Quando la Danza Incontra l’Azienda: Presenza, Ascolto e Innovazione
Un articolo di Livia Massarelli
Questo mese ho partecipato a due eventi dedicati al benessere in azienda.
In entrambi, è emersa una riflessione fondamentale: riportare la persona al centro.
Non come slogan, ma come pratica concreta, quotidiana, relazionale.
Parlando di benessere e performance, abbiamo discusso del valore dell’ascolto, non solo come abilità comunicativa, ma come capacità di lasciarsi realmente influenzare dalle prospettive degli altri.
Non un ascolto “passivo” o neutro, ma un ascolto che trasforma, che apre, che modifica.
Riflettendo su questo, ho pensato al mio percorso.
La mia esperienza arriva da un mondo diverso: l’arte e la danza.
Un ambiente in cui l’ascolto non è teorico, ma corporeo. Dove la relazione non è solo verbale, ma fatta di ritmo, sguardo, tempo, respiro.
Nel lavoro coreografico, lasciarsi influenzare dall’altro è la base del processo creativo: si costruisce insieme, si modifica insieme, si evolve insieme.
Quando porto questa prospettiva nel contesto aziendale, qualcosa si apre.
Ed è qui che il mio percorso nella danza entra in modo naturale.
In sala prove si impara a riconoscere ciò che accade nel corpo dell’altro, a percepire le dinamiche del gruppo, a muoversi insieme senza perdere la propria identità.
Si impara che il movimento non è efficace se è rigido.
Che la presenza è una competenza.
Che la relazione è co-creazione.
Questa esperienza è diventata la base del mio lavoro come coach professionista nelle organizzazioni.
Quando lavoro con aziende e team porto competenze nate nella danza, tradotte in strumenti pratici:
• Presenza sotto pressione: saper rimanere centrati anche in momenti di alta intensità.
• Ascolto profondo: comprendere ciò che non viene detto, cogliere i segnali sottili.
• Consapevolezza corporea ed emotiva: perché le decisioni si prendono con la mente, ma si sentono nel corpo.
• Collaborazione autentica: muoversi insieme senza annullarsi, valorizzando le differenze.
Questo approccio permette alle aziende di migliorare la performance senza sacrificare il benessere, ma anzi radicandolo.
Un modello sostenibile, umano, efficace.
Le contaminazioni tra mondi diversi non sono eccezioni.
Sono ponti.
Sono risorse.
Sono opportunità di innovazione.
Lasciamoci attraversare dalle esperienze che abbiamo vissuto — anche quelle che sembrano lontane dal nostro ruolo attuale.
Spesso è proprio lì che si nasconde il nostro valore più autentico.
E tu, quale esperienza “apparentemente distante” ha arricchito il tuo modo di lavorare oggi?

