CAPIRE E SCONFIGGERE LA PIGRIZIA (E NON SOLO) IN 4 MOSSE

Un articolo di Alessandro Carli

Qualche tempo fa, un giovane professionista mi aveva contattato per capire se ed in che misura un percorso di coaching lo avrebbe aiutato a realizzare certi suoi obiettivi.

Gli chiesi cosa gli facesse pensare che non ci sarebbe riuscito e mi snocciolò qualche “impedimento” interiore. Alla fine, quello più pesante era che fosse pigro, ripetendomelo diverse volte, come se temesse che non avrei capito.

Non che stesse sdraiato sul divano tutto il giorno, ma tendeva ad evitare le cose che riteneva pesanti, che lo costringessero ad uscire dalla sua area di comfort, pur sapendo quanto fossero importanti farle. Da qui alla procrastinazione è un attimo.

A quel punto gli dissi, come primissima cosa, di smetterla di continuare a ripetere e a ripetersi come un mantra di essere pigro, usando questa “pecca” come una stampella per legittimare il suo comportamento (“Eh, sono fatto così”)… come a dire che non se la cavava così a buon mercato.

Gli chiesi allora quando è stata l’ultima volta che ha fatto qualcosa – qualsiasi cosa – che fosse entusiasta di fare e quanto ci ha messo per decidere a farla. Mi rispose che è stata appena una settimana prima, quando ha deciso di staccare e di farsi un weekend al mare, decidendolo in un attimo.

“Ah!”, dissi. “Allora non sei così pigro, alla fine…”

Il fatto è che non esiste la pigrizia, di per sé, che comunque non va confusa con il non aver voglia di fare qualcosa: tutti, nessuno escluso, hanno una o più cose che, semplicemente, non hanno voglia di fare perché la trovano pesante, fastidiosa o perfino disgustosa… ma non c’entra nulla con l’essere pigri.
Questo non significa che siccome non ci piace fare una cosa, allora possiamo anche scegliere di non farla, poiché non abbiamo sempre questa scelta… e qui entra in ballo la disciplina.
Ma restiamo sul tema della pigrizia.

Esistono circa 3000 stati emozionali che un essere umano può provare, divisibili in due grandi rami abbastanza equivalenti: stati emozionali desiderabili e indesiderabili, ossia stati emozionali che si vogliono provare, ovvero che si farebbe di tutto per non provare, definendo “positivi” i primi e “negativi” i secondi.

In realtà, non esistono stati emozionali negativi, poiché non hanno una sostanza propria; essi rappresentano invece solo l’assenza di uno stato emozionale positivo. Così come il buio è assenza di luce e il freddo è assenza di calore, la pigrizia è semplice assenza di solerzia, di laboriosità e questo significa che è impossibile lavorare sulla pigrizia, poiché non è possibile lavorare sul nulla.

E questo vale, per l’odio, l’indifferenza, la rabbia, la diffidenza, la disperazione, la depressione, l’indisciplina… tra le centinaia di altre cose.

Allo stesso modo, chiedersi come superare la pigrizia non ha senso.
Cosa risponderesti se ti chiedessi come superare il buio? Mi diresti di accendere una candela (come minimo), no? Basta quella per squarciare il buio e per quanto fioca possa essere la luce, nessuna oscurità la può vincere finche resta accesa.

Allo stesso modo, qual è la domanda giusta per superare la pigrizia?
“Come posso diventare più solerte, dinamico e impegnato?”
Adesso si ragiona… adesso abbiamo qualcosa su cui lavorare.

Queste sono 4 semplici mosse per raggiungere lo stato di solerzia e attivismo che desideri provare e che vuoi mantenere per quanto più tempo possibile.

  1. Avere chiari i benefici che vuoi ottenere – La nostra mente (ovvero, il nostro ego) lavora in modalità energy-saving e questo significa che tende a risparmiare risorse ed energie. Pertanto, non si attiva finché non trova un buon motivo per farlo. Se le chiedi di fare uno sforzo senza aiutarla a capire perché dovrebbe farlo (cioè cosa gliene viene in tasca), chiude bottega. È fondamentale avere una chiarezza assoluta su quali siano i benefici che ne conseguiranno e, a quel punto, sarà più che disponibile a suggerirti quale sia la strategia migliore per riuscirci.
  2. Risolvi i conflitti valoriali – Il nostro sistema di valori è un caposaldo della nostra mente. È il sistema che definisce quali siano gli stati emozionali desiderabili e indesiderabili per ognuno di noi. Se gli obiettivi che vuoi perseguire confliggono con alcuni dei tuoi valori prioritari, la tua mente opporrà resistenza producendo tensione, confusione, spossatezza, disinteresse… in soldoni, pigrizia. È quindi importante che obiettivi e valori siano allineati.
  3. Allarga i benefici ad altri – L’ego (dal greco-latino, “io”) si chiama così proprio perché pensa a beneficiare unicamente l’organismo che governa. Tuttavia, poiché siamo animali sociali che interagiscono con altri esseri umani, non possiamo non tenere conto di questa potente spinta che c’induce a coinvolgere anche chi in qualche modo rientra nella nostra cosiddetta “sfera d’influenza”. Nel momento in cui pensiamo anche a come beneficiare altri (anche uno solo) tramite il nostro impegno, questo alzerà enormemente il livello di motivazione.
  4. Compromettiti! – Si tratta di sfruttare in modo diverso la potente molla sociale di cui sopra. Che lo si ammetta o meno, il consenso o almeno l’interesse sociale è per noi essenziale. Non ci fa male essere avversati quanto l’essere ignorati e poiché l’allontanamento dal dolore è un istinto molto potente, faremo di tutto per evitarlo. Pertanto, dichiara a più persone possibile, vicine o lontane, magari anche sui social, quello che intendi realizzare. In questo modo, pur di non tradire le aspettative che tu stesso hai creato, sarai disposto a superare qualsiasi pigrizia.

Alessandro Carli

 

 

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