“La felicità? Dipende da noi”
Riflessione sulla Consapevolezza
Un articolo di Livia Massarelli
Siamo gli unici responsabili delle nostre azioni, delle nostre parole, dei nostri pensieri; siamo gli unici responsabili della nostra felicità. Questo è quello che ho imparato nel mio percorso personale e professionale.
Certo, sembra quasi scontato affermarlo, ma quante volte ci siamo considerati davvero gli unici responsabili di noi stessi?
Quante volte abbiamo delegato, più o meno consapevolmente, la responsabilità della nostra felicità a qualcuno, a qualcosa al di fuori di noi? Il compagno, la compagna, il datore di lavoro, un amico, un successo lavorativo. Quante volte ci siamo sentiti al timone della nostra vita e quante volte invece ci siamo limitati a reagire ciecamente a ciò che accadeva, abbandonando il ruolo del timoniere per assumere quello di mozzo che non sa come gestire la barca, e la lascia andare alla deriva?
Le situazioni che viviamo e le persone che incontriamo nel nostro percorso influenzano ciò che siamo e ciò che facciamo; siamo parte di un sistema più grande di noi, non siamo individui isolati. Siamo microcosmi interconnessi tra loro. Veniamo influenzati e influenziamo costantemente e continuamente.
In questa infinita rete di relazioni, spesso non abbiamo il controllo di ciò che accade intorno a noi e di ciò che ci accade, ma possiamo sempre scegliere COME reagire.
La comprensione profonda di questa libertà ci pone completamente in un’altra prospettiva: ci restituisce il ruolo che ci appartiene, quello di timoniere che governa e conosce la sua barca, così come i venti e il mare e che si adopera al meglio per affrontare qualsiasi condizione in cui si trova a dover vivere.
Tra lo stimolo e la risposta c’è uno spazio. In quello spazio si trova la nostra facoltà di scegliere la risposta. Nelle nostre risposte risiede la nostra capacità di crescere e la nostra libertà.
Viktor Frankl
Come sostiene lo psichiatra e filosofo Viktor Frankl nel suo libro Alla ricerca di un significato nella vita, è proprio in quello spazio – che si trova tra ciò che ci accade e come noi reagiamo – che risiede la nostra libertà di scelta, la capacità di decidere chi siamo.
Spesso reagiamo agli avvenimenti esterni in maniera automatica, ciecamente, senza consapevolezza; nella nostra reazione istintiva non ci accorgiamo neanche che questo spazio esiste e che spetta a noi riempirlo con le nostre scelte.
In un mondo frenetico e pieno di stimoli, stiamo perdendo la capacità di coltivare la concentrazione e direzionare la nostra attenzione, basi della consapevolezza.
Quello che possiamo fare per riappropriarci delle nostre scelte è far splendere su ogni attività la luce della consapevolezza, porre attenzione a quello spazio citato da Frankl.
Esistono varie pratiche ed esercizi che possono aiutare ad ancorarsi nel momento presente, a riportare l’attenzione al qui ed ora, piuttosto che a ciò che già è accaduto o a quello che ancora deve accadere.
Molte di queste pratiche derivano direttamente da antiche tecniche di meditazione, di coaching e da tecniche somatiche (esercizi che prevedono l’utilizzo del corpo e del movimento), metodi molto efficaci per allenarsi a focalizzare l’attenzione su ciò che decidiamo, lasciando nello sfondo tutto il resto.
Tra le numerose pratiche esistenti, un esercizio che utilizzo nel mio lavoro, e che trovo estremamente utile, è laconsapevolezza del respiro, che consiste nel portare l’attenzione sulle sensazioni fisiche, i pensieri e le emozioni che nascono durante l’inspirazione e l’espirazione. Spesso, insieme a tecniche di meditazione e di coaching, utilizzo anche esercizi somatici che abbinano alla consapevolezza del respiro il movimento del corpo.
Il corpo, infatti, è uno dei più potenti strumenti che abbiamo per riportarci al momento presente, per ricordarci che siamo qui ed ora, anche quando la nostra mente sembra vagare altrove.
Proprio come i muscoli, anche la mente va allenata, per questo si trae beneficio da una pratica costante di queste tecniche, le quali hanno numerosi effetti positivi sulla salute psicofisica degli individui, come è stato ormai largamente dimostrato da numerosi studi scientifici sulla meditazione.
Attraverso la ripetizione costante di alcuni esercizi di respirazione, meditazione e movimento, possiamo imparare ad essere più consapevoli di noi stessi, delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri che ci abitano. Possiamo imparare a stare, ad interrompere per un attimo ogni attività e domandarci come stiamo, quale bagaglio di pensieri ed emozioni stiamo portando nelle nostre relazioni, nelle nostre carriere, nelle nostre vite.
Per fare questo è fondamentale dedicarsi il tempo per osservare, senza giudizio, come uno scienziato che osserva le varie fasi del suo esperimento in laboratorio.
Nella mia esperienza personale, coltivare la consapevolezza attraverso la meditazione, il coaching e il movimento ha creato una trasformazione incredibile.
Con costanza, mi sono messa in viaggio, supportata da maestri e coach straordinari, che mi hanno trasmesso la passione e l’importanza di dedicare del tempo a se stessi e a padroneggiare gli strumenti di conoscenza di sé.
La mia vita è esponenzialmente migliorata, ho finalmente compreso come vivere a pieno le esperienze personali e professionali, ho imparato a dimorare in quello spazio tra stimolo e risposta e ad esercitare la mia possibilità di scegliere, ad essere responsabile della mia felicità.
E poiché quando si scoprono strumenti eccezionali non si può non condividerli, mi sono formata come guida di meditazione e coach professionista, coniugando queste conoscenze con la mia esperienza di danzatrice, coreografa e formatrice. Questo mi ha portato a creare il mio metodo personale e a supportare centinaia di persone nel loro viaggio di riscoperta di sé e nel raggiungimento dei loro obiettivi.
Esercitarsi nella consapevolezza, riprendere contatto con tutti gli aspetti della nostra vita, è quindi l’ingrediente fondamentale per poter vivere in pienezza, per porci al timone della nostra barca e salpare nella direzione che desideriamo, pronti ad affrontare qualunque mare, sapendo di poter affrontare con calma e lucidità qualunque situazione.
Lasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell’oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, pian piano, si ricevono le visite della consapevolezza: sono i miracoli del noto.”
Chandra Livia Candiani