operi da libero professionista o in qualità di lavoratore dipendente, che si occupi di seguire conferenze, lavorare in azienda o viaggiare in tutto il mondo, l’interprete avrà davanti a sé moltissime opportunità lavorative e opzioni di specializzazione.
Ma attenzione: benché non esista un albo di riferimento degli interpreti, il percorso di studio e approfondimento di queste figure sarà lungo e molto impegnativo e richiederà, in alcuni casi, il superamento di prove di accreditamento e/o concorsi.
Vediamo quindi alcuni dei settori in cui potrà decidere di specializzarsi un interprete professionista.
- Interpretariato in ambito medico
Specializzato nella terminologia legata al settore clinico e all’ambito ospedaliero, l’interprete in area medica deve permettere la comunicazione tra medici e pazienti (o familiari di questi ultimi) per illustrare e spiegare diagnosi, comunicare aggiornamenti sullo stato di salute e garantire supporto nell’espletamento di procedure di vario tipo.
- Interpretariato in ambito giuridico
Se ti stai domandando come diventare interprete giudiziario, sappi che questo professionista si occupa di tradurre dalla lingua di partenza a quella di arrivo conversazioni, testimonianze, interrogatori, colloqui in contesti giuridico-giudiziari come ad esempio tribunali o questure. Il compito dell’interprete giudiziario è molto delicato: dovrà infatti prestare molta attenzione alla trasposizione del contenuto dei vari messaggi, riportando scrupolosamente (senza mai dare un’interpretazione personale) ogni singola espressione linguistica e frase. Traduttori e interpreti giurati sono tenuti ad essere iscritti all’albo dei consulenti tecnici d’ufficio.
- Interpretariato in ambito turistico e della ristorazione
l’attività dell’interprete nel turismo è inerente a eventi culturali e letterari, manifestazioni sportive e soprattutto…viaggi! Sempre più spesso infatti le aziende del turismo – rivolgendosi a un pubblico internazionale – sono a caccia di interpreti proattivi e competenti, disposti anche a lunghe trasferte per portare a termine il proprio compito. Sì viaggiare!
- Interpretariato di trattativa
Il professionista – che in questo caso viene definito Liaison Interpreter – si occupa di portare a termine la traduzione dialogica o bilaterale in una trattativa d’affari. Il mediatore quindi lavorerà con due o più soggetti che non parlano lo stesso idioma.
- Interpretariato presso Organizzazioni Internazionali e Unione Europea
Importante fonte di lavoro per gli interpreti sono poi le ONG, le associazioni che operano in ambito internazionale e l’Unione Europea. Sono davvero moltissimi infatti i professionisti della traduzione simultanea che – di ruolo o in qualità di – affrontano il test di accreditamento per diventare interpreti presso il Parlamento europeo, la Corte di giustizia dell’Unione Europea o la Commissione europea.
Rewind
Interprete traduci
Ricapitolando
Che differenza c’è tra Interprete e Traduttore?
Traduttore Traditore
Interprete: il complice
Per concludere
L’interpretariato è Arte
L’Artista non inventa, l’Artista crea specializzandosi
In quanto tale richiede Creatività, Passione e Entusiasmo.
Chi ama il proprio lavoro viaggia alla velocità del vento.
Ricordiamo che
Non tutti possono essere Interpreti
Non basta conoscere qualche parola in una lingua per essere Interpreti
Perché, altrimenti, alla Nonna Rita’s Style
“Mò c’ cant’ na canzon’”
E anche una canzone dev’essere cantata da un cantante professionista per non suonare stonata.
Perché non tutti sono Bruce Springsteen!