Lo scambio comunicativo tra uomo e cavallo
Un articolo di Roberto Lambruschi
Se si chiedesse di pensare a come i cavalli e gli esseri umani comunicano tra loro, per molti il pensiero porterebbe probabilmente alla classica immagine di un cavaliere in sella che guida con le redini, premendo con le gambe i fianchi del povero animale per farlo avanzare.
Da questa immagine, in vero poco edificante, l’uomo è il soggetto inviante un segnale; il cavallo il ricevente. L’aspettativa è che l’animale obbedisca “cinematograficamente” ai comandi impartiti senza fare molto altro se non “il suo dovere” in piena sottomissione.
Nella realtà, i cavalli non sono creature passive, fatte per comunicare in modo monodirezionale con gli umani. Sono infatti, esseri viventi senzienti, con loro proprie motivazioni, desideri ed emozioni, che certamente comunicano agli umani con cui interagiscono. Il problema sta nel fatto che troppo spesso è l’uomo a non comprendere i messaggi dell’animale tendendo a sottometterlo o ad annientare il suo volere.
Molte recenti ricerche hanno dato nuova luce sulle abilità dei cavalli di comprendere e comunicare con i loro interlocutori umani.
Questo testo vuole fare una sintesi puntuale, pur semplice nella sua accezione divulgativa, sull’attuale comprensione scientifica dei vari modi con cui i cavalli comunicano con gli umani.
Espressioni facciali
L’uomo ha iniziato ad addomesticare i cavalli tra il 4.000 e il 3.000 a.C.: i comportamenti naturalmente sociali dei cavalli potrebbero essere stati preparati sin dall’addomesticamento.
Il cavallo è un animale che vive in branco ed è altamente sociale per natura: sono particolarmente efficaci all’interno della vita in branco e sono strepitosi comunicatori tra loro. Questa predisposizione alla socialità potrebbe aver favorito il loro addomesticamento, aiutandoli a superare gli ostacoli comunicativi di specie per comprendere i segnali umani ed adattarvisi.
Una volta addomesticati, la stretta e costante interazione con l’uomo potrebbe aver favorito lo sviluppo di maggiori capacità di comunicazione interspecifiche come, ad esempio la loro abilità nel decodificare le espressioni facciali umane.
Recenti esperimenti hanno infatti mostrato che i cavalli sono in grado di decodificare le espressioni umane come rabbia o felicità, producendo risposte fisiologiche quali l’aumento o riduzione della frequenza cardiaca di fronte ad immagini che evidenziavano espressioni umane ritratte.
Si il processo di addomesticamento che le esperienze individuali dei singoli cavalli possono aver influenzato nel tempo il modo in cui i cavalli riconoscono e rispondono ai segnali di comunicazione umana.
Ciò che è interessante è che i cavalli hanno espressioni facciali analoghe a quelle degli esseri umani, così come di alcune altre specie animali.
Nonostante le differenze anatomiche, i ricercatori hanno scoperto sorprendenti somiglianze nei movimenti degli occhi e delle labbra rapportando alcuni comportamenti umani a quelli dei cavalli già socializzati. Gli studiosi che hanno scoperto queste similitudini ritengono che l’evoluzione delle espressioni facciali del nobile animale è stata fortemente influenzata dall’interazione sociale.
Comunicazione vocale
I cavalli trasmettono le loro emozioni anche attraverso la comunicazione vocale (nitidi e nitriti). Ora, la maggior parte di coloro che hanno a che fare quotidianamente con i cavalli potrebbero dire: “Si sapeva già!”, ma recenti ricerche hanno evidenziato che i rumori che fanno i cavalli sono spesso pieni di informazioni incredibilmente dettagliate.
Le frequenze e le tempistiche di fruizione dei nitriti si modificano a seconda che il cavallo stia provando un’emozione positiva o negativa e quanto siano intensi i suoi sentimenti in quel momento. Ciò è stato scoperto in esperimenti volti all’allontanamento con conseguente riunione tra cavalli amici di branco. Si è altresì scoperto che i richiami tra cavalli contenevano anche informazioni sulle dimensioni, il sesso e l’identità del singolo cavallo.
Poiché è ormai ampiamente riconosciuto che la vocalizzazione è un metodo di comunicazione molto efficace per i cavalli (anche se non prioritario), gli esseri umani che interagiscono con loro potrebbero trarre beneficio da una migliore comprensione di ciò che cercano di “dire” con ogni richiamo.
Comunicazione corporea e non verbale
La comunicazione corporea, come sopra accennato, è la modalità principale in cui gli esseri umani comunicano con i cavalli e viceversa. Non è così pienamente comprensibile per una persona inesperta nel campo dell’interazione “da terra” e nello scambio relazionale tipico dell’horsemanship che viene molto utilizzato nelle attività di formazione esperienziale e coaching per lo sviluppo di competenze trasversali delle persone.
E’ forse più semplice utilizzare l’esempio tecnico dell’equitazione “montata”, quella fatta di codici comunicativi operativi e tecnicamente catalogati per facilitare la comprensione del lettore…
In maniera volutamente molto semplicistica e parziale, facendo opposizione con le redini o premendo le gambe sui fianchi di un cavallo, l’uomo ha dato vita alle basi dello sport equestre attorno ad una comunicazione fisica che, nei tempi antichi, soprattutto, ed in alcune moderne filosofie o scuole equestri, è stata -ed è- tanto rigida ed impositiva da non consentire ai cavalli di dare alcuna risposta fisica diversa da quella della sottomissione. Questa inibizione del comportamento ha sempre suggerito un effetto negativo sull’animale.
Questo effetto negativo può essere altresì aggravato dal modo in cui vengono stabulati i cavalli domestici (comunemente in box o recinti): un contesto deprivante o troppo contenitivo, che limiti , o peggio, escluda, la fruizione di spazi aperti per consentire momenti di libertà, non giova certamente al benessere ed alla predisposizione comunicativa efficace e positiva del cavallo.
Una recente ricerca ha posto l’attenzione sul modo con cui i cavalli cercano di comunicare fisicamente con gli umani. Negli esperimenti realizzati si sono osservati comportamenti regolari e particolarmente efficaci nell’attrarre l’attenzione e volti a cercare un feedback da parte dell’umano.
Il tutto attraverso vari metodi di comunicazione corporea, fatta di sguardi ed osservazioni ripetitive tra l’oggetto del suo “desiderio” e la persona da coinvolgere, movimenti ritmati del capo come per annuire o indicare ciò che era di loro interesse…
Lo studio ha dimostrato che i cavalli non solo possono leggerci, ma possono adottare strategie per trasmettere la nostra attenzione e le nostre azioni verso il risultato desiderato.
Interpretare il linguaggio del corpo umano
I cavalli non sono solo in grado di gesticolare sebbene siano perfettamente in grado di comprendere i segnali corporei umani. Questo certamente per esperienze acquisite e per una certa regolarità, sequenzialità delle azioni ed abitudine umana nel proporsi e presentare le attività da svolgere all’animale.
I cavalli sono molto sensibili ai segnali del corpo degli umani. I cavalli adulti notano e reagiscono alle differenze nell’orientamento del corpo umano, nell’orientamento della testa e nell’apertura o chiusura degli occhi. I cavalli sono più propensi ad avvicinarsi agli umani che sembrano prestare loro più attenzione (di fronte e guardandoli). Se le persone sembrano non prestare loro attenzione, i cavalli tendono a entrare nel loro campo visivo e cercano di stabilire un contatto visivo.
I cavalli giovani non sono molto bravi a cogliere i segnali più sottili, rispondendo invece per la maggior parte del tempo solo all’orientamento del corpo. Ciò suggerisce che i cavalli migliorano nel leggere il linguaggio del corpo umano con l’età e quindi hanno acquisito maggiore esperienza nell’interazione con gli esseri umani.
Le esperienze generali che i cavalli hanno con gli umani possono avere una profonda influenza sul modo in cui i cavalli vedono gli umani nel corso della loro vita. Come per l’apprendimento e la formazione della personalità/carattere umano, anche nei cavalli è fondamentale il periodo di spensieratezza e positività nei primi approcci con l’uomo, fino alla doma ed addestramento. Brutti ricordi/esperienze (anche in età adulta) diventano variabili importanti per assistere a comportamenti reattivi, evitativi, fino a divenire aggressivi nei confronti dell’uomo.
Conclusione
Sebbene non sia concluso e completato il lungo iter della ricerca scientifica riferita alla comunicazione e la percezione dei cavalli, gli importanti passi avanti sullo studio delle loro capacità mentali sono destinati ad avere un grande impatto sul modo in cui gli esseri umani si relazionano con il Nobile Animale e su come se ne prendono cura.
Non solo: tutti i principi che muovono le basi della comunicazione efficace promossi attraverso esperienze formative mediate dai cavalli sono destinati ad un progressivo consolidamento sul fronte scientifico, volto a riconoscere ancor più il valore dello scambio relazionale uomo-animale non solo in chiave life, ma soprattutto in ambito business. Il tutto per sviluppare ed integrare quelle cosiddette soft-skills così importanti e sempre più richieste.