Quando non esisteva ChatGPT o AI e tutto era umano
Un articolo di Cecilia Di Pierro
La Traduzione è come un neonato
Tutto in traduzione viene attentamente monitorato, proprio come il cuore di un neonato
Per questo si parla di auscultazione del ritmo e della sintassi.
Inevitabile il riferimento a mia Madre, Ostetrica [L’ormai famosa Nonna Rita (in foto: strumenti diagnostici del mestiere)].
Per monitorare il battito cardiaco utilizzava uno strumento, lo stetoscopio manuale, un oggetto simile a imbuto, in legno, altro da quelli moderni, utilizzati ai giorni nostri.
Analogamente, per misurare la pressione della partoriente, usava un manometro manuale.
Sorrido mentre faccio queste considerazioni, perché penso alla domanda che mia Madre avrebbe posto agli strenui sostenitori di AI e ChatGPT. Precisamente:
“Mo’ che mi rappresenta sta AI e ChatGPT? L’Ostetricia è erba pazza”
A indicare che, in natura, tutto può succedere, e un bambino nasce a prescindere da AI o ChatGPT.
Buon sangue non mente.
Non a caso “Preistoria”. La penso esattamente allo stesso modo.
A prescindere, la Traduzione è soggetta a vincoli specifici. Vediamoli da vicino.
Per non “ammorbarvi” con dettagli tecnici, cercherò di immaginare la spiegazione dell’argomento a bambini, o a un pubblico di non addetti ai lavori, vale a dire: con parole semplici.
LA SEMPLICITÁ VINCE SU TUTTO
SEMPLICITÁ IMPLICA LIBERTÁ
Tradurre in Libertà
Cosa vuol dire? Che chiunque può tradurre, senza regole, senza uno schema specifico, privo di criterio?
Certo che no. Se così fosse, sarebbe anarchia.
Vero che sono creativa, ma la traduzione ha delle regole e le regole vanno rispettate.
Libertà della lingua, vincoli della grammatica, e l’avventura di tradurre
Non si traducono le parole, si traduce la grammatica: un’affermazione solo apparentemente semplice da mettere in pratica, anche perché farlo richiede una strumentazione linguistico-teorica adeguata. La formazione si concentra su quanto l’italiano offre ai traduttori che se ne servono come lingua d’arrivo.
Ogni tema viene trattato da un punto di vista grammaticale, ricorrendo a esempi sia da testi letterari italiani, sia da traduzioni, soprattutto dall’inglese verso l’italiano.
I temi sono selezionati tra quelli che possono generare incertezza anche nei parlanti nativi, ma offrono d’altro lato opportunità di potenziamento delle capacità espressive individuali, e possono dunque trasformarsi in risorse nella cassetta di attrezzi del traduttore.
LIBERTÁ IN TRADUZONE E SCHEMI
Una contraddizione, dirà qualcuno.
No.
Vediamo perché
Si seguono degli schemi
Precisamente:
- Progettazione concettuale
- SCHEMA CONCETTUALE
- Progettazione logica
- SCHEMA LOGICO
Nella Progettazione concettuale si raccolgono dati importanti per la successiva elaborazione in traduzione. Si passa quindi alla redazione di uno schema concettuale contenente dei requisiti che portano alla fase successiva, quella della Progettazione Logica.
Obiettivo della fase di progettazione logica è pervenire, a partire dallo schema concettuale, a uno schema logico che lo rappresenti in modo fedele e che sia, al tempo stesso, “efficiente” L’efficienza è legata alle prestazioni, ma poiché queste non sono valutabili precisamente a livello concettuale e logico si deve far ricorso a degli indicatori semplificati per poter confrontare tra loro diverse alternative di traduzione Per quanto detto dividiamo il lavoro in due parti: Progettazione logica “fedele” Progettazione logica “efficiente” In ogni caso, a livello logico non introduciamo nuova informazione, con la possibile eccezione di qualche ridondanza (ma questa non è informazione nuova)
Precisamente: quando si dice che uno schema relazionale rappresenta “fedelmente” uno schema concettuale? Intuitivamente “fedeltà” vuol dire che mediante uno schema concettuale possiamo rappresentare esattamente le stesse informazioni configurabili con un altro schema (possiamo memorizzare gli stessi dati) Più precisamente “fedeltà” significa che i due schemi sono equivalenti dal punto di vista della loro capacità informativa. Il concetto di capacità informativa ha diverse definizioni, ma per i nostri scopi può essere considerato equivalente all’insieme delle istanze legali di uno schema.
Queste Note non insegnano a tradurre bensì propongono alcune osservazioni come spunti per una riflessione sui vincoli strutturali, concettuali e culturali, soprattutto nella traduzione dall’inglese all’italiano. Si può tradurre in tanti modi, per scopi diversi e con risultati di diversa qualità. Una buona traduzione è spesso il frutto di un talento innato, di un istinto ma, come in tutti i campi del sapere, la riflessione, la ponderazione delle scelte, la consapevolezza della materia con la quale si opera, nonché dei meccanismi del suo funzionamento, sono indispensabili per raggiungere risultati stabili e duraturi. Sebbene la traduzione sia una forma raffinata di comunicazione e mediazione interculturale che richiede sensibilità ad una pluralità di aspetti linguistici ed extralinguistici, la prospettiva qui adottata è prevalentemente linguistica: la traduzione è vista cioè dalla prospettiva di due sistemi linguistici comparabili ma anche divergenti in alcune aree della loro organizzazione. Tali divergenze rappresentano vincoli con i quali lo studente dovrà fare costantemente i conti nella pratica traduttiva: acquisirne consapevolezza può essere d’aiuto nel processo di formazione del giovane traduttore, o può costituire una guida di riferimento per il Traduttore esperto.
Eppure la lingua, quando è viva, ama contravvenire alle regole o forzarle. E una lingua è viva se permette gli errori, le sfumature, la flessibilità, l’ambiguità, la connotazione, la sovrapposizione, il gioco, il capitombolo, la svolta improvvisa. È morta quando non si muove più, quando si ripete sempre prevedibilmente uguale a sé stessa, ligia alla regole e alle ricorrenze statistiche o, peggio ancora, quando costretta da imposizioni politiche e liberticide, come nel caso del Newspeak di 1984 di Orwell.
La letteratura offre molti esempi di trasgressione vivificante: dalle complesse invenzioni di Joyce di Finnegans Wake a quelle più scanzonate dei Beatles di Yellow Submarine, o ai neologismi sorprendenti e alle deformazioni linguistiche dei giovani artisti dell’Atelier dell’Errore. Di questi e di altri testi irrequieti parla la letteratura specialistica.
Ma che cosa può fare un traduttore di fronte a un errore, intenzionale o non intenzionale, di un autore? Si nasconde? Nasconde l’errore? Rilancia?
Troppo facile. Non siamo in un campo di calcio.
I testi in materia non trattano degli errori di traduzione, ma di esperienze di traduzione, individuali o collaborative, insolite, a loro modo estreme, che hanno sollecitato una riflessione sulla traduzione vista non come un’attività meccanica e asettica, ma come una pratica pedagogica straordinaria, capace di stimolare lo sviluppo di un pensiero critico, che richiede ad un tempo rigore e creatività, conoscenza dei vincoli dei testi e capacità di derogare consapevolmente alle norme, di tradurre, quando necessario, uscendo dagli schemi, di tradurre outside the box.
In conclusione
Traduzione è Creatività
Creatività è anche Rispetto delle regole
Regola è Creatività intellettuale
Per una Traduzione credibile e vera: attieniti alle Regole del Gioco
Non barare e, soprattutto, non inventarti un lavoro che non sai fare!

