Fatturato in Crescita, Conto in Rosso: Cosa Non Va?

Un articolo di Patrizio Gatti

 

 

Perché, nonostante l’aumento del fatturato, il saldo del mio conto corrente in banca sta calando?

Questa è la domanda che mi ha fatto Luca, titolare di una piccola attività commerciale in Umbria, poco più di un anno fa.

Analizzando la situazione contabile, ho identificato due fattori principali che hanno causato uno squilibrio economico e finanziario:

  • Attratto dall’aumento degli incassi, Luca ha assunto un nuovo dipendente a tempo pieno.
  • Il titolare ha rinnovato il negozio con nuove scaffalature e arredamento, finanziando questi acquisti con i fidi di conto corrente concessi in precedenza dalla banca.

Ma cosa c’è di insolito in tutto questo? A prima vista, sembra tutto nella norma, una pratica comune nella gestione di un’impresa. Tuttavia, Luca non ha considerato attentamente due principi fondamentali:

Regola 1)  Per ogni nuovo costo fisso introdotto, è importante calcolare l’aumento di fatturato necessario per coprire quella spesa. La risposta spontanea di Luca è stata: “Se il dipendente mi costa 28.000 euro all’anno, devo generare 28.000 euro di fatturato in più.”

“In realtà, non è così semplice,” ho spiegato. È necessario calcolare il Margine di Contribuzione.

Cosa è il Margine di Contribuzione e come si trova?

È quella misura che serve a coprire i costi fissi, cioè quei costi che si hanno in azienda indipendentemente dal volume di fatturato (dipendenti, consulenze fiscali, consulenze del lavoro, affitti, leasing, utenze, ecc.).

Si trova sottraendo dal fatturato i costi variabili, cioè i costi che cambiano in base al volume delle vendite (merci, costi di lavorazioni esterne, trasporti su acquisti e su vendite).

Esempio:

Fatturato: 100.000 euro

Merci + lavorazioni esterne: 30.000 euro

Margine di contribuzione: (100.000 – 30.000) = 70.000 euro = 70% sul fatturato

Con un margine di contribuzione del 70%, per coprire i costi del nuovo dipendente, è necessario generare almeno 40.000 euro di fatturato aggiuntivo, non solo 28.000, perché occorre considerare anche i costi variabili associati al maggiore fatturato.

Infatti, riassumendo, 40.000 di fatturato aggiuntivo coprono i 28.000 euro per il costo del dipendente e i 12.000 euro di costi variabili che rappresentano il 30% per costi variabili legati alla produzione.

 

Regola 2)  Utilizzare i fidi a breve termine per finanziare l’acquisto di mobili e nuova attrezzatura ha creato uno squilibrio finanziario, poiché questi fondi dovrebbero essere riservati a necessità immediate, come i pagamenti ai fornitori o gli stipendi. Sarebbe stato più appropriato per Luca ottenere un finanziamento specifico, con termini di pagamento allineati alla durata di vita dei beni acquistati. Di conseguenza, il saldo del conto corrente non migliorava col tempo, rimanendo in deficit a causa della non sufficienza degli incassi a breve termine per coprire gli investimenti.

 

Morale della storia:

Questi principi non sono validi solo per le piccole attività, ma per ogni tipo di azienda.

Spesso, un aumento dei costi fissi richiede un’attenta pianificazione finanziaria. È fondamentale monitorare lo sviluppo dell’azienda attraverso budget economici e finanziari mirati. Perciò, ti invito a valutare lo sviluppo della tua attività, utilizzando budget economici e finanziari.

 

E tu cosa ne pensi? Hai mai affrontato una situazione simile nella tua azienda? Come hai risolto il problema? Condividi la tua esperienza nei commenti.

 

Patrizio Gatti