SEMPRE LA REGINA… SEMPRE LA REGINA!
Un post di Alessandro Carli
In un suo personale modello sui bisogni umani (alternativo alla più celebre Piramide di Maslow), l’arcinoto coach e trainer americano, Tony Robbins, mette tra i due bisogni umani più pressanti quelli di Certezza e di Varietà.
La cosa interessante è che questi due bisogni, entrambi molto forti, confliggono in qualche modo tra loro.
Il bisogno di Certezza prevale su quello di Varietà, ma quando sentiamo di avere le diverse situazioni sotto controllo, quindi ci troviamo in uno stato di relativa Certezza, ecco che si fa strada il bisogno di Varietà, pronto a rimescolare le carte, facendoci provare il bisogno di mettere a rischio la Certezza stessa.
C’è la storia di un re che soleva invitare spesso a cena il vescovo della contea.
Ora, questo re era piuttosto birichino ed il vescovo venne a sapere che tradiva spesso la sua regina consorte e si sentì in dovere di riprenderlo, dicendogli quanto fosse indegno il suo comportamento, nonché pericoloso per il suo stesso regno.
Il re non fece una piega ed istruì il cuoco di preparare solo pollo arrosto per il vescovo, d’ora in poi.
Così avvenne e, sebbene sulle prime il vescovo facesse finta di niente, dopo un po’ andò dal re a lamentarsi, dicendogli “Ma sire… sempre pollo, sempre pollo!”
Impassibile, il re sardonicamente rispose: “Sempre la regina, sempre la regina!”
Non c’è niente da fare, è più forte di noi. Esistono due immani forze che si confrontano in noi: una più “conservatrice” che ricerca la stabilità, ai limiti della staticità; e l’altra, più dinamica, che ricerca il cambiamento e la diversità.
Se mancasse la prima, ci ritroveremmo in uno stato di continuo cambiamento, in perenne caduta libera dove sarebbe impossibile fare alcunché; mancando la seconda, vivremmo come all’interno di una fotografia dove non esisterebbe alcuna interazione (umana, commerciale, intellettuale, ecc.)… entrambi scenari da incubo!
Il problema sta tutto nel gestire al meglio le dinamiche che risultano da queste due potentissime inclinazioni ed evidentemente, è soprattutto sul cambiamento che occorre agire, dacché lavorare su ciò che è statico è una via impraticabile.
Questi i tre punti a cui rivolgere particolare attenzione:
- Equilibrio – Occorre trovare il giusto bilanciamento tra scarsità ed eccesso di controllo: nel primo caso, si rischia di vivere in un eterno stato di ansia/panico, dove abbondano imprevisti e casualità; nel secondo caso, si cementa uno stato di stagnazione che non permette crescita e viene a mancare ogni e qualsiasi motivazione;
- Etica – E’ necessario che il cambiamento sia improntato all’etica, cioè a quei principi eterni ed universali (non a norme moralistiche fini a se stesse) che ci consentano di operare armoniosamente nei vari contesti, i soli che garantiscano l’equilibrio necessario;
- Sostenibilità – Se vogliamo che il cambiamento risulti efficace nel lungo termine, deve partire da uno scopo e non partorito a fronte di un bisogno o di una particolare contingenza o ancora di un turbamento emotivo, altrimenti rischia d’impantanarsi e di rivolgersi contro.
Seguendo queste linee guida è possibile conciliare il bisogno di Varietà con i bisogni più alti (che, a quel livello, non possono più nemmeno definirsi “bisogni”) del modello di Robbins, che sono Crescere e Contribuire… il motivo stesso per cui esistiamo.
Qual è il tuo rapporto col cambiamento nella tua vita o nel lavoro? Ed in che modo riesci a conciliarlo con lo scopo finale di Crescere e Contribuire?