LA CURA DEL CAVALLO
Un articolo di Roberto Lambruschi
Come in quasi tutti gli ambiti lavorativi, anche nel campo equestre vi sono tante attività nel “dietro le quinte” che non sono notate o percepite dal pubblico e/o dalla clientela, ma che sono importanti per la buona riuscita della proposta o del servizio offerto.
Quando mi presento a chi incontro per la prima volta, dicendo che lavoro con i cavalli, sia come istruttore che operatore di ippoterapia e formatore esperienziale per aziende, a tutti balza alla mente il fatto che io viva in un mondo fatato, spensierato, dove ci si diverte montando sempre in sella e passando l’intera giornata in una sorta di ambiente idilliaco, fuori dal tempo e dalle contingenze dettate dalla realtà…
Sarebbe bello potersi sempre divertire montando i diversi cavalli con i quali lavoro tutto il giorno! Purtroppo (pur divertendomi comunque e ritenendomi fortunatissimo a fare un lavoro che mi piace e mi appassiona) sono “obbligato” come tutte le persone reali a dover espletare tante attività dal minor impatto emozionale ma parimenti importanti e necessarie.
In questo articolo parlerò della cura del cavallo con un certo parallelismo ai servizi che offro alle differenti tipologie di utenza con le quali opero.
Va da se che in questa sede porrò una certa attenzione alle attività rivolte al mondo aziendale (team building e formazione esperienziale con i cavalli) ed a favore dei professionisti (coaching mediato dal cavallo), senza però dimenticare le altre tipologie di persone con le quali lavoro quotidianamente.
Il riferimento va alla “clientela” sportiva (in verità sono allievi), ovvero le ordinarie lezioni di equitazione per chi vuole imparare a montare o gestire al meglio il cavallo, ed all’utenza che pratica ippoterapia, dove il cavallo va a sviluppare e/o riattivare competenze residuali di carattere motorio, relazionale, emozionale o comportamentale, in soggetti caratterizzati da debolezze, disagi o disabilità più o meno evidenti in chiave informale e dal particolare impatto emozionale.
Tutto parte dalle basi, ovvero la conoscenza di questo “diverso” ma potente facilitatore, che vive la realtà sotto una sua particolare prospettiva, alcune volte apparendo “matto” o “imprevedibile”, ma pensandoci bene, seguendo comportamenti etologici coerenti con la sua natura di preda alla quale l’interlocutore umano deve sempre sottostare ed adattarsi se vuole mantenere aperto un canale propositivo di carattere comunicativo (comunicazione efficace).
In questo articolo però parlerò di cura del cavallo, aspetto immediatamente successivo alle basi della comunicazione con questo magico e “diverso” facilitatore.
La cura del cavallo è la parte più importante per stabilire un legame di fiducia con il proprio animale e si può instaurare solamente con il tempo, imparando a conoscere l’animale cercando di arrivare a un punto tale che si possa capire cosa gradisce e ciò che lo infastidisce. Lo possiamo capire soltanto se ce ne prendiamo cura come, per esempio, per stabilire un rapporto iniziando ad accarezzarlo e pulirlo con i seguenti accessori:
- Tronco del cavallo. Per pulirlo utilizziamo le spazzole, quelle più comuni sono di due tipi, la Brusca e la Striglia per pulire e togliere il pelo in eccesso del cavallo, se è molto sporco o ha delle parti con il fango secco utilizziamo una spazzola rigida.
- Docciatura. Serve per rilassare il cavallo dopo il lavoro; poi per asciugarlo usiamo la stecca.
- Zoccoli. Utilizziamo il nettapiedi per eliminare lo sporco o i sassi dalla suola, poi due/tre volte alla settimana si mette il grasso per idratare lo zoccolo, lo applichiamo con un pennello.
- Crini. Per pulirli si usa l’apposita spazzola per coda/criniera del cavallo, solitamente si usa prima il districante che è una sorta di balsamo per togliere i nodi.
- Muso. Usiamo una spazzola morbida per eliminare la polvere e successivamente si passa una spugna bagnata.
È preferibile che ogni cavallo abbia il proprio materiale al fine di non trasmettere funghi; tutti questi strumenti vanno frequentemente puliti con sapone neutro.
Tutte questa attrezzature servono per la cura del cavallo, si devono usare con attenzione e prudenza perché appunto non tutti i cavalli li gradiscono. Bisogna passare delicatamente ogni strumento, soprattutto stare attenti ai segnali che ci trasmette il cavallo (feedback), ad esempio se lo stiamo pulendo sul collo con una spazzola rigida e lui non gradisce questo contatto, porta le sue orecchie all’indietro, quindi vuol dire che gli stiamo dando fastidio e potrebbe morderci.
Per questa ragione e per altri motivi bisogna mantenere una distanza di sicurezza, che è sempre necessaria soprattutto quando passiamo dietro al cavallo, che è una delle parti a cui bisogna fare più attenzione, perché se passiamo troppo vicino c’è rischio che non ci riconosca e si spaventi e possa involontariamente calciarci.
Si può ottenere la fiducia del cavallo rispettandolo e pulendolo con delicatezza; oltre ad accudirlo bisogna prendersi cura anche dei suoi strumenti e materiali personali.
Nella cura del cavallo è da contemplare anche la cura della sella che è composta da staffili e staffe ed un sottopancia che serve per agganciare la sella da una estremità all’altra.
Può essere di due materiali: in cuoio oppure sintetico e deve essere comoda sia per il cavallo che per il cavaliere. La sella è completata da un sottosella che si mette sulla schiena del cavallo e deve coprire bene il garrese, successivamente si mette uno spessore che può essere in agnellino oppure in gel per proteggere maggiormente la schiena (nell’equitazione integrata si può mettere più di un agnellino per bilanciare al meglio la seduta) e per finire c’è la sella. Nella bardatura del cavallo abbiamo anche la testiera completata dall’imboccatura che può essere un morso, se ha il cannone dritto e il barbozzale che si aggancia sopra la barbozza, oppure un filetto che ha il cannone snodato e non ha il barbozzale (se abbiamo un ragazzino che dobbiamo tenergli il cavallo a mano è meglio toglierli l’imboccatura per rispetto dell’animale).
Tutti questi materiali vanno puliti, se abbiamo del materiale in cuoio useremo il grasso, invece se abbiamo materiale sintetico puliremo con acqua e sapone, l’imboccatura invece la risciacquiamo con acqua ogni volta dopo l’utilizzo.
La cura del cavallo nel mondo dell’equitazione si dice “grooming” e contempla tutti questi punti, sino al sellaggio e alla sgambatura (farlo camminare) per verificare che sia in buona salute e psicologicamente preparato per le attività successive.
Si deve trasmettere calma al cavallo e prendersi la sua fiducia; personalmente, ritengo che se un cavaliere ha un proprio cavallo deve occuparsi direttamente del proprio animale per quanto riguarda la cura e prepararlo per l’attività perché così facendo si instaura un rapporto completo e il cavallo si fiderà di più di voi.
In ippoterapia queste fasi sono estremamente importanti. La pulizia del cavallo o del materiale, perché permette ai ragazzi disabili, utenti delle nostre attività, di mettersi alla prova di prendersi cura di un animale e di ricordarsi tutti questi passaggi per la cura; dove sono posizionati i vari materiali, per esempio dove si trova nella selleria il bauletto del cavallo che accudiscono, oppure come si utilizza una determinata spazzola o come si mette la sella.
Nelle attività di team building e formazione esperienziale che realizziamo per le aziende, il grooming rientra in una sfera delle cosiddette soft-skills denominata “taking care”, attività pratica che evidenzia -nella logica di una proposta strutturata per sessioni di lavoro progressive- quel “prendersi cura di” che è alla base, ad esempio, delle mansioni di coloro che operano a diretto contatto con la clientela, direttamente o in remoto, per interpretare, accogliere, ascoltare, accompagnare… prendersi cura del cliente con lo scopo di risolvere una sua problematica nel modo più opportuno possibile.
Per concludere, se si desidera avere un compagno di lavoro/avventura/sport/formazione o riabilitazione in perfetto ordine è necessario che il cavaliere o la persona che lo ha in carico lo curi e provveda ai suoi bisogni fondamentali. Solo in questo modo il cavallo ripagherà il suo collega umano di affetto, riconoscenza e disponibilità al lavoro!
Perché “Chi pulisce la sua cavalla non è mozzo di stalla!” come dichiara un vecchio ed ormai dimenticato proverbio equestre…