“SCRIVERE È SEGUIRE LA TRACCIA DEI PENSIERI”
Un articolo di Mariangela Ottaviani
Questa affermazione si inserisce perfettamente nel pensiero alla base del coaching, che valorizza il “flow” e l’autoconsapevolezza.
Pone l’accento sulla necessità quasi imprescindibile di seguire il naturale flusso dei pensieri.
Perché la scrittura diventa così importante?
La scrittura di sé rappresenta una forma di “flusso” cognitivo, mentale ed emozionale, in cui la persona esplora il proprio pensiero senza freni né autocensure e lo fissa attraverso le parole.
Quando la stessa è guidata da un Coach, si apre all’opportunità di imparare a riconoscere e a catturare quei momenti di immersione profonda, trasformandoli in strumenti di crescita e consapevolezza.
Ma cosa può emergere osservandola con gli occhi di un coach?
Ecco i principali risultati.
Autoconsapevolezza.
Abbiamo compreso che il cambiamento passa attraverso la presa di coscienza dei propri pensieri ed emozioni.
La scrittura aiuta a
- definire la necessaria comunicazione-connessione con i pensieri,
- favorire il riconoscimento delle dinamiche interne che generano emozioni,
- rimuovere gli ostacoli che impediscono il raggiungimento dei propri obiettivi.
Visualizzazione.
Uno dei maggiori benefici del coaching è l’identificazione delle interferenze mentali e la loro rimozione.
Scrivere consente di dare forma concreta ai pensieri: la possibilità di “vederli davanti a noi” ci permette di scoprire cosa blocca o ostacola il nostro cambiamento.
A questo punto vediamo quali affermazioni potremmo dover affrontare.
“Ma il pensiero non si ferma”
Questa affermazione richiama il concetto di “Sé 1”, descritto da Gallwey nel suo libro “Il gioco interiore del Tennis”.
Senza addentrarci troppo in questo concetto, diremo che il “Sé 1” si riferisce a quella voce interiore che elabora continuamente pensieri, talvolta in modo disfunzionale, e che cerca sempre di dirci cosa fare, pretendendo che il nostro “Sé 2” – la parte che deve agire – realizzi tutto nel miglior modo possibile, ovvero l’unico modo che il “Sé 1” concepisce.
Spesso, però, questi pensieri ripetitivi e negativi rischiano di diventare un’ossessione, creando delle vere e proprie barriere, con tutte le conseguenze che ne derivano.
“A volte bisogna imporsi di far tacere i pensieri negativi”
La PNL insegna che i pensieri negativi sono rappresentazioni interne distorte o limitanti.
Ma possiamo intervenire su questi schemi, trasformandoli in immagini prima, e narrazioni funzionali poi.
La scrittura può essere un ottimo modo per riconoscere e ristrutturare questi pensieri.
Lo so, non è semplice, ma per questo c’è un Coach accanto.
Concentriamoci sui pensieri che nutrono la nostra creatività.
Questo passaggio è fondamentale perché ci permette di dirigere l’attenzione verso ciò che accresce il nostro potenziale.
Scrivere diventa così uno strumento per trasformare il pensiero in azione, fissando idee che altrimenti si perderebbero nella frenesia della mente.
Scrivere è dare movimento al pensiero.
Significa dar seguito al loro movimento con un altro movimento – la scrittura – il cui intento, però, diventa alla fine quello di fermare.
Sembra un gioco di parole seguito da una contraddizione, ma in realtà è proprio così.
Se i pensieri diventano parole, possiamo finalmente vederli e ascoltarli.
Le parole rendono visibili i racconti della mente, permettendoci di seguire le tracce con maggiore incisività, rendendo così le rivelazioni più profonde e illuminanti.
Ma per fare ciò, serve
- determinazione,
- pazienza,
- coraggio di mettersi in gioco.
E se provassimo a fermarci un attimo?
Non per controllare i nostri pensieri, ma per lasciar loro lo spazio di esprimersi.
Siamo davvero in grado di ascoltare cosa ci vogliono dire?
Di seguire quelle sottili tracce che spesso ignoriamo?
La scrittura può diventare il nostro alleato più fidato: uno strumento per non lasciar scappare i pensieri dare loro una forma.
Non è solo un esercizio, è un atto di scoperta.
Sei pronto a vedere cosa i tuoi pensieri possono rivelarti?
Inizia a scriverli. Sarai già un passo avanti.