LA STORIA DI CRISI, CRESCITA E STAGNAZIONE

Un articolo di Alessandro Carli

Le crisi sono una costante della nostra vita, ma quanto ne sappiamo veramente? Da come vengono solitamente affrontate, si direbbe ben poco.

Ho voluto affrontare questo tema in modo diverso dal solito, cioè tramite un’allegoria:  dovrebbe non soltanto aiutare a rendere più facile comprendere alcune basilari dinamiche in modo più divertente, ma anche a favorire interessanti riflessioni personali da parte del lettore.

O, almeno, è questa l’intenzione.

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Comfort è il papà di Stagnazione; Paura ne è la mamma. E Stagnazione aveva uno stuolo di cuginetti, tra cui: Pigrizia, Cinismo, Arroganza, Dubbio, Procrastinazione, Modestia, Menefreghismo, Superficialità… e tanti altri ancora. Un giorno, Stagnazione e i suoi cuginetti incontrarono per strada Crisi. Ne ebbero paura perché era grosso ed aveva un’aria molto minacciosa.

Ora, siccome Stagnazione era il più grande del gruppo, è a lui che Crisi si rivolse, indicandogli una bella fanciulla dagli occhi splendenti e vivaci che gli stava accanto: il suo nome era Crescita. In realtà, Crisi non era affatto cattivo e Crescita era sua figlia. Ora, poiché erano nuovi del posto, Crisi chiese a Stagnazione se Crescita poteva aggregarsi a loro per giocare o per andare a scuola insieme…

Stagnazione non seppe cosa rispondere, sui due piedi, perché a lui non piacevano molto le novità, soprattutto quelle improvvise, ma si fece avanti Dubbio, suggerendo all’orecchio di Stagnazione di prendere tempo, di pensarci bene: dopotutto, Crescita non era una di loro. E poi, Procrastinazione suggerì a sua volta che se ne poteva riparlare tra una settimana, dopo averci pensato bene. Stagnazione decise a quel punto di seguire i consigli dei suoi cuginetti e disse a Crisi che glielo avrebbe fatto sapere, senza precisare quando, dove o come. Crisi, senza rispondere e prendendo per mano sua figlia, proseguì per la sua strada.

Dopo circa una settimana, Stagnazione e i suoi cuginetti si imbatterono nuovamente in Crisi e sua figlia Crescita.

I giovincelli si guardarono attoniti, ancora intimoriti dalla presenza di Crisi, quest’omone dall’aria feroce che, tenendo per mano Crescita, si avvicinava a loro con pesante lentezza.

“Allora, avete deciso qualcosa?”, chiese Crisi. “Permettete a mia figlia Crescita di unirsi a voi?”

Da dietro la gamba del suo genitore, Crescita guardava divertita tutta la scena e sorrideva all’idea di quei ragazzi che potessero avere così tanta paura di quel pezzo di pane di suo padre. Le sue intenzioni non erano cattive, ma era un armadio dal vocione stentoreo e non poteva fare a meno di intimorire le persone.

“No!”, si fece avanti a sorpresa Arroganza. Era una bambina ossuta, piuttosto alta per la sua età, e aveva modi da maschiaccio. Indossava dei calzoni lisi e sdruciti, ma sua madre le aveva cucito addosso delle toppe dicendole che nessuno al mondo aveva delle toppe come quelle. “Non è dei nostri e noi non ci immischiamo con gli estranei!”

“Ah, davvero?”, rispose Crisi, più sorpreso che infastidito.

“Noi siamo tutti del paese,”, intervenne con tono sommesso Modestia, la sorellina minore di Arroganza, “persone povere, ma ci conosciamo da sempre. Non credo che tua figlia si troverebbe bene con noi.”

“O forse voi non stareste bene con lei!”, aggiunse Crisi con un pizzico di disappunto.

“Lascia stare, papà.”, sopraggiunse Crescita, anticipando di un soffio Arroganza che stava per rispondere a tono alla battuta di suo padre. “Non sono obbligati a stare con me e né io con loro… Dai andiamo.”

Crisi fissò negli occhi tutti i ragazzini scuotendo la testa, ma poi accondiscese alla richiesta di sua figlia.

“D’accordo… ma non è finita qui!”, disse, afferrando la mano di sua figlia ed andandosene per la loro strada.

Il gruppetto tirò un sospiro di sollievo, ma Stagnazione aveva capito che avevano un problema e che Crisi non li avrebbe lasciati stare. Quella sera, infatti, parlò dell’accaduto ai suoi genitori, Comfort e Paura.

Paura disse al ragazzo di non immischiarsi con quegli stranieri: non si sa chi siano, da dove vengano o cosa vogliano davvero. Comfort, d’altra parte, chiese al figlio cosa lui ne pensasse. Stagnazione rispose che non lo sapeva, che la ragazzina gli era simpatica, ma che il padre era un uomo burbero. Nel dubbio, disse Comfort, meglio fare come ha detto la mamma e stare alla larga da loro. Dopotutto, non si ha bisogno di loro e perché cambiare abitudini? Quindi, ipotizzò se non fosse  meglio se da domani, almeno per qualche giorno, lui e i suoi cuginetti cambiassero percorso per andare a scuola o a giocare.

A Stagnazione parve una buona idea, anche se non gli piaceva molto il fatto che fossero loro a dover cambiare percorso, ma alla fine si convinse che fosse la cosa giusta da fare per stare tranquilli.

Questa nuova strategia sembrò funzionare perché Crisi e Crescita non si videro più. Un giorno, però, mentre stavano tornando da scuola, Stagnazione col suo gruppetto di cuginetti si imbatterono su un altro uomo che teneva per mano una bambina. Non si erano mai visti prima di allora e Stagnazione trasalì. L’uomo era alto e molto magro, quasi del tutto pelato e con un naso adunco. I suoi occhi erano neri e sottili e trasmettevano qualcosa di inquietante. La bambina, al contrario, era bassa e paffuta, dagli occhi vispi e il sorriso accattivante.

“Buongiorno, ragazzi.”, disse l’uomo. “Siamo nuovi del posto e non conosciamo nessuno. Volevo sapere se mia figlia poteva aggregarsi a voi per giocare e andare a scuola.”

Che strano – rifletté Stagnazione cercando una qualche risposta negli occhi dei suoi cuginetti – ancora questa situazione!

“Io mi chiamo Crisi”, riprese subito l’uomo, “e lei è mia figlia, Crescita…”

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Quali pensieri ti ha stimolato, questa storia, o quali sensazioni ti ha suscitato? Potrei farti almeno una cinquantina di domande  come, ad esempio: qual è il rapporto  tra Crisi e Crescita? E perché il ruolo di Crisi, che è il nocciolo della storia, è stato relegato ad un personaggio apparentemente minore? Perché Crisi e Crescita si ripresentano alla fine della storia in forma diversa? Cosa significa? In che modo Arroganza e Modestia, apparentemente l’una il contrario dell’altra, sono sorelle? Ecc.

Tuttavia, preferisco che tu commenti liberamente… qualsiasi cosa ti venga in mente.

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