RESILIENZA E PRONTEZZA ORGANIZZATIVA

Un articolo di Veronica Spinella

 

In un contesto in continua evoluzione, dove incertezza e cambiamento sono la norma e all’ordine del giorno, la capacità di un’organizzazione di adattarsi rapidamente e di apprendere dalle crisi non è un semplice vantaggio competitivo, ma una condizione imprescindibile per la loro sopravvivenza ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Negli anni ho osservato realtà imprenditoriali che, grazie a un modus operandi flessibile e resiliente, sono riuscite a trasformare le sfide in vere e proprie opportunità.

Devo ammettere che avrei gradito vederne di più.

Tutto ciò ha dimostrato con i fatti come le organizzazioni possano strutturarsi in modo da essere pronte a fronteggiare il futuro, evidenziando l’importanza delle competenze multidisciplinari e degli strumenti pragmatici per gestire il cambiamento.

 

Perché dare valore alla resilienza e alla flessibilità organizzativa?

La resilienza non si limita a consentire di “sopravvivere” alle crisi, ma permette di convertirle in catalizzatori per innovazione e crescita.

Parallelamente, la flessibilità si traduce in rapidità ed elasticità nelle decisioni e nell’implementazione delle strategie, qualità fondamentali in un mondo in costante trasformazione.

Quali sono le debolezze dei modelli organizzativi tradizionali?

Spesso ci chiediamo se le nostre strutture siano realmente in grado di gestire situazioni di crisi.

Le organizzazioni consolidate, infatti, tendono a basarsi su modelli statici e gerarchici che rallentano il processo decisionale e ne compromettono l’adattamento.

La mia esperienza mi ha insegnato che l’assenza di una mentalità aperta al cambiamento e il peso di pratiche ormai obsolete impediscono di sfruttare appieno le potenzialità del team.

Ricordiamoci che ancora oggi in molte di esse impera ancora il “dividi et impera” e “abbiamo fatto sempre così” è il leitmotiv che si sente echeggiare in tutti i corridoi.

 

Il mancato investimento in resilienza e flessibilità comporta rischi significativi: senza un mutamento radicale, le organizzazioni rischiano di rimanere ancorate a schemi arcaici, diventando sempre più vulnerabili alle crisi, perdendo competitività e vedendo calare l’engagement e la motivazione dei dipendenti.

La soluzione risiede nell’adozione di un approccio strategico che integri strumenti efficaci, come la metodologia OKR (Objectives and Key Results), e nello sviluppo di competenze multidisciplinari.

Ho constatato che l’apprendimento continuo e l’investimento nel capitale umano, perché le persone sono davvero un capitale da preservare, – in particolare nel potenziamento di soft skills quali intelligenza emotiva, comunicazione efficace e leadership trasformativa – sono le basi per superare le insidie dei modelli tradizionali.

Per creare organizzazioni flessibili e resistenti, è possibile adottare diverse strategie concrete. L’implementazione di metodi flessibili consente di reagire prontamente alle mutazioni del mercato, promuovendo un ambiente collaborativo in cui ogni membro del team partecipa attivamente al processo decisionale.

Investire in formazione continua e nello sviluppo di competenze trasversali – come decision making, problem solving, adattabilità e leadership – fornisce agli operatori gli strumenti necessari per affrontare nuove sfide, trasformando le debolezze in punti di forza.

Promuovere una cultura del feedback (non critica distruttiva!) e del miglioramento continuo permette di identificare tempestivamente criticità e intervenire prima che diventino problemi strutturali.

Infine, l’utilizzo intelligente della tecnologia e il data analysis anche in ambito HR offrono strumenti preziosi per monitorare le performance e anticipare le aree a rischio, facilitando decisioni informate ed efficaci.

Comprendere che l’assenza di un cambiamento innovativo può condurre a una stagnazione è essenziale. Le organizzazioni che non adottano un modello basato su flessibilità e resilienza rischiano di rimanere indietro in un ambiente economico dinamico, perdendo talenti preziosi e incorrendo in crisi non gestibili, con gravi ripercussioni sulla reputazione e sulle performance economiche, nonché la difficoltà a reperire nuovo personale per mancanza di una struttura competente e sfidante.

Il momento di agire non può essere più rimandato: ogni organizzazione deve investire nella propria capacità di adattarsi per affrontare un futuro incerto e non continuare a fare le stesse cose del passato sperando in un diverso risultato.

“Follia è Fare Sempre la Stessa Cosa aspettandosi Risultati Diversi”. Albert Einstein

Se lo diceva lui, credo che ci si possa credere ad occhi chiusi!

Questo non significa solo adottare nuovi strumenti o metodologie, ma implica un profondo cambiamento culturale, in cui le competenze trasversali e l’apprendimento continuo divengano il pilastro fondamentale dello sviluppo organizzativo.

Vi siete mai fermati, anche solo per un attimo, a chiedervi come sarebbe la vostra azienda se ogni collaboratore avesse l’opportunità di contribuire attivamente al cambiamento.

La mia esperienza dimostra che le imprese in grado di trasformare ogni crisi in un’opportunità di crescita sono quelle che investono nelle persone, promuovendo un ambiente basato sulla collaborazione, l’innovazione e il rispetto reciproco.

Inoltre, hanno dimostrato anche la consapevolezza, nel caso, di avere necessità di un supporto professionale esterno che li supportasse in un percorso del genere.

Costruire quindi organizzazioni flessibili e resilienti non è un lusso, ma una necessità in tempi di instabilità come quello che stiamo oramai vivendo da qualche anno.

È giunto il momento di mettere in pratica strategie che puntino sulle competenze interdisciplinari, adottino procedure innovative e creino un ambiente orientato al progresso costante, affinché le aziende possano affrontare efficacemente le sfide future e trasformare le avversità in propulsori per una esistenza duratura.

Per gli altri sarà una questione di tempo: l’orologio cammina, tic, tac, tic, tac

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