LE ROGNE NON ESISTONO… LE CREI TU!

Un articolo di Alessandro Carli

 

I problemi vengono descritti in molti modi: grane, rogne, ostacoli, grattacapi, ecc., ma si tratta di un modo approssimativo per descrivere l’evento che siamo in qualche modo chiamati a risolvere o a districare.

Se si vuole davvero affrontare una situazione che ci crea qualche scompiglio, se non perfino panico, è necessario mettere a fuoco cosa ci sta veramente mettendo alla prova, poiché non tutte le situazioni difficili o sfidanti vanno trattate allo stesso modo.

Non è il termine che affibbiamo all’evento a fare la differenza, bensì come tale evento si colloca all’interno di uno schema dinamico in cui si confrontano diverse forze, siano esse esterne o interne.

Comprendere tale schema ed intervenire in modo consapevole su di esso fa la differenza tra subire passivamente gli eventi, cedendo ad essi il nostro controllo, ed affrontarli attivamente con cognizione di causa.

 

Le dinamiche dei problemi

Quelli che definiamo genericamente “rogne” si suddividono in tre categorie:

Ostacoli, definibili come “impedimenti esterni”, che sono eventi che si formano al di fuori della nostra cosiddetta sfera d’influenza e su cui si ha quindi molto poco, se non alcun controllo;
Problemi, definibili come “impedimenti strutturali”, che sono eventi prodotti da ostacoli esterni che trovano terreno fertile nella debolezza di una determinata struttura (corpo, psiche, azienda, ecc.);
Stati, definibile come “impedimenti interni”, che sono le vulnerabilità all’interno di un determinato sistema che rendono e mantengono debole o fragile la struttura… sul quale abbiamo peraltro totale controllo. Un gran bel paradosso, non c’è che dire!

Ad esempio, se c’è un’epidemia influenzale, questa sarebbe un ostacolo (alla nostra salute), ma se ne veniamo colpiti, non è questa la vera causa del problema, bensì l’eventuale debolezza del nostro sistema immunitario (impedimento strutturale). A sua volta, la debolezza strutturale è causato da uno stato interno che contribuisce a mantenere precario il sistema immunitario, come la cattiva alimentazione, lo stress, la depressione, uno stile di vita sregolato, ecc.

Lo scrivo a lettere cubitali: NESSUN EVENTO ESTERNO E’ IN GRADO DI NUOCERCI A MENO CHE NON SI SIA STRUTTURALMENTE VULNERABILI!

Certo, se si tratta di un evento imprevisto ed imprevedibile, si accuserà il colpo e potrà creare anche molto scompiglio (materiale e/o emotivo) e dolore, ma se la “struttura” è solida si sarà in grado di farvi fronte, allo stesso modo in cui un virus può costringerci a letto per qualche giorno, ma non sarà in grado di nuocerci severamente.

 

Come reagiamo agli eventi

Gli eventi esterni (ostacoli) sono solo eventi. A meno che non ci sia di mezzo qualcuno che per qualche motivo ce l’abbia con noi, tali eventi non sono cattivi, non ci prendono di mira e non hanno alcuna intenzione malevola nei nostri confronti… eppure, quando si manifestano eventi per noi più o meno infausti, tutto il nostro focus si rivolge ad essi e diventano il nostro nemico da abbattere: questo è ciò che accade in oltre il 95% dei casi, a livello personale, interpersonale, professionale, aziendale, ecc.: un imperdonabile spreco di energia fisica e mentale che dovrebbe essere impiegata in ben altro modo.

Se chiedo ad un bambino di 6 anni quanto fa 7×8, il bambino andrà in crisi, mentre se lo chiedo ad un adulto, generalmente mi saprà rispondere. Se la domanda è la stessa per entrambi, perché il bambino non riesce a venirne a capo, mentre l’adulto ci arriva subito? Evidentemente, il problema non è la domanda, ma la “struttura” (in questo caso cognitiva), che sarà ovviamente più debole nel bambino e più forte nell’adulto.

Eppure il bambino si lamenterà che non è giusto… così come facciamo noi quando ci dobbiamo confrontare con un ostacolo che non riusciamo a gestire.

 

Tutto parte dallo Stato

Lo “stato” è la nostra situazione interiore che ci rende difficile rafforzare la nostra struttura ed affrontare quindi l’ostacolo adeguatamente. Ad esempio, nel bambino, lo stato è la sua – ovviamente incolpevole – ignoranza.

Cosa ci dice, questo, sul come affrontare un ostacolo/problema? Prendendosela con l’ostacolo come farebbe un bambino di sei anni, non avendo alcun controllo su di esso; oppure andrei a cercare nel mio stato – dove ho tutto il controllo che mi serve – l’elemento (o gli elementi) che sta indebolendo la mia struttura e quindi la capacità di superare l’ostacolo?

Questi meccanismi sono esattamente gli stessi per il singolo individuo così come in un’azienda o qualsiasi altro genere di ambito umano… e sottolineo umano!

Partiamo da un presupposto e, cioè, che nessuno si ritroverà MAI a dover risolvere un problema che non può risolvere: non è una frase fatta, ma un dato di fatto!

Un piccolo imprenditore non dovrà mai affrontare le situazioni che deve invece saper gestire il CEO di una multinazionale e se il primo dovesse andare a lamentarsi dal secondo dei suoi problemi, questi scoppierebbe a ridere… “Vuoi i miei?”

Quel CEO è forse meglio, più intelligente o con qualche dote in più rispetto al piccolo imprenditore? La sola differenza sta nel fatto che il primo ha lavorato sul suo stato (o quello dell’azienda) più del secondo, acquisendo maggiore conoscenza ed esperienza, superando più dubbi e limiti, correndo più rischi (calcolati), desiderando di più, ecc.

 

Conclusione

Nello sport, più diventi bravo, più avrai a che fare con avversari più forti, dove sia tu che loro hanno dovuto lavorare molto di più sul loro stato.

Se a quei livelli si sentisse un atleta che ha perso una gara lamentarsi del fatto che il suo avversario (ostacolo) era troppo forte, verrebbe preso per un idiota: certo che era forte…! Gareggiava per la medaglia d’oro alle Olimpiadi, non ad una manifestazione sportiva di rione.

E così che funziona ovunque.

Quindi, non lamentarti per gli ostacoli che incontri, ma pensa invece a consolidare la tua struttura lavorando al tuo/suo interno perché è lì la sola risposta possibile.

E se ti pare che la vita o il tuo lavoro ti stiano mettendo a dura prova… ti stanno solo dicendo che confidano nella tua capacità di venirne fuori alla grande!

Non vorrai deluderli… vero?

 

Alessandro Carli

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