TRASFORMAZIONE O RIVELAZIONE?
Un articolo di Alessandro Carli
Da giovane, come molti giovani, amavo i film horror e ricordo di averne visto uno nel 1986, “La Mosca”, che mi sconvolse.
Parlava di uno scienziato che era riuscito a mettere a punto un congegno di teletrasporto che consisteva nel disintegrare qualsiasi cosa si trovasse in una certa cabina e reintegrandola in un’altra.
Non avendolo ancora potuto sperimentare su un essere umano, scelse di essere il primo a provarlo. Entra nella prima cabina, aziona la macchina, viene disintegrato, gli atomi/molecole viaggiano lungo un cavo collegato ad una seconda cabina dove vi viene reintegrato alla perfezione: esperimento riuscito!
Purtroppo per lui, non si era accorto che quando entrò nella cabina, con lui entrò anche una mosca e quando le particelle si ricomposero, quelle dell’uomo si mischiarono con quelle della mosca. In un primo momento non si accorse di niente, ma nel giro di pochi giorni, lentamente ma inesorabilmente, il suo corpo e la sua psiche mutarono in quelli di un essere orrendo, mezzo uomo e mezza mosca.
Perché descrivo questo passaggio come una “mutazione” e non come una “trasformazione”?
“Trasformazione” è un termine piuttosto estremo, perfino violento, in quanto descrive il passaggio da uno stato ad un altro in modo repentino, imprevedibile ed incontrollabile.
Il film a cui accennavo era il remake di un film del ’58 (L’esperimento del dr. K.), dove il cambiamento è stato invece istantaneo, cioè dalla seconda cabina uscivano un uomo con una testa di mosca ed una mosca con una testa d’uomo (nel film dell’86 esce, invece, un unico “essere” ibrido).
Ne accenno perché questa differenza tra la prima e la seconda versione sta proprio nel fatto che nel vecchio film si assiste ad una vera e propria trasformazione, mentre nel secondo, venendo a mancare la repentinità, non si può che parlare di mutazione (o evoluzione).
Crescita personale e trasformazione
Nell’ambito della crescita personale si usa spesso il termine “trasformazione” per indicare un cambiamento radicale in una persona, non tanto da un punto di vista fisico, ma emozionale e mentale.
Infatti, ogni tanto, nei miei scritti (e non solo) accenno alla mia prima esperienza di crescita personale vissuta come allievo (e per diversi anni dopo come assistente trainer) in un corso di 4 giorni che ha cambiato la vita mia e di altre decine di migliaia di persone in ben oltre 40 anni di attività, quando la crescita personale era ancora vista come roba da psico-sette.
Quando gli allievi tornavano a casa pieni di gioia e di passione, al limite dell’euforia, per l’esperienza fatta, spesso i familiari reagivano con sorpresa… ma anche con una certa apprensione, pensando che qualcuno avesse loro lavato il cervello in quanto si erano letteralmente… trasformati!
Ma era trasformazione? No!
Lo scopo di questo training non era quello di trasformare le persone, che sarebbe stata un’evidente manipolazione a cui non avrei mai aderito, ma di aiutarle a mettersi in contatto con il loro potenziale di portare felicità e benessere nella vita loro e di coloro che amavano e di cui erano responsabili. Avendo infatti provato questi sentimenti sulla loro pelle, non avrebbero più potuto negarli.
Dopodiché, passata la “sbornia” (che passa… altroché se passa!) dopo qualche settimana, era inevitabile un bagno di realtà, con nuovi problemi e nuove sfide, perfino più serie, ma il legame con quell’esperienza non avrebbe più permesso loro di tornare allo stato di prima.
Prima e dopo
Non esiste la trasformazione in natura… esistono solo processi evolutivi che sono solitamente lenti, prevedibili ed in qualche modo controllabili, tant’è che laddove ci dovesse per caso essere una reale trasformazione non potrebbe essere che associata o ad una qualche magia o ad un miracolo, cioè eventi SOPRAnnaturali!
Un mare che si separa, pani e pesci che si moltiplicano, morti che resuscitano… sono eventi trasformativi e, per questo, soprannaturali.
Un bruco che diventa farfalla, pur essendoci un cambiamento estremo, non è un evento trasformativo e soprannaturale, bensì evolutivo e naturale, quindi relativamente lento e prevedibile.
Certo che se metto insieme due foto, con un prima e un dopo (tipo quelle che pubblicizzano un metodo di dimagrimento o la ristrutturazione di una casa) di un determinato processo, è ovvio che ha un forte impatto emotivo, in quanto la nostra mente la vive come una trasformazione, quindi soprannaturale… ma a mente fredda, recuperato il senno, sappiamo che non è così.
Rivelazione
La crescita in generale, non solo quella personale, è un processo evolutivo finalizzato a “rivelare” sempre di più della nostra reale natura, cioè chi siamo veramente.
Sappiamo bene che il destino di un bruco, salvo incidenti di percorso, è quello di diventare una farfalla e nient’altro.
E qual è il destino di ognuno di noi? Cos’abbiamo da rivelare di noi? Pur essendo il nostro sviluppo come esseri umani un processo naturale, ci distinguiamo dal resto della natura per il fatto che la nostra evoluzione è più o meno lenta, MA non prevedibile (perché dipende da ognuno di noi singolarmente) e decisamente controllabile.
In altre parole, ciò che riveliamo di noi è solo ed esclusivamente una nostra scelta.
Non possiamo avere a 20 anni la stessa esperienza, conoscenza e maturità che avremo a 60, ma magari possiamo decidere già a 20 anni d’intraprendere un percorso virtuoso che ci consenta di accumulare l’esperienza, la conoscenza e la maturità che avremmo a 60 anni… 20 anni prima (cioè a 40 anni)!
Qualunque cosa facciamo, ciò che abbiamo da rivelare del nostro potenziale non può cambiare, poiché questa è la natura del potenziale, ma possiamo spingerci per rivelarne, consapevolmente, sempre di più.
Conclusione
La nostra ossessione per il raggiungimento di risultati che consideriamo importanti spesso c’impedisce di focalizzarci sul processo per capire dove stiamo andando e cosa, di noi, abbiamo bisogno di rivelare, poiché è a questo che serve la crescita.
I risultati dipendono dalla nostra crescita, non il contrario, poiché lo scopo dei risultati è quello di rispecchiare ciò che decidiamo di rivelare di noi.
Nello specifico, impegnarsi in un percorso di crescita personale che non si focalizzi esclusivamente sul realizzare qualcosa, bensì sull’imparare ad essere la persona che sia in grado di farlo, che non significa fissarsi sul “diventare” un certo tipo di persona (che sarebbe trasformazione), ma accelerare un processo rivelativo che occorre comunque seguire, ma in modo più naturale e sintonizzato sul nostro potenziale.
Allora si ragiona.
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