TOGLI IL PIEDE DAL FRENO!
Un articolo di Alessandro Carli
Nel fare le cose, hai mai la sensazione di sentirti come “frenato” da qualcosa?
Lo si può descrivere in molti modi: portare un carico sulle spalle, sentirsi legato, avere i piedi den-tro un blocco di cemento o perfino che manchi il respiro…
Ebbene, è una realtà, non una sensazione.
O meglio, ciò che si sperimenta è una sensazione, ma non il freno: quello è reale… invisibile, in-tangibile, ma dannatamente reale!
Spesso accusiamo noi stessi e altri di scarsa o perfino mancanza di volontà, ma non può essere questo perché se non stessimo facendo qualcosa per – ad esempio – raggiungere un obiettivo, non sentiremmo quel freno.
Ed è forse proprio perché non vogliamo provare quell’insopportabile blocco interiore che rinun-ciamo ai nostri obiettivi e questo non c’entra niente con l’avere o meno una forte volontà… anzi, più è forte la volontà e più si rafforza il blocco!
Spesso le persone rinunciano ancora prima d’iniziare e questo c’induce a pensare che non ci ab-biano nemmeno provato.
Non è proprio così: nella loro testa ci hanno provato e hanno finito per anticipare il fallimento, grazie ad un film mentale offerto gratuitamente ed in Cinemascope dalla “Ego Productions Ltd.”
Altri, invece, per principio, per non doversi in seguito pentire di non averle provate tutte e sentirsi a posto con la loro coscienza, si spremono come limoni per riuscire ad ogni costo, ma è come pe-stare sempre di più sull’acceleratore di un’auto con il freno a mano tirato. Ti ricorda qualcuno?
Ego, il fabbricante di freni
Siamo tutti progettati per porci obiettivi, perseguirli e raggiungerli: TUTTI, indistintamente!
Il problema non è la forza di volontà, perché se messi alle strette da situazioni molto critiche dov’è magari in ballo l’incolumità o perfino la vita di un nostro caro, reagiremmo certamente in modo molto diverso e riusciremmo a fare cose impensabili, come spesso succede nei momenti di emergenza.
Perché, allora, non possiamo rendere permanente questa capacità?
Giriamo la domanda al nostro ego.
L’ego è un programma (e anche molto di più) mentale… anzi, è il nostro sistema operativo che, come in un computer, gestisce tutte le nostre funzioni cognitive e sistemiche tra cui, la più impor-tante, quella di assicurare la nostra sopravvivenza, impedendoci di infilarci nei guai (o meglio, ciò che secondo “lui” potrebbero essere guai).
Come?
Contrastando, tramite immagini mentali e sensazioni corporee negative e sgradevoli, tutte le no-stre velleità di grandezza che prevedono il dover correre dei rischi per realizzarle.
I freni principali
Questo per dire che, PRIMA ancora di lavorare sulle ragioni e motivazioni per cui perseguire un obiettivo, occorre ridurre l’attrito mentale ed emozionale prodotto dal nostro ego per “persuader-ci” a mollare: in altre parole, metaforicamente parlando, prima di dare più gas è necessario to-gliere il piede dal freno al fine di neutralizzare il più possibile quei conflitti interni che c’impediscono di esprimerci al meglio.
Vediamo quali sono i “freni” più importanti.
Freni culturali – Questi si rifanno alle nostre convinzioni e ai nostri valori e sono totalmente acqui-siti dai vari ambienti in cui si opera (o si è operato in passato). Uno dei più classici è quello legato al denaro. Se sin da piccoli ci è stato inculcato che il denaro sia sporco, quindi la radice di ogni male, anche se ci si troverà a perseguire un obiettivo che prevede la possibilità di avere maggiori entrate (nuovo lavoro, investimento, ecc.), lo si resisterà, autosabotandoci. E lo stesso vale per le questioni religiose/morali, politiche, sociali, ecc. Certamente, va tenuto conto di queste convinzio-ni/valori, ma nel momento in cui la nostra mente “cassa” a priori tali situazioni è necessario ana-lizzare criticamente tali convinzioni/valori al fine di moderare la “censura” interna.
Freni sociali – Poiché siamo animali sociali, siamo molto sensibili ai pareri e alle critiche che rice-viamo dai nostri simili, anche se non abbiamo con essi un particolare rapporto di vicinanza. Par-tendo dalla famiglia fino alla società in cui viviamo, passando attraverso la scuola, il lavoro, le va-rie “community” o perfino i social media, ecc., tutto ciò che potrebbe minare il rapporto fra noi e questi ambiti verrà osteggiato dal nostro ego che vivrebbe la situazione come un vero e proprio ostracismo.
Freni psicologici – Questi freni si riferiscono alla visione (non edificante) che abbiamo di noi stessi e sono per questo motivo i più difficili da scardinare. Infatti, mentre i primi due possono essere affrontati in modo più razionale, anche attraverso tecniche di reframing (ricontestualizzazione), qui occorre scendere un po’ più in profondità, intervenendo soprattutto a livello di autostima, con tutto ciò che è ad essa ricollegabile (sicurezza e fiducia in sé, mentalità dell’Abbondanza, etica, rivalutazione dei propri talenti, ecc.)
Conclusione
I nostri freni sono subdoli, difficili da riconoscere da soli e, per questo motivo, accettare il confron-to con altri è una condizione basilare per guardarli in faccia e, volendo, mitigarli.
Proprio le persone che ci sono più vicine e che ci amano di più ce li sbattono continuamente in faccia… magari in modo irruento e poco gradevole, ma prendendoci il più delle volte.
La nostra reazione, talvolta anche energica, all’essere stati “beccati” viene assolutamente dal no-stro ego che mal risponde all’essere stato scoperto, poiché in questo modo diminuisce il suo pote-re e controllo su di noi.
Per questo è necessario fare lo sforzo di non respingere a priori le osservazioni che, almeno le persone che sappiamo che tengono a noi, decidono di condividere.
L’alternativa è quella di rivolgerti ad un coach in grado di seguirti e guidarti in modo più profes-sionale e meno convolto, anche perché sa come riconoscere quei freni meno evidenti, e per que-sto più perniciosi, che sfuggono ad una persona meno esperta.
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