La grande illusione
Un articolo di Alessandro Carli
L’illusione è un inganno della nostra realtà.
O meglio… è un inganno della nostra mente rispetto alla realtà.
Perché amiamo così tanto illuderci? Per sentirci in controllo, per alleviare delle tensioni, per credere che la nostra vita non sia proprio un disastro, per sperare in qualcosa di meglio… e per decine di altri motivi.
Il che è abbastanza comprensibile… Perché mai dovremmo guardare in faccia la dura realtà quando possiamo crearcene una migliore nella nostra mente?
Perché non funziona? Perché ci fuorvia da ciò che dovremmo fare davvero? Perché non ci permette di migliorarci…?
Sì, okay, può essere… Dettagli…!
Ciò che è meno facile da capire, invece, è che – se proprio proprio devo illudermi – perché mai dovrei farlo per stare peggio?
Voglio dire, per quanto possa essere discutibile la strategia del prosciutto sugli occhi, essa ha una sua logica: rifiutarsi di vedere la realtà per quella che è o crearsene di sana pianta una più desiderabile rientra abbastanza in un atteggiamento normale e comprensibile.
Decisamente meno normale e comprensibile è volersene creare una che fa schifo!
Le distorsioni della nostra mente
In realtà, le cose non stanno veramente così perché dietro questo apparente controsenso c’è il lavorio di una mente totalmente governata da un ego che ha bisogno di esercitare il suo controllo su di noi.
Infatti, il nostro ego è molto ancorato alla nostra realtà fisica-materiale e per esso conta solamente ciò che avviene e si concretizza in questa dimensione. È normale e giusto che sia così, poiché per esso conta unicamente la nostra sopravvivenza e, fino a un certo punto, il nostro benessere, non considerando alcun altro aspetto: questo è il suo compito… per questo esiste.
Laddove una situazione metta in discussione, anche solo lontanamente, questo stato di tranquillità dato dal fatto che si ha tutto ciò che ci occorre, il nostro ego instilla in noi sentimenti d’insicurezza, di rabbia e molto altro fino al punto da indurci a mettere in discussione il nostro stesso valore e di essere quindi all’altezza dei nostri compiti.
Quando “perdiamo”, ovvero non riusciamo a “guadagnare” qualcosa che sia a livello materiale, relazionale o anche solo “simbolico” (perdere una partita di calcio o una gara di cucina), il nostro ego ci inonda di sensi di colpa e perfino di vergogna che facciamo fatica a gestire, a meno che non si abbia provveduto a monte, direttamente o indirettamente, a costruirci una solida immagine di noi stessi che ci consente di uscirne dignitosamente.
Poiché è solo ed unicamente sulla base dei risultati che otteniamo nella vita ad indurre il nostro ego a reagire, agitandosi o rasserenandosi, a seconda dei casi, da qui nasce la grande illusione, che è quella di farci ritenere che siano solo ed unicamente tali risultati a determinare la qualità sia nostra personale sia della nostra vita.
Quante volte, infatti, pur avendo dato il meglio di noi stessi, non siamo riusciti a soddisfare i bisogni e/o le aspettative di qualcuno, magari anche molto vicino a noi, e ci è stato comunicato più o meno sottilmente di non essere stati all’altezza?
L’importanza di misurarsi solo con se stessi
Ma all’altezza di chi? E di cosa? E su quali basi o presupposti viene emesso questo giudizio?
Sulla base dei risultati, ovviamente, poiché questo è il solo parametro accettabile per il nostro ego.
Ma sai una cosa? Non sono i risultati a determinare il tuo valore né tantomeno se sei all’altezza di checchessia.
Qualsiasi idiota sa che il vincitore di una gara è colui che taglia il filo di lana. Così anche nella vita, ma con una sola differenza e, cioè, che sebbene il traguardo sia lo stesso per tutti, è altrettanto vero che non tutti partono dallo stesso punto: c’è chi parte da 10 mt, chi da 50, chi da 100, 500… o addirittura 10, 100, 1000 km dall’arrivo!
Perché? Non ne ho idea e, per quel che ci riguarda, non ha nemmeno importanza.
Ciò che importa è sapere che le cose stanno così, che successo e fallimento sono una questione del tutto personale, poiché abbiamo tutti una nostra storia unica ed irripetibile e che la sola cosa che conta non è chi arriva per primo e nemmeno chi riesce proprio ad arrivare, ma chi ha percorso il tratto più lungo, quindi chi ha dovuto affrontare le sfide più ardue, mettendosi continuamente alla prova, ed è dunque cresciuto di più in questa folle corsa che chiamiamo vita.
Tutti gli altri avranno gli occhi puntati sul traguardo e celebreranno chi lo taglia, ma tu che hai sputato sangue per non essere nemmeno riuscito ad arrivare fino in fondo, DEVI sapere come stanno veramente le cose perché solo se sei consapevole che la vita ha un metro diverso per misurare il valore di una persona avrai la forza e la determinazione per fare ciò che va fatto, a prescindere dal risultato.
Forse sarai il solo a saperlo… per quanto ti riguarda, almeno.
Non ti basta?
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Hai mai la sensazione di ritrovarti a combattere contro i mulini a vento senza capire per quale motivo né, tantomeno, chi ti ha chiesto di farlo? Tutti coloro che prendono seriamente la loro vita hanno spesso questa sensazione e, se vorrai, posso aiutarti a trovarvi un senso.
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