Tecnica di respirazione per interpreti

Un articolo di Cecilia Di Pierro

 

RESPIRARE

UN GESTO TANTO NATURALE QUANTO, TALVOLTA, DIFFICILE

 

Quanto conta il ritmo e il controllo della respirazione nell’Interpretariato?

 

Nessun timore.

Non ho intenzione di cimentarmi in tecniche di respirazione utilizzate per altri scopi.

Lascio agli Esperti la questione.

 

Obiettivo del presente Articolo è semplicemente illustrare l’importanza della respirazione per noi Interpreti.

 

Imparare una corretta tecnica di respirazione è fondamentale per chi usa la voce come strumento essenziale per la propria attività. Gli Interpreti rientrano nella categoria di persone che hanno bisogno della propria voce per lavorare.

 

ONCE UPON A TIME

SCUOLA SUPERIORE PER INTERPRETI E TRADUTTORI

 

Decalogo su “Consigli di Respirazione” durante l’interpretazione, tratto da “Appunti di Respirazione per un’ottima Interpretazione”

Correvano gli anni di frequenza della Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Firenze

  1. Controllare l’effetto della respirazione, a livello di sensazione, in termini di qualità, suono e effetto della voce sul pubblico.
  2. Concentrarsi sulla modulazione della respirazione, con conseguente controllo del tono di voce, per prevenire la fatica vocale e i disturbi vocali. Questo inciderà sulla prestazione anche in momenti di maggior carico di lavoro e tensione.
  3. Anche la lunghezza degli interventi da interpretare svolge un ruolo importante. Esistono vari metodi per aumentare la capacità polmonare necessaria per interpretare lunghi blocchi di discorso in un unico respiro. Inevitabile l’associazione con la respirazione in piscina. Trattieni l’aria, inspira, espira, fai una bracciata – Parla.
  4. Gestire e controllare il respiro, senza perdere la concentrazione su ciò che si sta traducendo. È adatto a chi vuole avere un suono più sonoro, per così dire. Questo è, a mio avviso, uno dei punti principali, in quanto il volume del parlato è determinante anche ai fini della valutazione della qualità di interpretazione da parte del pubblico. Un tono eccessivamente alto o, al contrario, troppo basso, sarà percepito dal pubblico come “inadeguatezza dell’Interprete”. Non è questo il mio intento, né, tantomeno, il desiderio del pubblico che mi ascolta.
  5. Inspirare ed espirare profondamente prima di parlare, per diffondere bene la voce. Se possibile, controllare la respirazione per parlare in modo fluido, nonché sentirsi e sembrare sicuri di sé. Talvolta, anche discorsi poco chiari, o complessi, difficili da interpretare, sembreranno di padronanza dell’Interprete, sebbene non del tutto familiari al medesimo. Trick or Treat? Dolcetto o scherzetto? Non sto festeggiando Halloween; cerco, semplicemente, di mettere in risalto il modo divertente e vario di concepire il mio lavoro. Diversamente, l’Interprete “ammorba” (adoro questo termine colorito per rilevare quanto sia importante il divertimento a lavoro, oltre al guadagno, ovviamente!).
  6. Prendere fiato tra una frase e l’altra, per indurre all’ascolto. Cercando, per così dire, di stare dietro l’oratore che parla a una velocità vertiginosa, senza fare pause, rischiando di non riuscire a finire il discorso per mancanza di fiato, si corre il rischio di restare senza fiato e non finire neppure la frase. Effetto apnea non riuscito.
  7. Chiudere la bocca ed inspirare con le narici facendo attenzione ad espandere bene la gabbia toracica: mantenere l’inspirazione contando fino a tre. Espirare con la bocca, secondo il proprio ritmo, mantenendo la lingua a contatto con il palato. A cosa serve questo? Per pronunciare discorsi con maggiore energia, in modo consapevole e con minor pressione. Gli Interpreti non sono “pentole a pressione”.
  8. Utilizzare il respiro, tra una frase e l’altra, per ottimizzare le forze e sentirsi a proprio agio vocalmente, soprattutto quando si pronunciano lunghi discorsi, oltre che per prevenire l’affaticamento vocale.
  9. Respirare a ritmi ciclici, coordinando voce, occhi e postura.

 

Come mettere in atto queste soluzioni nella pratica quotidiana della professione?

Pensiamo, per esempio, all’interpretazione simultanea in cabina, durante la quale capita spesso di mantenere una postura scorretta: l’Interprete è isolato dal resto del mondo in uno spazio chiuso, quello che io definisco scherzosamente “loculo” – Il pubblico sente le voci… la nostra voce. Spesso teniamo le mani sulle cuffie, per una maggiore concentrazione, o almeno così pare. Questo può indurre un piegamento del busto in avanti, con conseguente costrizione della gabbia toracica. Inoltre, la simultanea impone di mantenere alto il ritmo dell’eloquio per stare al passo con l’oratore. In questo caso, è importante avere una buona gestione della coordinazione voce-polmoni, ovvero mantenere una corretta gestione della respirazione in relazione all’emissione vocale. Superfluo dire che esistono esercizi specifici da fare oltre la cabina. Certamente, tuttavia, in cabina non abbiamo il tempo di esercitarci. È opportuno, dunque esercitarsi prima e praticare su campo la tecnica di respirazione più indicata a ciascuno di noi. Va da sé che anche la postura sia collegata al respiro: contrarre le spalle e chiudersi “a riccio” produrrà un suono quasi cavernicolo, mentre rilassando le spalle e portandole in asse con collo e busto produrrà l’effetto di una voce sonora, modulata e gradevole da sentire. In altri termini: ottima coordinazione vocale e respiratoria.

Per quanto mi riguarda, non ho di questi problemi: ho un tono di voce alta (“Mamma non vociare” – La mia amata creatura, mio figlio); mi sforzo, tuttavia, di modularla per tenere un volume adeguato anche a seconda dell’argomento e dell’evento oggetto di interpretazione.

RESPIRARE COME GESTO NATURALE
Nella maggior parte delle attività quotidiane, totalmente immersi nei numerosi pensieri, talvolta corriamo il rischio di dimenticare che stiamo respirando. Strano, ma vero: anche la sola consapevolezza delle nostre funzioni fisiologiche è un buon metodo per allontanare interferenze esterne con ansia e stress, quei noiosi elementi di disturbo che possono compromettere gravemente la qualità dell’interpretazione.

 

RESPIRA PRIMA DI PARLARE

Conta fino a 10 prima di parlare

Non è un ordine. È l’invito a riflettere bene prima di pronunciare un discorso, sebbene frutto di interpretazione della parola altrui.

Per tornare calmi a goderci la vita, occorre quindi imparare qualche tecnica di rilassamento, che parta proprio dal respiro.

Respiriamo in modo consapevole, concentriamoci, evitiamo di “ballare” sulla sedia e cerchiamoci, piuttosto, una posizione comoda. A prescindere dal luogo di seduta, che si tratti di mezzo pubblico, davanti alla scrivania, sdraiati a letto o sul divano, “Singing and Dancing with the Boss” con la mente, controllare la tecnica di respirazione è fondamentale per garantire l’ottimo esito dell’interpretazione.
Inspirare ed espirare senza alcuna forzatura, cercando di ascoltare il corpo, per avere un controllo delle parole.
Inspirare lentamente e profondamente immettendo nell’organismo aria attraverso il naso.
Prestare attenzione a come la pancia e il busto si espandano per far posto all’aria in entrata.

Di nuovo: penso alla respirazione in piscina.
Espirare sentendo l’aria fluire fuori dal corpo. In questi momenti è opportuno pensare a una parola che ci tranquillizzi. Possibilmente pronunciarla mentalmente, non ad alta voce, perché il pubblico è interessato alle parole piuttosto che ai nostri pensieri.

Molti colleghi utilizzano parole tranquillizzanti, quali calma, pace, quiete o sicurezza. in altri termini, parole che allentino la tensione.

Io penso a parole, o frasi, che mi riconducono alle mie passioni: Boss e Leader, Singing and Dancing with the Boss, Stile o Delfino (riferito alla respirazione in acqua).
Inspiriamo ancora pensando al flusso d’aria che si avvicina al corpo per poi entrarvici.

CONSIGLI PER ARRIVARE DRITTI ALL’OBIETTIVO (PURPOSE per gli amanti dell’inglese in italiano)
Respirare piano, lentamente, e, perché no, intercalare anche con un sorriso.

Tutto aiuta ad interpretare meglio.
Questo tipo di respirazione è una delle più semplici ed è indicato soprattutto per le “New Entry”, Professionisti che si affacciano per la prima volta al meraviglioso mondo dell’Interpretariato.

“WHAT A WONDERFUL WORLD”
Louis Armstrong

 

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!

Luigi Pirandello

 

Ogni oratore parla una lingua diversa, secondo il proprio ritmo e il grado di conoscenza dell’argomento.

Ogni Interprete è un Professionista che respira e si concentra sul significato delle parole, per rendere un discorso intellegibile e interessante, nella lingua richiesta, anche alle orecchie di un profano che non comprenda la lingua di origine.

(DPC)

Attenzió!
Concentrazió!
Battagliò!
Totò

Inspira
Espira
Accendi il microfono
Parla!
Interprete

 

Cecilia Di Pierro

 

 

 

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