Come ho superato la timidezza e ho cominciato a lavorare con la comunicazione.

Un articolo di Pasquale Di Matteo

La timidezza può essere un muro imponente, un ostacolo che sembra insormontabile, che ti blocca il respiro e azzera la salivazione.

Ma cosa succede quando decidiamo di affrontarla?

Ricordo ancora il battito accelerato del mio cuore quando sentivo il mio nome pronunciato in pubblico.

Ero alle scuole elementari, un tempo in cui diventavo rosso a ogni battito di ciglia.

L’ansia che si diffondeva attraverso il mio corpo, rendendomi rosso come un pomodoro, era una costante imbarazzante, nonché limitante.

Ora, invece, parlo davanti a centinaia di persone, alcune volte migliaia, senza avere alcun timore.

Ma come ho fatto a guarire dalla timidezza?

Semplice, non sono guarito, non l’ho cacciata, ma siamo diventati amici.

Ho intrapreso un viaggio di crescita personale, armato di determinazione e curiosità. Ho studiato psicologia e comunicazione, cercando di comprendere le radici della mia timidezza e imparando le tecniche per superarla. Ma la vera svolta è arrivata con la pratica, usando la timidezza come strumento che avevo a mia disposizione e non come un impedimento.

Tutto è cominciato quando facevo musica.

Nel 1996 vinsi un concorso canoro e cominciai a cantare, soprattutto nei locali e nelle discoteche in Toscana.

La prima esibizione pensai di morire, tanta era l’ansia.

Tuttavia, un po’ le luci soffuse, un po’ il fumo – all’epoca non era ancora vietato fumare al chiuso -, cantai senza problemi e ci presi gusto.

Per un anno, girai in lungo e in largo la Toscana, cantando più volte a Firenze, Bibbiene, Viareggio, Pistoia e ad Arezzo.

Con il passare del tempo, ho iniziato a mettermi alla prova anche parlando.

Sembrerà una sciocchezza, ma avere la chitarra davanti alla pancia e un’asta con il microfono tra me e il pubblico era come avere uno scudo.

Parlare in pubblico, invece, lo trovavo differente, tuttavia, ho preso coraggio e ho iniziato a farlo, dapprima in una piccola galleria d’arte di Parma, poi in spazi sempre più ampi e affollati, fino a conferenze e presentazioni tenute in sale istituzionali enormi, davanti a migliaia di persone, come la Sala Protomoteca del Campidoglio, a Roma, o alla conferenza a Osaka.

Oggi, guardando indietro, rifletto sul mio viaggio e mi rendo conto che sono diventato un oratore sicuro di sé, capace di tenere dibattiti e conferenze davanti a un pubblico numeroso.

E se ci sono riuscito è anche grazie alla trasformazione della mia timidezza, che è ancora presente, ma non mi controlla più. Sono io a controllare lei.

Ho imparato che parlare in pubblico è come cantare sul palco: si migliora con la pratica costante.

Ho persino fatto indossare la stessa timidezza ad alcuni personaggi dei miei romanzi. Uno, in particolare: Patrizio Nardi, protagonista di Il Lato Oscuro del Tempo. Anche se Patrizio Nardi crede di essere un professore liceale, ma non lo è affatto e non si chiama nemmeno Patrizio Nardi.

Ma questa è un’altra storia…

La timidezza può sembrare un ostacolo insormontabile, ma è possibile superarla. Con determinazione, studio e pratica, possiamo trasformare la nostra ansia in fiducia e la nostra timidezza in eloquenza.

Il viaggio non è facile e riuscire a domare l’ansia generata dalla timidezza è più facile a dirsi che a farsi, ma, se ci sono riuscito io, perché non dovresti riuscirci anche tu?

Pasquale Di Matteo