“Quando i numeri segnalano un problema, è il lavoro reale a spiegarti perché”
Un articolo di Patrizio Gatti
Un po’ di tempo fa mi trovavo in un’azienda manifatturiera. Lo racconto perché quella scena mi è rimasta impressa. Ero in sala d’attesa ad aspettare il titolare e, visto il suo leggero ritardo, osservavo dalla finestra ciò che stava succedendo nel reparto produttivo.
Guardando l’officina, mi cade l’occhio su due lavoratori impegnati su due macchinari diversi. I due parlano tra loro.
Uno lavora senza staccare gli occhi dal macchinario a cui è affidato.
L’altro è completamente girato di spalle rispetto alla propria macchina e continua a parlare con il collega. Il tutto va avanti per circa quindici minuti.
Faccio il colloquio con il proprietario, durato circa mezz’ora.
Uscendo dalla sala, guardo nuovamente in officina e ritrovo la stessa situazione.
Senza dare giudizi, chiedo a un capotecnico qualche informazione sui macchinari, tutti e due di nuova fabbricazione e tecnologicamente avanzati.
Poi gli domando se, secondo lui, fosse possibile riorganizzare il lavoro rendendo più efficiente la gestione delle due macchine.
La sua risposta è interessante perché mi dice che su uno dei macchinari sarebbe anche possibile ridurre il tempo di controllo umano di almeno il 40%, poiché per una parte della lavorazione la macchina non aveva bisogno di essere controllata in modo continuo.
Non si trattava di un problema tecnico.
Si trattava di organizzare meglio i tempi della produzione.
A quel punto gli ho chiesto:
“Non sarebbe meno costoso per l’azienda e più motivante per la persona spostare quel 40% di tempo su un’altra lavorazione?”
Si ferma qualche secondo, riflette, poi risponde:
“In effetti hai ragione. Ne parlerò con i miei superiori.”
Si sarebbe potuto anche perfezionare il modo in cui era installata la postazione di lavoro.
Prendendo spunto da quanto insegnava Taiichi Ohno, padre del Sistema di Produzione Toyota, avere macchine innovative non fa ridurre i costi se il lavoro non è ben razionalizzato e organizzato.
In seguito, l’azienda ha fatto alcune modifiche operative.
Il risultato è stato una diminuzione dei tempi non produttivi, una migliore distribuzione delle attività e un utilizzo più efficiente delle risorse. In pratica, la riduzione dei tempi morti ha permesso di contenere il costo del personale, aumentando l’efficienza complessiva senza penalizzare le persone coinvolte. Tutto questo si è tradotto in un calo dei costi e in un miglioramento del conto economico.
I numeri spesso fanno capire che qualcosa non va. I costi salgono, la produttività rende meno e i margini si riducono. Per capirne il motivo, a volte il report non basta e serve conoscere i posti di lavoro.
Il controllo di gestione è importante anche perché serve a migliorare l’efficienza operativa e a creare risultati economici migliori. Tutto questo dovrebbe essere una routine, al di là delle normative e delle richieste delle banche, che utilizzano indicatori e misurazioni specifiche per verificare l’affidabilità e gli adeguati assetti delle imprese.